Quell'anno salii sul treno con Ron ed Hermione, diretto verso Hogwarts per frequentare il sesto anno.
Ricordo bene quanto tempo passai a fissare il vetro della locomotiva, intento nei miei pensieri, cercando di non far parte di quella che tutti chiamavano realtà.
Solo l'anno prima avevo combattuto contro i Mangiamorte, l'esercito di Voldemort e il mio padrino, l'unica persona che faceva parte della mia famiglia, era morto.
Sirius Black, grande amico di mio padre, era morto per colpa dell'anatema che uccide, l'Avada Kedavra, per mano di sua cugina Bellatrix Lestange.
Era morto senza che io potessi fare nulla, senza che potessi salvarlo, aiutarlo...
"Harry?"
Hermione mi riportò sull'espresso per Hogwarts con la sua voce preoccupata ma sincera. Sia lei che Ron sapevano perfettamente cos'era successo e avevano provato a capirmi, ma nessuno dei due poteva realmente farlo.
Perdere una persona a te cara, è qualcosa che non puoi capire se non l'hai vissuto.
"Tutto bene. Ero sovrappensiero."
Hermione mi sorrise, ma sapeva perfettamente a cosa stavo pensando.
Quando Ron entrò in cabina con una montagna di dolciumi, mi staccai definitivamente dal finestrino. Sapevo che entrambi ce la stavano mettendo tutta e non volevo fargli pesare una sconfitta.
"Miseriaccia."
"Che c'è Ron?"
"Ho trovato di nuovo Silente."
Ricordai che anche io il mio primo anno di Hogwarts trovai Silente nelle figurine. Hermione rise prendendo una gelatina a tutti i gusti più uno, offrendomela successivamente.
"Dai, Harry. Ti farà bene."
Le sorrisi di rimando, afferrando la caramella. Mentre la scartavo e me la portavo alla bocca, tornai ancora indietro nel tempo, a quando Silente mi disse che ne aveva trovata una alla caccola.
Risi al pensiero, non ne volevo neanche sapere di pensare al gusto di quella caramella.
"..."
"Harry?!"
Ron cominciò a preoccuparsi quando sul mio viso si formò un'espressione variopinta.
Forse era stato il pensiero, mi dissi, ma quando aprii la cartaccia della gelatina, all'interno vi era scritto quello che volevo evitare.
"Harry che ti succede?"
Porsi la carta della caramella a Ron ed uscii di corsa dalla cabina, appena in tempo per sentirlo dire Gelatina a tutti i gusti più uno, sapore: caccola!
Entrai nel bagno nel modo più veloce che conoscevo aprendo successivamente il rubinetto e, dopo aver fatto una cunetta con le mani, me la portai alla bocca ripiena d'acqua, cercando di togliermi quel fastidioso sapore dalle papille gustative.
In quel momento capii cosa Silente doveva aver provato e, mi dissi fra me e me che avrei controllato la carta delle gelatine prima di portarle alla bocca. Una cosa del genere non sarebbe più dovuta riaccadere, avrei preferito uno scontro con Malfoy, piuttosto.
Quando sentii la porta del bagno chiudersi a chiave dietro di me, alzai il viso verso lo specchio sul lavabo e mi incastrai in due occhi di ghiaccio.
Da quanto tempo Draco era lì?
E, piuttosto, non avevo chiuso la porta?
"Malfoy, cosa..."
Draco mi raggiunse prima che io potessi girarmi o potessi aggiungere altro.
Mi guardava fisso negli occhi e sentivo la suggestione del suo sguardo incatenarmi a quella ceramica che formava il lavandino.
Io e lui non eravamo mai andati d'accordo, all'inizio pensavo per la mia amicizia con Ron, ma andando avanti sembrava somigliare più all'invidia.
In un modo o nell'altro me lo ritrovavo sempre fra i piedi, mettendomi il bastone fra le gambe in più di un occasione, ogni volta che ero con lui in una stanza, mi sentivo vestito di ghiaccio, proprio come il suo sguardo. I suoi occhi mi facevano da veli, la sua presenza mi faceva da punto fermo.
Draco, negli anni, era diventato come un muro per me. Invarcabile. Ma ero sicuro di poterlo scavalcare in qualche modo. Perché, anche se tutti dicevano che lui era la mia nemesi, io sapevo perfettamente che qualcos'altro ci legava, qualcosa di profondo, qualcosa che nulla avrebbe spezzato.
E proprio come le sue dita che in quel momento viaggiavano sulla mia schiena mentre, ancora, mi tenevo arpionato al lavandino, sapevo perfettamente che non era duro come voleva sembrare, ma docile, dolce, bisognoso.
"Non ti girare."
Le sue parole mi fasciarono il collo quando sentii il suo petto attaccato alla mia schiena. Le dita stavano scivolando piano verso la mia pancia, cercando di passare attraverso le vesti, attraverso i bottoni.
Le sue dita arrivarono lunghe ai miei boxer e le sue labbra, arrivarono morbide sul mio collo.
Lo guardavo, senza dire nulla, incatenando i suoi occhi, perché al loro interno leggevo tutta la lussuria che in quegli anni aveva tenuto nascosta, la voglia che in tutti quegli anni aveva tenuto a freno.
lo lasciai fare alzando le braccia, quando con molta grazia, mi tolse la maglia.
I suoi occhi, attraverso lo specchio, viaggiavano lenti sulla mia pelle leggermente abbronzata, richiudendola in un velo invisibile.
Troppe cose erano successe negli anni, ma in quel momento, tutto sembrava non esistere.
In quel momento eravamo io e lui.
Sentii la mia voce gemere quando Draco, con un movimento lento, aveva leccato il mio orecchio, infilando definitivamente la mano nei boxer per chiuderla intorno al mio membro. La sentivo fasciare la mia lunghezza che pian piano si risvegliava come coccolata dalle sue attenzioni.
"Malfoy, che hai intenzione di fare.."
Cercavo di opporre un po' di resistenza, ma era ovviamente vana e soprattutto finta. Lo avevo lasciato avvicinare, con il suo lungo completo nero che risaltava la sua figura slanciata che stava sovrastando le mie spalle nude, che stava dominando sul mio corpo eccitato.
"Andiamo, Potter, dimmi che non ti piace."
Il suo tono sfottente era pari alla dolcezza delle sue dita sul mio membro ormai completamente eccitato. I gemiti mi morivano in gola mentre lui cercava di abbassarmi completamente l'intimo assieme ai pantaloni.
Come prima, lo lasciai fare, aiutandolo con i bottoni e la cerniera. Il mio sguardo era sempre fisso sui suoi occhi, come le sue labbra erano fisse sempre sul mio collo, andando arrossare ogni parte di esso.
Chiusi definitivamente gli occhi quando una mano si spostò sui miei glutei e le sue dita cominciarono a stuzzicare l'anello di carne che vi era nascosto all'interno. Mi piegai un po', aprendo la bocca per dare aria all'intrusione che lui effettuò in me senza neanche un po' di dolcezza.
"Malfoy, mi fai male..."
Lui, con tutta la calma possibile, uscì da me, tornando a massaggiare l'anello. Si piegò su di me, baciandomi la schiena, sussurrandomi uno Scusa subito dopo.
Mai avrei immaginato che mi avrebbe chiesto scusa. E di certo, non in un momento come quello.
Non so che tipo di espressione fece, che tipo di pensiero formulò, so solo che dopo quella parola, fece scivolare le dita lungo la mia schiena, fino a farle arrivare alle mie labbra.
Capii.
Lui voleva arrivare fino in fondo per davvero.
Afferrai le sue dita con una mano, tornando ad aprire gli occhi senza però alzarli verso lo specchio. Sapevo che mi stava guardando mentre passavo la lingua sulle sue falangi, mentre le succhiavo avidamente e lui, intanto, continuava a massaggiarmi il membro.
Passò qualche secondo, poi sentii il suo bacino avvicinarsi a me, spingendo la sua erezione fra i miei glutei.
Era ancora coperta dai pantaloni, ma la sentivo perfettamente premere per uscire e liberarsi.
Lasciai andare le sue dita, che scivolarono bagnate sul mio petto, seguite dalle sue labbra che lasciavano scie umide al loro passaggio.
Draco si abbassò lasciando la mia erezione e lasciandomi sospirare, mentre allargava i miei glutei con le dita e vi infilava il viso. Capii dopo le sue intenzioni. Qualcosa di umido andò a bagnare la mia apertura, lasciando uscire dalle mie labbra piccoli gemiti sconnessi, mentre le mie dita sembravano traforare la ceramica del lavandino. Vi infilò un dito dopo qualche minuto, spingendolo a fondo, risalendo la mia schiena sempre con le labbra. Quando sentii il secondo dito, alzai lo sguardo verso i suoi occhi.
Erano cupi, nascosti, tristi.
Draco sembrava malinconico, sembrava pentito.
"Mal-foy?"
Alzò lo sguardo verso di me, arricciando le labbra. Riusciva a capire la mia preoccupazione, mentre mi spingevo sempre più verso di lui, sempre di più verso quelle dita. Si avvicinò poi allungando le labbra in un sorriso, baciandomi il collo, facendo scivolare la mano libera verso il mio mento che spinse verso l'alto. Sentii i suoi denti chiudersi intorno al mio orecchio, la sua lingua sulla mia pelle, le sue dita allargarsi e spingere verso di me.
Sentivo di star per venire.
Quando tentai di dirglielo, lui fece scendere la mano verso la mia erezione, spingendo il pollice sulla punta.
Sgranai gli occhi, quando capii che non voleva che venissi.
"Mal-Malfoy..."
"Finché non voglio io."
Chiusi gli occhi, poggiando le mani sulla sua mano che fasciava la mia erezione. La sentivo pulsare fra la sua pelle, faceva male, ma le spinte che lui dava con le dita fra i miei glutei abbassavano il mio livello di percezione della realtà.
Era proprio quello che volevo qualche ora prima.
Volevo uscire da quel mondo, anche solo per un istante, e lui, Draco Malfoy, era riuscito in quest'intento.
Baciava il mio collo sotto i miei gemiti sconnessi, che lo pregavano di lasciarmi venire, ma lui puntualmente rispondeva No nelle mie orecchie, sensuale, spingendo sempre più affondo le dita, allargandole.
Gemevo, gemevo come non avevo mai fatto in vita mia.
Quando la sua mano cominciò a spostarsi dalla mia erezione, cercai di resistere, aspettando un suo consenso.
Passò le dita della mano lungo il mio inguine e lo sentii leccarmi il lobo.
"Harry..."
Non resistetti. Il mio nome, pronunciato per la prima volta da quelle labbra, mi fece venire istantaneamente, facendomi riversare sul pavimento del bagno, rimanendo attaccato al suo braccio che piano si spostava verso l'alto, andando a cingermi la vita. Con le dita non aveva smesso di spingere nel mio interno ed io non resistetti più.
"Ti-Ti prego."
Lo vidi acconsentire, uscendo le dita dal mio interno, andando ad armeggiare con i pantaloni. Mi piegai sul lavandino, già immerso nel piacere che l'atto mi avrebbe portato.
Fu in quel momento che ripensai a quello che stava per accadere.
Dopo tutti quegli anni ad odiarci, a farci la guerra, ad essere nemici, in quel momento tutto stava sfumando davanti le lenti dei miei occhiali. Forse, lui non mi odiava, proprio come non lo odiavo io.
Forse, come me, anche lui aveva mutato quei sentimenti in desiderio.
"Posso?"
Me lo chiese, immaginai, quando mi vide assorto nei miei pensieri. Gli risposi spingendomi verso il suo bacino. Allora lo vidi sorridere e poggiare una mano sui miei fianchi. Si spinse dentro di me con dolcezza, scivolando in modo continuo ma lentamente nell'anello contrattile racchiuso fra i miei glutei, piegandosi verso di me e baciandomi la schiena.
Le mie labbra si aprirono e, come lui, cominciai a sentire la mia voce uscire e gemere. Il piacere che sentii dalle sue spinte cominciò a camminare sulle mie vertebre, arrivando al cervello in poco tempo. Spingeva sinuosamente, con regolarità, massaggiandomi l'erezione e baciandomi il collo senza fermarsi, senza darmi tempo di fare qualcosa.
Mi piegai all'indietro, quando una scarica più forte mi costrinse a farlo. Dallo specchio lo vidi sorridere e con la mano libera, andò a stuzzicare un mio capezzolo. Mi attaccai a lui, gemendo sempre più forte, incapace di trattenermi come avrei dovuto, mentre lui spingeva sempre più forte verso quel punto che mi faceva cedere le gambe.
"Ti sentiranno..." soffiò nel mio orecchio, ma questo mi fece eccitare di più ed il controllo che tentavo di esercitare sulla mia voce, svanì in un stante.
Mi guardava, lo vedevo dallo specchio, mentre i miei occhi lacrimavano. Sorrideva e mi baciava il collo, spingendosi sempre più dentro di me, stuzzicandomi i capezzoli ed il membro come solo una vera serpe avrebbe potuto fare, dandomi piacere ma legandomi a lui.
Ero completamente dipendente dalle sue spinte e dalla sua forza, mi afflosciai sul suo corpo, catturando il suo calore.
Se, come dicevano tutti, io e lui eravamo come la luce e le tenebre, in quel momento ci stavamo trasformando in un'alba, in un nuovo giorno, con l'amore che ci sprizzava dentro e ci costringeva a non lasciarci, perché in effetti mi stava costringendo ad essere dipendente da lui e quando lo sentii avvicinarsi alle mie labbra, mi girai più che potei e lo baciai.
Lo baciai mentre lui continuava a spingersi dentro di me e nello stesso tempo con la lingua si spingeva nella mia bocca, cercando la gemella e cominciando una danza d'amore che soffocava i miei gemiti sconnessi. Si staccò da me poco dopo, ansante, posizionandosi sul mio orecchio. Ero piegato sul lavabo ed il suo respiro affannoso era come un afrodisiaco per me.
Quando lo sentii ingrossarsi al mio interno, capii che stava per venire. Si spinse più profondamente al mio interno, fasciando ancora la mia erezione.
"Posso?"
Per la seconda volta, quel giorno, Draco Malfoy chiese e non ordinò. Annuii, unendo la mia mano con la sua libera.
Ricominciò a spingere, più veloce di prima e con un gemito strozzato mi venne dentro, mentre io mi riversai sulla sua mano, all'unisono, ansanti.
Uscii da me, mentre cadevo sul pavimento, sedendomi sulle mie vesti.
Draco di sciacquò la mano e poi si piegò accanto a me, cercando di non sporcarsi troppo. Mi scostò gli occhiali e mi baciò gli zigomi, eliminando le stille salate che li avevano bagnati.
Nei suoi occhi leggevo paura, bugia, tradimento ma allo stesso tempo gioia, amore, timidezza ed ancora confusione, tormento.
"Te ne penti?"
Lo chiesi con un po' di paura, cercando le sue dita con le mie.
Lui sorrise, baciandomi le labbra, stringendo la mia mano, per poi alzarsi.
"No."
Solo ora, che la guerra è finita, capisco il perché di quel gesto. In quell'estate, lui era diventato un Mangiamorte e prima della fine, aveva voluto chiarire le cose fra noi. Anche se all'inizio ero confuso dai suoi modi sfuggenti, ora capisco il perché di tutto.
Domani testimonierò a suo favore al processo e quando uscirà, potremmo star assieme come abbiamo sempre immaginato.
Per sempre.
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Nei suoi occhi
Short StoryHarry sull'espresso diretto ad Hogwarts, mangerà una gelatina a tutti i gusti più uno molto sgradevole e, mentre tenterà di togliersi il sapore dalla lingua, incontrerà nello specchio del bagno due occhi di ghiaccio. ...