Alpha e Omega

Capitolo 2

(Mi scuso per il ritardo ma non ho avuto ispirazione, tempo necessario e voglia di scrivere)

LEVI'S POV.
Stavo tornando in camera e ad un certo punto un ragazzo mi venne a dosso scontrandomi,
Lo presi per il colletto della felpa facendolo alzare di qualche centimetro, ma essendo basso non rendeva giustizia, il mio sguardo era fisso su quello dell'incappucciato, gli strappai dalle mani un portafoglio, lui cercando di liberarsi non fece altro che aumentare la mia presa sul suo collo  facendolo gemere dal dolore.

Dopo qualche minuto un ragazzo castano svoltò l'angolo e vedendomi si bloccò.

Percepii un odore che prima non c'era, sapeva di lavanda e erba fresca appena tagliata, non era sgradevole,
Anzi era molto dolce come odore e delicato.

Rivolsi un occhiata al ragazzino capendo che l'odore veniva da quest'ultimo.

Era palesemente un Omega.
"Hey moccioso, è tuo questo?"
Domandai al moccioso dai capelli color cioccolato guardandolo dritto negli occhi.

"Sei un Omega"
Mi avvicinai con passo deciso verso di lui e gli passai affianco e gli sussurrai
"Sappilo, non mi vanno a genio gli Omega come te"
E così me ne andai lasciando da solo il castano.

Arrivai a destinazione, aprì la porta posta davanti a me.
Varcai la soglia e mi tolsi le scarpe mettendole al loro posto nella scarpiera per evitare di sporcare l'appartamento, non c'era nessuno dentro l'alloggio.

-meglio così, non ho voglia di casinisti in casa -
Pensai, poi mi misi a pulire per spezzare il tempo.
Quando finì mi misi a studiare, in seguito quando si fecero le 20:15 circa, mi misi a cucinare per tutti (anche se non avevo voglia) per evitare lamentele mi misi a cucinare una pasta al sugo classica.

EREN'S POV.
- cavolo... -
Ci ero rimasto male per la risposta di quel tipo, Farlan aveva ragione, non tutti sono sorridenti come lui.

Quando mi ripresi mi diressi verso l'alloggio dove mi ero stabilito da manco un giorno.
Per tutto il tragitto continuavo a pensare a quel tizio maleducato e sgarbato dagli occhi color grigio con accenni di blu... guardandoli, mi sono accorto che erano spenti, come se non ci fosse un'anima dentro quel corpo.

- In tutto questo sono arrivato a destinazione -
Ero davanti allo zerbino dell'appartamento, quando sentì dei rumori molesti provenire da dentro.
-deve esserci qualcuno-
Appena aprì la porta, mi ritrovai davanti due occhi tempesta, scrutandomi dopo aver sentito la porta schiudersi.
Ci guardammo negli occhi immergendoci nel colore di quest'ultimi, per un secondo ho avuto un filo conduttore con lui.

Un singolo secondo.
Che sembra essere durato un'eternità.

Imbarazzato distolsi lo sguardo da suo.

"Che ci fai qui moccioso?!"
Mi chiese con il suo solito tono monotono,
Continuando a guardarmi aspettando una risposta da parte mia.

"S-sono uno dei tuoi compagni d-di stanza, penso..."
Dissi ingarbugliandomi delle mie stesse parole.

Il corvino continuò a guardarmi senza fiatare, per poi rimettersi a cucinare, io irritato da questo comportamento, aggrottai le sopracciglia e gonfiai le guance  come un bambino facendole diventare rosse.

Lui mi lanciò un'occhiata veloce giusto per vedere la mia espressione.

"Che stai cucinando?"
Chiesi sedendomi su una sedia davanti al tavolo,
Non serve manco dire che non mi ha risposto.
-potrebbe anche rispondere, eh!-
Mi lamentai interiormente alzando gli occhi al cielo.
Mi tolsi le scarpe e le misi nello scaffale apposito, dopo di che mi girai verso di lui notando che effettivamente è abbastanza basso
- che nano, però ammetto che ha un corpo da favola pur essendo basso...-
riflettei e dopo di che mi tolsi le scarpe e le appoggiai nel posto apposito.