• Piratessa •

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- Abbandonare la nave od ogni speranza! -
Le parole del mastro Gibbs risuonarono nel cielo limpido e sereno, tipico del Mar dei Caraibi, che però quel giorno aveva qualcosa di inquietante.

Anni e anni di sacrifici, inganni, malefatte e bugie usati per cercare di riottenere la sua amata Perla, ed ora aveva deciso di abbandonarla.
È soltanto una nave, aveva detto poco prima al suo primo ufficiale, già, soltanto una nave... Una nave per cui aveva rischiato la vita più e più volte, ma in quel momento il gran capitano Jack Sparrow si rassegno reso conto che forse la sua vita, insieme a quella di tutta la ciurma, compresa quella di Elizabeth e di quell'eunuco di Will erano più importanti della Perla Nera.

Il Kraken era vicino, e, se non si fossero sbrigati avrebbe avvolto in suoi tentacoli intorno al legno scuro della nave e l'avrebbe frantumata, trascinando nelle acque profonde e con lei anche loro.
Mentre la ciurma aveva calato la scialuppa e raccoglieva le ultime cose, Jack si era voltato, aveva alzato lo sguardo per osservare un ultima volta il vascello fantasma dalle vele nere più veloce di tutti i mari dei Caraibi, una morsa dolorosa all'altezza dello stomaco lo fece boccheggiare, un senso di paura e rassegnazione lo invase, già paura, per la prima volta nella sua vita aveva veramente paura, perché sapeva che non avrebbe potuto sfuggire ancora a lungo al suo destino infame.

Davy Jones prima o poi avrebbe ottenuto la sua anima, quello era il prezzo da pagare.

Poggio' una mano sull'albero della nave, accarezzando un'ultima volta il legno vissuto e le sarti consumate, un velo di malinconia gli attraversò gli occhi.

- Grazie Jack -
La voce calda di Elizabeth gli giunse flebilmente alle orecchie, girandosi si rese conto che se ne erano andati tutti, erano rimasti solo loro due.
Elizabeth era davanti a lui, il viso stanco e cotto dal sole, i capelli bagnati e incrostati dal sale e i vestiti larghi e logori.
Era stanca e stemata, ma non accennava a cedere.

- Non siamo ancora liberi -
Il tono di Jack era come sempre calmo e pacato ma quella volta con un pizzico di irrequietudine.
Fece un passo avanti, traballante.

- Sei rimasto -
La voce di lei era un po insicura, la paura le si fece strada dentro, divorandola lentamente.
Fece alcuni passi avanti, avvicinandosi.
Eppure lei, da bambina, di nascosto, leggeva storie di mare, di assalti, di tesori, di pirati,Aveva sempre sognato di diventare un pirata, e quello non era di sicuro il momento adatto per avere paura.

Jack sembrava cogliere che quella stanchezza e apparente innocenza mascheravano qualcosa, però non disse niente e rimase fermo ad osservarla curioso.
Fece un altro passo in avanti, ritrovandosi a pochi centimetri del viso lui, il cuore le batteva impazzito, l'odore intenso di salsedine mischiato a quello del rum le pizzicata il naso, fissava quegli occhi scuri e furbi, indugiava.

- Ho sempre detto che sei un brav'uomo -
Ripeté quelle parole, che aveva detto tempo prima, e pensò che Jack avesse ragione quando diceva che è dagli onesti che devi guardarti perché non saprai mai quando faranno qualcosa i inaspettato, e lei stava per fare qualcosa di inaspettato.

Il tempo stringeva, quindi si limitò a lanciargli un ultimo sguardo, per poi annullare la distanza che li divideva.

Lo baciò.

Un bacio che si prese il suo tempo.

Era un bacio delicato, e le loro bocche avevano il retrogusto del rum bevuto la sera prima e i baffi arricciati le solleticavano il viso.

Jack sapeva di proibito, di sale e di libertà, la libertà da lei tanto agognata. Ma sapeva atteggiare le labbra a bugie cristalline, bianche lusinghe che odorano di naufragio.
Uno scroscio di pioggia fredda, l'eco di un decoro perduto, forse gli occhi di Will smarriti tra sussurri e carezze di sale.
Aveva tradito l'uomo che amava e che avrebbe dovuto sposare.

Ma sapeva che doveva farlo.

Jack aveva le dita ruvide, inanellate e un'invadenza mortale, le sfiorò la guancia scostandole i capelli.

Ed Elizabeth lo spinse in avanti, facendo aderire la sua schiena contro l'albero maestro, si aggrappo' alla sua spalla e fremette nel bacio.

Ad una sola parola riusciva a pensare: curiosità.

La curiosità era stata il fulcro del loro piccolo gioco di seduzione, era combattuta, perché non ci sarebbe stato rimedio a ciò che stava per fare, il problema era che doveva farlo, per lei, ma anche per gli altri.

Fu veloce, un gesto avventato.

Lentamente fece scivolare la mano lungo il braccio di Jack, fino ad arrivare al polso dove vi era legato un fazzoletto bianco a coprire la Macchia Nera.

E poi agi'.

Facendo attenzione a non fare troppo rumore, nel mentre il bacio finiva, gli chiuse una manetta attorno al polso, facendola scattare.

E Jack se lo aspettava.

Si staccò, e con un lampo di consapevolezza sorrise.

- Cerca te, non la nave, ne noi -
Elizabeth lo aveva ingannato, era necessario, ma si sentì male veramente.

- Capisci che non c'era altra maniera? -
Più che una domanda per Jack, sembrava un'affermazione per sé stessa, continuava a ripeterselo, per convincersi che non c'era veramente altro modo.
Ma infondo sapeva che forse c'era una via di uscita, però preferì non adottarla.

- E non mi pento... -
Lo disse facendo sfiorare nuovamente le loro labbra, la sua voce la tradiva, tenue, piena di dolore. Si pentiva, eccome se si pentiva, ma ormai era fatta, non poteva tirarsi indietro.
Sapeva che, in seguito alle proprie azioni i suoi demoni interiori l'avrebbero uccisa, continuò a cercare di mantenere uno sguardo indifferente, ma le lacrime le offuscavano la vista, era difficile.
Dannatamente difficile.

Jack sorrise.

Anche davanti alla morte sorrise.

E non se la sarebbe mai presa con lei, perché ne era fiero.

Il suo era un sorriso beffardo, seducente.
Scrollo' lievemente il capo.
Ah, la sua Lizzy, era diventata tutto ciò che non era, e in fondo aveva imparato da lui.
Erano estremamente vicini e Jack riusciva a percepire il respiro caldo di lei.

- Piratessa -
Sussurrò soddisfatto, perché in fondo questo era ciò che era.

Ed Elizabeth non resse,con le lacrime che minacciavano di scendere, lasciò la sua mano, voltandosi se ne andò, chiedendosi come facesse Jack a sorridere ancora invece di odiarla.

E lei si odiava.

Perché stava uccidendo l'uomo che per più volte le aveva salvato la vita, l'uomo che le aveva insegnato a maneggiare la spada e che l'aveva resa indipendente.
Si calo' nella scialuppa aiutata da Will, che inconsapevole aveva visto tutto.

- Ah, finalmente... Dov'è Jack? -
Chiese Gibbs impaziente.

Elizabeth tentennava, in cerca della giusta risposta.

- È rimasto indietro, per darci qualche possibilità -
Quello era l'esito da un' Elizabeth affranta, tutti rimasero interdetti ma non replicarono.
Sentiva lo sguardo bruciante di William su di lei, per un'attimo incrocio' i suoi occhi, per poi girarsi definitivamente.
Mentre la scialuppa si allontanava, la Perla Nera andava a fuoco, stritolata dagli enormi tentacoli del Kraken che la faceva affondare.

La nave è il suo capitano erano morti.

L'ho ucciso, pensò Elizabeth amareggiata e sul punto di avere un collasso.

- Addio Jack -
Sussurrò flebilmente, in modo che nessuno potesse sentirla, ma sperando che colui il quale era appena caduto per mano sua, potesse sentirla dal profondo delle acque cristalline.
Chiuse gli occhi, lasciando che una lacrima le solcasse il viso, abbandonandosi all'oscillare delle onde e allo stridio dei gabbiani.


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