Cap. 2 La stanza

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La tentazione di entrare in quella stanza era forte, quasi un'attrazione, un ipnosi. Mamma e papà mi chiamarono dal piano di sotto (ovviamente pensavano che io stessi in camera a studiare e non difronte alla morte certa) per chiedermi se volevo assaggiare una mela del campo, non risposi nulla e lentamente, fissando quella porta diritta negli occhi, scesi le scale fino ad arrivare al piano di sotto. Quella notte feci un incubo, sognai di essere entrata in quell'appartamento e che una figura deforme prendendomi per il collo, inizió ad aprirmi il petto ed ha mangiarmi gli organi interi, vidi il samgue scendere dalla finestra e la creatura aprirmi il craneo poi, il nulla. Mi svegliai tutta sudata ed andai in cucina a prendere un bicchiere d'acqua, proprio mentre lo stavo per bere una goccia di sangue rosso intenso cadde nel bicchiere colorando nell'immediato l'acqua, facendola diventare rosso rubino. Urlai. Corsero in cucina terrorizzati mia madre e mia sorella, il papà dormiva troppo profondamente. Con mani tremanti mostrai il bicchiere e... più nulla. L'acqua era limpida, chiara, quasi invitante. Infuriate come non mai tornarono in camera sbattendosi le porte alle spalle. Ero terrorizzata. Sgattaiolai in camera ma non riuscii a dormire, sentivo di sopra passi, urli, strilli, grida disperate, insomma, l'inferno. Il giorno dopo, a colazione, mia madre e mia sorella non mi rivolsero nemmeno la parola e mio padre, confuso, beveva il suo solito caffé lungo mentre leggeva il quotidiano. Decisi allora di vederci chiaro. Quel pomeriggio mia madre e mia sorella uscirono per fare shopping e mio padre si addormemtó sul divano. Era il momento perfetto! Salii con cautela le scale, sta volta la porta era chiusa. Con molta calma presi la maniglia ed inizai a forzare la serratura... i miei sforzi furono invani. Ormai rassegnata iniziai a scendere le scale, 1...2...3.. gradini ed udii una lontana musica di callion, 4...5...6.. gradini ed udii delle risa di bambini. Mi girai di scatto e per poco non caddi dalle scale. La porta era spalancata. Restai a fissarla per un tempo indeterminato. Lí dentro era buio, talmente buio da non vederne né l'inizio né la fine. Feci passi veloci e varcai la soglia dell'appartamento. La porta, con un gaio cigolio si chiuse alle mie spalle.

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