Blue Petal

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Note iniziali: L'Hanahaki è una malattia fittizia in cui la vittima tossisce petali di fiore quando soffre per un amore unilaterale. Termina quando l'amato ricambia i sentimenti o quando la vittima muore. Può essere curata attraverso la rimozione chirurgica, ma quando viene rimossa scompare anche ogni tipo di sentimento romantico della vittima nei confronti dell'innamorato.


Petali blu.
Una manciata di petali blu lucidi di saliva.
Era questo che lo sconvolto sguardo argenteo pallido di Wei Wuxian stava osservando.
Pallido come le sue mani, netto contrasto con quel blu vivo scivolato sul palmo.
Uno, uno soltanto. Altri, in ordine sparso, poggiati sul pavimento della barca che lo stava trasportando.
Da solo, come quel petalo che teneva in mano, come vittima di una crudele ironia.
Lan Zhan... Il colore non poteva che appartenere a lui, un pensiero che gli causò una stilettata al petto come una paurosa conferma, ombra di consapevolezza ad avvolgere il suo animo, coprire quello spirito allegro che lo caratterizzava da sempre.
Eppure, Wei Wuxian rise.
Rise con le gli occhi umidi di lacrime, stringendo la mano a pugno portandola vicino al petto, lì dove sentì il battito accelerato del proprio cuore.
Come poteva essere stato tanto stupido da innamorarsi di una persona come Lan Wangji, che non faceva altro che chiamarlo ridicolo, patetico, i cui occhi, quei meravigliosi occhi, ambrati si chiudevano in due fessure ogni volta che lo guardava?
Come poteva essere stato tanto stupido da farsi provocare ed espellere da Gusu? Da quello stupido, stupido pavone di Jin Zixuan per giunta.
Stava tornando a casa, da solo... Poteva essere tanto stupido da provare gelosia nei confronti di suo fratello? Lui che non aveva ricevuto alcuna punizione, che poteva restare e stare a contatto con Lan Zhan mentre lui non più.
Lan Zhan... Lan Zhan... Lan Zhan.
Più ci pensava, più la sua testa continuava a mormorare quel nome come una nenia, più il dolore al petto si amplificava... Poteva sentire nuovi petali graffiare la sua gola dall'interno nel tentativo di essere rigurgitati, petali che si sforzò di ingoiare nonostante facesse male. In qualche modo doveva farli sparire, nessuno doveva vederli! Era già fortunato a trovarsi nella parte chiusa della barca e che il timoniere non avesse sentito nulla, né chiesto quando l'aveva sentito ridere, ma non poteva rischiare. Mosse la mano per aprire la veste sul petto quanto bastava per far scivolare lì l'unico petalo che aveva in mano, poi, dandosi una spinta finì in ginocchio per raccogliere con foga quelli sparsi sulle tavolate. Gattonando, si spostò verso il retro dell'imbarcazione, dove non c'era nessuno, e li lasciò cadere sulla superficie spumosa dell'acqua.
Rimase in quella posizione qualche istante, il tempo per vederli sparire in lontananza prima di tornare dentro e tentare di riposare prima del suo arrivo ad Approdo del Loto.
Ah... Se avesse saputo che il fiore che aveva aggiunto al ritratto di Lan Zhan si sarebbe trasformato nella sua disgrazia più grande...
No, probabilmente lo avrebbe fatto ancora.
Non riusciva a rimpiangere nulla di quel mese passato insieme a lui, anche se adesso faceva male.
L'ombra di un sorriso incurvò le sue labbra mentre posava l'avambraccio sopra i suoi occhi.
La manica già umida di lacrime.

Senza rendersene conto si era addormentato. La voce del timoniere lo aveva strappato alla tranquillità del sogno dove era scivolato, avertendolo che avrebbero attraccato al porto in una manciata scarsa di minuti.
Wei Wuxian si lasciò sfuggire un semplice verso di comprensione mentre l'immobilità del sonno stava lentamente lasciando il suo corpo concedendogli di fare brevi movimenti per riprendere l'attività muscolare: il braccio era sempre rimasto sul suo viso, a coprirgli gli occhi, e fu la prima cosa a scivolare via per permettergli di socchiudere le palpebre e, dalla sua posizione, mettere a fuoco il soffitto di legno della barca. Con un semplice movimento della schiena si sforzò di mettersi seduto e successivamente in piedi.
Era vero, erano praticamente arrivati ad Approdo del Loto. Non gli serviva uscire dalla barca per capirlo, gli bastava sentire le alte voci dei venditori che avevano l'abitudine di posizionare le loro bancarelle sul pontile principale del porto, loro primo approccio con la clientela che poteva arrivare in qualsiasi momento via mare come stava facendo lui. L'odore selvatico della vegetazione acquatica gli stuzzicò le narici rendendolo in qualche modo felice di essere tornato nel luogo che poteva chiamare casa, e fu proprio questo che lo convinse, finalmente, a superare quelle cortine viola, dopo essersi assicurato di non aver lasciato alcun petalo sfuggito al suo controllo, e a uscire all'esterno dove l'aria umida gli sfiorò la pelle del viso come una carezza lieve.
Con una serie di passi raggiunse la prua della barca per meglio osservare quello che si trovava di fronte al suo sguardo, accorgendosi di una figura che non vedeva l'ora di vedere per cui indietreggiò quel tanto che bastava a prendere la giusta rincorsa e compiere un balzo verso il vicino pontile senza attendere l'attracco della barca su cui stava viaggiando.
Atterrando in un modo elegante e senza nessuno sforzo si incamminò verso la persona che aveva attirato la sua attenzione rendendolo impaziente: la sua Shijie, Jiang YanLi.
Non la vedeva da qualche mese e, decisamente, aveva provato un senso di nostalgia nei suoi riguardi, soprattutto considerando che si era fatta ancora più carina e no, quello stupido pavone di Zixuan non la meritava... Ma non poteva dire a sua sorella che lo aveva preso a pugni perché il suo nome era uscito nel corso di una conversazione del tutto causale, cosa strana considerando che Wei Wuxian non perdeva tempo a vantarsi di aver trionfato in qualche rissa, ma questa volta era diverso: non poteva permettere al cuore di YanLi di soffrire, non dopo che anche lui si sentiva uno straccio per il medesimo motivo.
Dopo essersi scambiati qualche parola di circostanza, Wei Wuxian seguì la sorella adottiva verso l'interno della scuola, in particolare il campo di allenamento, lì dove la Signora Yu stava istruendo, a suon di severità e toni bruschi, i discepoli che erano rimasti. Bastò un semplice richiamo della figlia maggiore per far voltare il Ragno Viola di Yunmeng verso di lei, con uno sguardo purpureo tinto di rara dolcezza che si sciolse come neve al sole non appena notò la presenza di Wei Wuxian un paio di passi dietro di lei.
Il giovane cultore era ormai abituato alle occhiate cariche di odio, disprezzo e disapprovazione che riceveva da parte sua, erano ormai una costante da quando lo zio Jiang lo aveva portato all'interno della Setta trattandolo come il terzo dei suoi figli, ma questa volta era diverso... Erano occhiate che gli gettavano addosso un ulteriore carico da novanta di disprezzo per il semplice fatto che si era fatto espellere da Gusu e aveva lasciato scivolare un'ombra inevitabile sul loro nome, anche se comunque lì era rimasto Jiang Cheng, che si stava impegnando per affinare e rendere più forte la sua base di studi e di coltivazione.
Eppure nessuna parola dalle labbra della matriarca. Semplicemente si alzò e si incamminò verso l'uscita del campo seguite dalle sue fidatissime cameriere, Jinzhu e Yinzhu, che mai abbandonavano il fianco della loro signora.
Il motivo di questo comportamento, a pensarci, fu alquanto ovvio: la presenza di Jiang Fengmian. Si stava dirigendo anche lui verso il centro del campo di addestramento e probabilmente la Signora Yu voleva evitare anche solo lontanamente di cominciare una discussione sul pupillo di suo marito.
Forse non si rendeva conto, o magari sì, che anche senza litigare la tensione era già alle stelle, emanante scintille esattamente come il suo anello, Zidian, che soleva rigirarsi sul dito come una sorta di tic nervoso...
E il fatto che praticamente lo facesse sempre era tutto dire.
Ma dato che non tutto il male viene per nuocere, Wei Wuxian riuscì finalmente a svuotare i polmoni dopo essersi reso conto di aver trattenuto il fiato senza alcuna ragione apparente. Incoraggiato da un sorriso del Patriarca Jiang, si mosse dal suo posto per andare a salutare, letteralmente buttandosi tra le loro braccia, i suoi shidi, che erano entusiasti sia di poter mettere fine a quella tortura a cui li aveva sottoposti la Signora Yu, sia di poter salutare il loro Da-shixiong che non vedevano da mesi.
Wei Wuxian fu ben lieto di essere accolto da questo loro entusiasmo, ma non appena cominciarono a menzionare il nome di Lan Wangji il dolore al petto ritornò più forte di prima, per fargli capire che c'era, era reale e non era stato un semplice brutto sogno senza conseguenze sulla vita vera.
Quanto era difficile dover indossare delle maschere per nascondere il proprio malessere interiore? Specialmente per una persona come Wei Ying che era per natura limpido, sincero e sempre pronto a tirare fuori il lato più scherzoso del suo carattere. Doveva ridimensionarsi ma non poteva permettere a nessuno di scoprire che cosa avesse preso possesso del suo animo.
Hai incontrato Lan Wangji?
Com'era la sua base di coltivazione?
Ho sentito che si potrebbe morire congelati a tre passi da lui, è vero?
Ed è anche vero che hai passato un intero mese a ricopiare le regole con lui?
, voleva dire loro. Sì, è tutto vero ma smettete di pronunciare quel nome, avrebbe anche voluto aggiungere o gridare in preda a chissà quale senso di frustrazione mal celato. Eppure non c'era cattiveria nella voce dei suoi shidi, non lo stavano travolgendo di domande unicamente per farlo soffrire, ma per un mero fattore di curiosità e Wei Wuxian, ingoiando ogni tormento, diede loro tutte le risposte che volevano vantandosi come solo lui sapeva fare. Esponendo il cuore aveva perso lo scontro ancor prima di iniziarlo.
Per quanto avesse piacere a stare in loro compagnia, Wei Ying sentì il bisogno di allontanarsi, provare a distrarsi con le attività che più caratterizzavano le sue giornate all'insegna della spensieratezza che, delle volte, sostituivano anche lo stesso dovere nei confronti delle pratiche di coltivazione. In un modo o nell'altro riusciva sempre a coinvolgere Jiang Cheng, ma lui non era lì e non sarebbe tornato prima di qualche mese, un anno ad essere generosi.
Parlando di attività, nella caccia ai fagiani non aveva rivali, motivo che lo spinse a recarsi nel bosco limitrofo a Yunmeng. Fionda in mano, canto in lontananza, pronto a colpire eppure... Eppure...
Posso portarti a Yunmeng a raccogliere i loti e cacciare fagiani.
Ricordo che lo colpì violentemente, una delle ultime frasi rivolte a Lan Zhan, uno dei tanti rifiuti.
Dolore sordo al petto. Il cespuglio vicino ricolmo di nuovi petali.

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