Prologo Part. 1

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                                      _godric's hollow 1 settembre 1971_

Un ragazzo, capelli ribelli, occhi ambrati e occhialetti rotondi senza i quali a causa della sua miopia non vedrebbe ad un palmo dal naso, di circa undici anni correva da una parte all'altra della sua camera cercando tutto ciò che gli sarebbe servito per quella magnifica esperienza che lo aspettava da tre ore a quella parte.

James Potter era noto per un suo particolare, il ritardo. Mai, nei suoi undici anni era arrivato in orario ad un appuntamento e mai si era alzato presto la mattina. Mai, tranne quel giorno, l' 1 settembre 1971 data della sua partenza per Hogwarts. Per questo motivo i suoi genitori Fleamont e Euphemia Potter furono più che stupiti di vedere il loro figlio già pronto e pimpante alle otto di mattina.

Si era messo una maglia bianca e un jeans nero e si ammirava allo specchio soddisfatto di ciò che vedeva

                                 ~

Stavano correndo verso il binario nove e diece della stazione di Kings Cross poiché erano in ritardo.
«Come vi è venuto in mente di mettervi a giocare a Quidditch prima di partire?!» sbraitò la signora Potter.

James e il padre si guardarono con sguardo malandrino quando finalmente arrivarono al muro con ai lati i numeri nove e dieci.

Nonostante fossero partiti in ritardo erano arrivati in tempo dato che mancavano venti minuti alla partenza del treno.

Oltrepassando il muro avrebbe dovuto esserci il binario 9¾ inaccessibile ai non maghi comunemente chiamati babbani.

«Dai James attraversa il muro e...» inizió suo padre ma si fermò quando vide arrivare tre individui, i McKinnon una famiglia amica di vecchia data dei Potter.
«Georgia cara, da quanto tempo... quanto è cresciuta,l Marlene, è diventata una vera signorina.» disse Euphemia sorridendo alla signora McKinnon.

                                ~

Pov James
Ora che la guardo, Marlene era cambiata moltissimo dall'ultima volta che l'avevo vista. I suoi occhi erano di un azzurro ghiaccio e i capelli castano chiaro erano legati da una coda alta. Mi guardava con espressione rassegnata sapendo che sarebbe andate per le lunghe.
«Anche James è cresciuto tantissimo dall'ultima volta che l'ho visto, è uguale a te, però gli occhi sono come i tuoi Fleumont» disse la signora McKinnon, e mio padre mi guardo orgoglioso.

I miei genitori hanno sempre voluto un figlio ma per problemi di sterilità avevano perso le speranze fin quando sono arrivato io. Sono abituato ad essere elogiato davanti agli altri dai miei genitori e li capisco come si fa a non essere orgogliosi di avere me come figlio, sono magnifico. Ho sempre avuto un buon rapporto con loro ma a volte la situazione diventava imbarazzante perciò decido di andarmene.
«Mamma, papà io inizio ad andare» dico senza aspettare risposta.

Così attraverso il muro correndo e arrivo al binario 9¾, dove, per un secondo intravedo il lunghissimo treno, prima di scontrarmi contro il carello di qualcuno e cadere a terra come un salame.

Ouch che dolore.

«Ma che cavolo...» sento dire da un ragazzino che si sta avvicinando a me. A prima impressione mi sembra un idiota, con quei capelli castani che gli arrivano fino alle spalle e gli ricadono formando dei riccioli e gli occhi grigi.
«Il mio carrello!! Come diavolo ti viene in mente di andare a buttarti contro il mio carrello» disse il ragazzo che mi guardava con sguardo omicida.

Sono un indovino, è davvero un idiota.

Lui lascia il carello in mezzo al passaggio e sarei io il colpevole. No questo è troppo se pensa che mi scuseró è fuori strada.

Malandrini ~ The irony of timeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora