Capitolo 1: "Un insolito incontro"

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Sono inseguita da strani esseri vestiti di bianco, ho paura, non riesco a capire dove sono, cerco una via di fuga, mi giro, sono circondata. Non troverò mai una via d'uscita, sono persa, ho perso. Ma poi mi giro...intorno a me c'è la luce e capisco, la verità può fare veramente tanto male e non lo dico tanto per dire. Queste creature sono degli angeli, non potrebbero mai farmi del male e quindi da chi sto scappando?
Se stessi scappando da me stessa?!

Mi sveglio di colpo nella mia stanza buia e questo è stato il mio ennesimo incubo, anche se non credo di poterlo definire veramente così. Sono completamente sudata anche se siamo solo a marzo. Mi sento bruciare, come se avessi del fuoco nelle vene, come se nel sogno fossi stata veramente io il diavolo. Sono strana, anzi come dice il mio migliore amico Angy sono diversamente normale e ogni volta che me lo ripete, non posso non sorridere di nascosto. Ha sempre ragione quel ragazzo, devo ammetterlo. Ormai ho solo lui e forse, anzi tolgo il forse, è meglio così, sono una ragazza che preferisce avere attorno poche persone, ma vere e non che alla prima difficoltà ti lasciano.

È tardissimo. Come al solito non ho sentito la sveglia.
Sono proprio un disastro!
Nell'ultimo anno mi sembra di non averne fatta una giusta, da quello che faccio per mantenermi a tutto il resto. Non so cosa darei per tornare a vivere come una ragazza giovane della mia età.
In questi ultimi due anni è come se la linea del mio battito cardiaco fosse una linea orizzontale e lineare, come se avessi smesso di vivere anche io. Come lei.

Secondo me la vita dovrebbe essere come un insieme di emozioni, belle e brutte, ma inesorabilmente forti, come delle scosse, per farci sentire vivi, per mantenerci in vita, come le scosse di un defibrillatore che ti salvano l'esistenza.

Corro in bagno a prepararmi e dopo essermi data una sistemata ai miei lunghi capelli castani, mi trucco velocemente con solo un po' di mascara e uno strato di lucidalabbra per valorizzare le mie labbra carnose. Una delle poche cose che mi piacciono di me.
Sì, decisamente l'unica, ma sempre meglio di niente!
Indosso i miei jeans skinny preferiti a vita alta ed i miei immancabili Dr Martens neri e uno zainetto di pelle.

È primavera e mentre esco di casa correndo, sento un'aria fresca sul viso che mi dà la carica giusta per affrontare un'altra giornata in università.
Odio entrare in metro ed aspettare, ma odio ancor di più salirci sopra e vederla riempirsi sempre di più, durante l'ora di punta, tanto da non riuscire nemmeno a respirare.
Osservo le fermate che passano una dopo l'altra poi, il mio sguardo cade sul display del mio telefono dove scopro che sono già le 8 e mezza e non sono ancora arrivata, nella mia mente ringrazio la persona che ha inventato il quarto d'ora accademico.
Metto le cuffie e alzo la musica al massimo per non sentire, lo so che non si dovrebbe fare, ma ho bisogno di staccarmi per un attimo da tutto questo.
Magari si potesse usare il tasto skip anche nella vita!
No, sarebbe troppo facile!
Dopo aver fatto di corsa le scale della metro, stando attenta a non inciampare, arrivo davanti la mia Università dove trovo Bianca, una mia compagna di corso, che mi sta aspettando.

<<Dai Sophie sbrigati! Non vorrai arrivare in ritardo!!>> mi urla, sbracciando come una matta.

<<Scusami, ma oggi non ho sentito la sveglia>> le dico con il fiatone.

<<Non solo oggi>> mi risponde sarcastica.

Ha ragione, tendo a dare sempre la colpa alla sveglia, ma non le ho mica chiesto io di aspettarmi!
Lo so che non dovrei comportarmi in questo modo, è sempre così gentile, ma è più forte di me.

<<Scusami, dai andiamo!>> e insieme entriamo dentro il chiostro, già pieno di studenti con facce assonnate che stanno raggiungendo, il più velocemente possibile, le loro rispettive aule disperse chissà dove.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 04 ⏰

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