Capitolo Diciottesimo

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La mattina dopo suonò la sveglia e nonostante sentii il forte desiderio di spegnerla e continuare a dormire, mi dovetti alzare pensando alle diverse lezioni già saltate all'università. Arrivai lì sperando di non incontrare nessuno sia per il mio aspetto poco presentabile, sia perché se avessi incontrato Uran non avrei davvero saputo che cosa dirgli.

Ebbi fortuna, seguii le lezioni di tutta la mattinata senza incontrare Uran ed iniziai a pensare che forse anche lui mi stava evitando. All'ultima lezione della mattinata, nell'aula F, mi sedetti accanto ad una ragazza con i capelli rossi ed un'evidente fissa per gli evidenziatori. Feci una smorfia confusa vedendo il suo banco pieno di evidenziatori sparsi disordinatamente, immagine che mi ricordò vagamente la scrivania con i pastelli a cera che avevo visto in uno dei miei ricorrenti incubi.

Poco prima dell'inizio della lezione arrivò un messaggio di Agata che mi ricordava il piano inerente alla questione del ragazzo in coma. Il mio sguardo si spostò immediatamente verso la collega d'università che mi sedeva accanto.

<<Ciao>> la salutai, pensando alla formulazione di una frase che avesse senso compiuto e non suonasse nemmeno tanto invadente.

<<Ciao>> rispose restando concentrata sui suoi appunti, con un evidenziatore verde in mano.

<<Senti ma tu sai di quel ragazzo in coma? Lo conoscevi?>> le chiesi, pentendomi subito del mio poco tatto. Ero stata troppo diretta, pensai.

<<Quello dell'incidente in moto? Lo conoscevano tutti, era uno dei migliori in questa università>> mi rispose lei in tono ovvio e gli occhi non di spostarono dal foglio nemmeno per un secondo.

La lezione iniziò in quel preciso istante, vietandomi della possibilità di approfondire la conversazione per ottenere più informazioni. In realtà non seguii più di tanto ed il foglio destinato ad essere riempito di appunti disordinati sulla filosofia moderna rimase candido e pulito. I miei pensieri e la mia attenzione si rivolsero tutti sull'unica informazione che ero riuscita ad ottenere: il ragazzo aveva avuto un incidente in moto.

Pensando alla fotografia però, pensai che doveva essere stato un incidente molto grave per arrivare ai danni riportati dal ragazzo e quindi che probabilmente la dinamica dell'incidente avrebbe potuto aiutare a capire di più di questa storia.

Tornai a casa all'ora di pranzo e trovai Agata in cucina alle prese con pentole e padelle così lasciai appeso ad una sedia il mio zainetto di velluto e la aiutai ad apparecchiare. Una volta che fummo entrambe sedute a tavola iniziammo ad aggiornarci sulle novità delle due indagini svolte in modo parallelo.

<<Hai scoperto qualcosa?>> chiese inizialmente lei stendendo un telo da cucina sulle gambe per mangiare senza sporcare il vestito a fiori che indossava.

<<Solo che il ragazzo in coma ha avuto un incidente in moto>> dissi insoddisfatta, pensando di aver trovato troppo poco.

<<Io ho trovato di più. Il ragazzo si chiama Mondred, cosa che effettivamente lascia pensare all'esistenza di un soprannome, data la stranezza di questo nome>> mi informò lei facendo una smorfia.

<<Come lo hai scoperto?>> le chiesi confusa, portando una forchettata di pasta alla bocca.

<<Non vuoi davvero saperlo>> mi rispose lei con uno sguardo criptico sul volto.

<<Parla>> la incitai prima di sbuffare infastidita.

<<Ho fatto un salto in ospedale e ho dato uno sguardo nell'archivio digitale nella sezione cartelle cliniche>> confessò con espressione colpevole.

Gli incubi di Endora.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora