5. L'udienza.

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#Narratrice#

L'udienza di Harry era imminente e perciò l'atmosfera a Grimmuald Place era più tesa. Il giorno prima si erano festeggiati i nuovi prefetti, ma ora non c'era nemmeno più un briciolo di quella spensieratezza. La cosa, nonostante Harry la capisse, era molto incoerente però da parte degli adulti: continuavano a dirgli che era una mera formalità e che non avevano i motivi per espellerlo, ma poi erano tutti così agitati.
Harry d'altro canto, sapeva che non potevano buttarlo fuori da Hogwarts, ma l'idea di dover esporre il suo caso davanti a chiunque lo giudicasse non lo tranquillizzava per niente.
《 Ei Harry. 》lo chiamò Neville, la mattina prima dell'udienza. Harry stava facendo colazione; o almeno quello era l'intento di Sirius e della signora Molly, ma l'appetito non sembrava voler collaborare.
《 Dimmi Nev. 》disse, lasciando definitivamente stare il suo pasto.
《 Ti vogliono di sopra. 》
《 Non possono venire loro qui? 》 chiese. Non aveva voglia di fare nulla in quel momento.
《 No, hanno chiesto espressamente di portarti su. 》
《 D'accordo. 》disse alzandosi.
Salirono al piano di sopra e seguì Neville fino in camera loro. Si era svegliato alle sette di mattina, prima di tutti gli altri (esclusi naturalmente Sirius e Molly), ed erano passati una decina di minuti, perciò non si aspettò di trovarsi tutti (Ron, Hermione, Ginny, Markus e Mary) in piedi e completamente svegli.
《 Oh... 》sospirò.《 che ci fate tutti qui? 》chiese.
《 Volevamo salutarti prima dell'udienza. 》rispose Hermione.
《 Ma non era una mera formalità? 》continuò Harry ironico.
《 Oh, certo, per cosa pensi che chiamino il Ministro della Magia altrimenti? 》resse il gioco Markus. Lui e Harry si capivano al volo quando si trattava di sarcasmo e ironia, poiché entrambi le padroneggiavano fin da piccoli (Sirius in particolare si era premurato di insegnarglieli).
《 Giusto, che stupido... ovvio che venga per un semplice caso di Magia Minorile. 》borbottò Harry in risposta, sedendosi sul bordo del letto.
《 Harry, tieni. 》disse a un certo punto Ginny. Il ragazzo, che si era sdraiato chiudendo gli occhi, si alzò. Ginny era davanti a lui, con in mano un ciondolo.《 È per te. 》continuò mettendolo in mano a Harry. Era una collana di caucciù nero, con per ciondolo un dente di... boh...
《 È un pezzo di dente di Chimera. C'è una bella storia dietro. Se vuoi un giorno te la racconto. 》gli spiegò Ginny. Harry le sorrise, continuando ad osservare il gioiello.《 È un portafortuna? 》
《 Teoricamente si. Ma a me porta solo sfortuna, così ho pensato che visto che te sei già sfortunato di tuo... insomma, che negativo più negativo facesse positivo. 》
Harry rise, e a lui si unirono presto anche gli altri.《 Grazie del pensiero. 》disse.《 Sono sicuro che mi porterà fortuna. 》
《 Ma stai tranquillo Harry. 》 intervenne Markus.《 Ricordati che è solo una formalità! 》
Accanto a lui, Mary gli diede una spinta. Lei era più preoccupata di Harry stesso per quest'udienza.

#James#

Era arrivato il giorno. Io e Lily eravamo già al Ministero, e a momenti sarebbero arrivati anche i Black con Harry.
《 Quando arriva Harry... 》iniziai.
《 Non diremo niente che non sia inerente all'udienza. 》finì Lily. Non ero affatto felice di questo "piano". Volevo parlare con mio figlio di mille altri argomenti. Ma mi sarei attenuto a questa regola, per stavolta. O almeno questa era l'idea di principio.
Aspettammo in silenzio per un tempo che mi sembrò infinito, ma finalmente Sirius, Emmeline e Harry arrivarono.
《 Com'è Prongs? 》mi chiese Sirius subito. Aveva sicuramente intuito che Lily mi aveva obbligato a non parlare d'altro con Harry, e da buon fratello sapeva anche che per me era praticamente impossibile.
《 Si va avanti, Padfoot. 》risposi, sforzandomi di non guardare Harry: non era stupido, avrebbe capito.
Ci avviammo senza dire altro verso il nostro ufficio (mio e di Sirius), ma non avevamo fatto in tempo a salire sull'ascensore che Smith ci venne di corsa incontro.
《 Oi, calmati. 》gli dissi, considerato che aveva il fiato corto e si reggeva la milza nello sforzo di correre; Smith non era un tipo sportivo.
《 L'udienza... si, quella... 》 boccheggiò. Era abbastanza ridicolo, perchè aveva corso circa 30 metri, ma sembrava aver appena finito una maratona.
《 Si, lo sappiamo. Stavamo andando su per prepararci proprio a quella, sai- 》iniziò Sirius, ma Smith lo interruppe agitando convulsamente una mano in aria.
《 Hanno cambiato orario e luogo! È giù nel vecchio Tribunale, Aula Dieci... iniziava alle otto... 》
Non feci in tempo a guardare spaventato Lily, che Sirius schiacciò - con l'eleganza e la delicatezza di un Battitore - il pulsante dell'ascensore. Smith cadde a terra, ma non si rialzò. Harry barcollò indietro e si appoggiò a Lily. La vidi sorridere impercettibilmente, ma una volta ritrovato l'equilibrio si allontanò riavvicinandosi a Emmeline. Sirius, che aveva osservato tutto, mi guardò desolato, ma nessuno ebbe il tempo di fare qualcosa, poiché le porte si aprirono con un cigolio e noi tutti ci precipitammo fuori.
《 Perché hanno cambiato luogo e ora? 》sentii Harry chiedere a Sirius.
《 Non lo so. 》rispose lui.《 Ma dobbiamo correre. Siamo già in ritardo di cinque minuti. 》
Solo in quel momento ripensai a dove stavamo andando. Vecchio Tribunale, aveva detto Smith, Aula Dieci. Aveva superato la stranezza adesso. Caramell stava andando nel ridicolo.

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