The one with the coffee stain on the Map

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Era un pomeriggio di inizio estate, un venticello leggero accarezzava il viso di quattro ragazzi accampati sotto un grande albero. La vista di Hogwarts, specialmente in quel periodo dell'anno, lasciava senza fiato, le alte torri brillavano illuminate dal sole e le vetrate sembravano quasi prendere vita. Il parco tra la scuola e il Lago Nero era ricolmo di studenti, gli esami erano appena finiti e si poteva respirare un'aria di leggerezza e libertà. Il nostro gruppetto, però, sembrava tutto tranne che rilassato.

"Non funziona" esclamò arrabbiato il più alto dei quattro buttandosi poi a terra accanto agli amici.

I ragazzi erano ammassati su una coperta e sembravano estremamente interessati ad una pergamena stropicciata distesa al centro. Su di essa si leggevano chiaramente le parole "Mappa del Malandrino".

"Ramoso, datti una calmata" esclamò uno di loro, sorseggiando tranquillamente quello che aveva tutta l'aria di essere caffè.

'Ramoso' non sembrava aver ascoltato l'amico, il colore del suo viso virava terribilmente verso il rosso acceso.

"Tu e il tuo cazzo di caffè, Lunastorta ti rendi conto che abbiamo buttato un anno intero per tentare di far funzionare questa fottutissima mappa?"

Gli altri due ragazzi del gruppo sembravano essere molto meno interessati al problema. Il più grassoccio dei quattro stava sfogliando freneticamente dei libri che pescava da un'enorme pila alla sua sinistra. Ad intervalli regolari di un paio di minuti faceva domande al ragazzo del caffè, del tipo: "Remus, la prima rivoluzione dei troll è stata nel 1500 vero?".

Remus aveva smesso di rispondergli da un po', troppo concentrato a tentare di far funzionare la suddetta Mappa del Malandrino. L'ultimo ragazzo del gruppo era mollemente appoggiato al tronco dell'albero e giocava distrattamente con quello che aveva tutta l'aria di essere un osso di gomma.

"Ragazzi piantatela" intervenne dopo qualche minuto "la mappa non funziona, è inutile provarci ancora, godiamoci invece la giornata. Ciao Marlene!" ammiccò in direzione di una ragazza bionda che arrossì visibilmente e ricambiò il saluto mentre passeggiava al fianco di un paio di amiche.

Il problema che angustiava così tanto il gruppo era soltanto l'ultimo di una serie di mirabolanti progetti che negli anni avevano impegnato i Malandrini. La mappa del Malandrino aveva, però, un significato più profondo dei precedenti: doveva essere il loro lascito alle future generazioni. L'idea era nata per caso da uno dei soliti battibecchi tra James e la sua cotta-ossessione Lily. James 'Ramoso' Potter era famoso in tutta Hogwarts per essere stata rifiutato dalla sua bella non meno di cinquecento volte in soli quattro anni, il conto ufficiale era tenuto su un quadernino segreto da Remus 'Lunastorta' Lupin. Durante quella particolare volta la ragazza aveva accusato James di seguirla e sapere sempre dove si trovasse per importunarla, Ramoso aveva pensato che potesse essere una buona idea creare un incantesimo che gli permettesse di sapere dove si trovasse Lily in ogni istante.

L'idea si era presto sviluppata in un progetto articolato, l'incantesimo si era trasformato in una mappa che avrebbe riportato la posizione di tutti gli abitanti di Hogwarts. Con il tempo altri dettagli erano stati definiti, la mappa si sarebbe attivata solo al pronunciare di una particolare frase, un po' come una parola d'ordine e avrebbe dovuto insultare chiunque altro tentasse di utilizzarla. Quest'ultima idea era stato l'unico contributo significativo che Sirius 'Felpato' Black aveva dato al progetto, sempre meglio di quello di Codaliscia sottolineava il ragazzo-cane quando gli altri Malandrini lo prendevano in giro. Peter 'Codaliscia' Minus aveva più che altro incitato Remus e James, ma non aveva contribuito in alcun modo allo sviluppo della mappa.

Quel pomeriggio di giugno la mappa era pronta: avevano abilmente disegnato l'intero castello al suo interno, avevano scelto le parole che consentivano di far apparire e poi sparire il suo contenuto, l'incantesimo insultante era stato lanciato. Solo un piccolissimo particolare li separava dalla gloria eterna: la mappa non funzionava.
"Forse ha ragione Sir" disse James "dobbiamo rinunciarci, abbiamo letto qualsiasi libro della biblioteca sugli incantesimi di tracciamento, forse siamo solo troppo inesperti".

Remus non sembrava pronto ad arrendersi e continuava a fissare la mappa nella speranza che succedesse qualcosa. Quella mattina, prima di addentrarsi nel labirinto che era stato l'esame di storia della magia, aveva lanciato l'incantesimo tracciante sulla mappa che, secondo il libro da cui lo avevano copiato, avrebbe dovuto iniziare a funzionare entro un paio d'ore.

Di ore ne erano passate 6, ma niente era cambiato, la mappa continuava a non dare segni di vita.

"Oh datemi qui!" intervenne innervosito Sirius, stufo di vedere gli amici presi da così futili attività invece di godersi l'estate.

Senza nessuna cura o gentilezza, Felpato scavalcò Remus tentando di portarsi più vicino possibile alla mappa, durante l'operazione rovesciò la tazza di caffè tra le mani del ragazzo che, inevitabilmente, si sparse sull'angolo in basso a sinistra della mappa.

"SIRIUS" tuonò Remus.

Nessuna aveva mai sentito la voce di Lunastorta alzarsi, mai. Nessuno, d'altra parte, aveva mai osato togliergli il caffè, sacra bevanda per il ragazzo (seconda sola all'amatissimo cioccolato).

"Remus, guarda!" disse esaltato James.

La macchia di caffè si trovava esattamente sopra alla rappresentazione del cortile in cui erano i ragazzi. In quell'angolo la mappa aveva assunto un colore molto scuro permettendo così alle scritte "Lily Evans", "Marlene McKinnon", "Alice Athone" di apparire chiaramente bianco su nero.

"Per questo non funzionava!" esclamò cambiando repentinamente umore Remus "le scritte sono bianche!"

"E così è come sono riuscito a far funzionare la Mappa del Malandrino" finì di raccontare Sirius ad Alice, Lily e Marlene.

"Hai tagliato la parte in cui ti ammazzo di botte per avermi macchiato i pantaloni" fece notare candido Remus.

"Dettagli, dettagli. Dopo questo evento James rilesse il capitolo da cui avevano preso l'incantesimo e scoprì l'errore sistemando il colore dell'inchiostro e permettendo alla mappa di essere il gioiellino che è oggi" concluse fiero Sirius.









Ciao ragazzi,

Questa piccola one-shot nasce come spin-off della mia storia "il mondo è cambiato".

Si può leggere benissimo senza aver letto l'intera storia, ma se avete voglia, potete fare un salto sul mio profilo dove potrete leggere di più sui Malandrini e sulle loro amiche.

L'idea per questa storia nasce dal fatto che ho macchiato il mio quadernino con la stampa della mappa del Malandrino con del caffè e ho pensato che Remus mi avrebbe sgridato se mi avesse visto.

Fatemi sapere se la storia vi è piaciuta.

Un bacio,

la vostra Corvonero

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