Gioanna

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"Eccola. Incantevole come sempre, anzi di più. Con il suo vestito bianco ampio e a balze sembra che danzi insieme alla musica, anzi, che sia lei la musica stessa. I suoi occhi verdi brillano alla luce del sole e la sua pelle è talmente soffice e candida che correrei verso di lei solo per toccarla. E' bellissima, la sua bocca è stupenda e non per le sue labbra rosee, ma per il modo in cui sorride. E' magica, straordinaria e fin qui sento il  profumo del suo collo e la dolce brezza dei suoi capelli rossi. Sì, rossi, rossi come il fuoco, divisi in tantissime  ciocche che ricadono morbide sulle sue spalle nude. La prima volta che la vidi nel grigio fumo di una metropoli trafficata spiccava tra tutte le ombre e mi incantò subito con il calore dei suoi capelli e delle sue guance. E ora è lì in piedi accanto a me pronta per vivere un'intera vita al mio fianco."

-Gioanna? Gioanna! Stai dormendo o stai ascoltando?-

-Cosa? No, no, sto ascoltando.-

-Bene allora continua tu a leggere.-

-Ehm. Sì, dove siamo?- Sento i miei compagni che ridono sottovoce.

-Lo sapevo non eri attenta, se succede ancora una volta chiamo tuo padre. Non voglio mai più che tu dorma durante le lezioni. Intesi?-

-Sì, prof.-

Di nuovo. Mi sono persa ancora nei miei sogni. Guardo fuori, piove. Ritornando a casa mi bagnerò tutta, che schifo. La prof continua a spiegare, ma il ticchettio dell'acqua sui vetri è così rilassante che mi assopisco di nuovo sul banco e non sento più niente.

La mia vita è così, ogni giorno mi alzo, vado a scuola e i miei professori mi urlano contro, ma io non li sento, ho imparato ad isolarmi da questo mondo. Nei corridoi il chiasso che proviene dai ragazzi non fa per me, cerco sempre di stare per conto mio. A casa sto chiusa in camera mia e durante la notte piango. Sì, sono la classica ragazza depressa e non c'è molto da aggiungere.

Mi chiamo Gio, Gioanna e  ho sedici anni. Sono identica a mio padre: capelli neri, naso all'insù, sopracciglia folte, ma ho gli occhi chiari, verdi che é l'unica cosa che ho di mia mamma. 

Un suono squillante mi risveglia e mi accorgo che sono già le 13. 

Le strade sono ammassi di ombrelli colorati, sono una maschera per la gente grigia e cupa che ci sta sotto. Piove molto, ma non ci faccio troppo caso. Cuffiette alle orecchie, prendo lo skate e mi avvio verso casa. 

On another love, another love all my tears have been used up, on another love, another love...

Mi sono persaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora