Prologo

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Mi alzo dal pavimento gelido con le lacrime che mi rigano il viso, con una velocità allucinate mi fiondo in camera mia e mi chiudo a chiave; dall'altro lato si sentono i calci di mio padre che sbattono sul legno di quella vecchia porta ormai malandata, le sue grida forti e spaventose mi fanno venire i brividi, sono in preda al panico, per l'ennesima volta mio padre vuole sfogare su di me la sua rabbia irrefrenabile.

Perché mi odia così tanto? Perché non riesce a sopportare di vedere il mio viso? Perché deve rovinare ogni mio momento felice? Perché...

Ok ho deciso, io non ci sto più in questo posto del cazzo. Così presi in fretta e furia, i pochi vestiti che avevo, aprii la scatola che avevo sotto il letto con dentro i soldi che mi ero messa da parte per una vita intera lavorando tutti i giorni, scappai dalla finestra, saltai giù dal piccolo tetto ormai in pezzi e caddi, ma non me ne importava continuavo a correre anche con un dolore lancinante alla gamba; da lontano senti mio padre e mio fratello sfondare la porta di camera mia per poi sbraitare su tutte le furie: -Ti troverò Deiene e ti ucciderò con le mie stesse mani!-

In lacrime continuavo a correre, lontano da quel mostro, lontano dalla mia vita, lontana da tutto. Dovrò lasciare il mio paese, rifugiarmi in un posto dove lui non mi troverebbe mai, un posto dove non potrà scoprirmi. Mi dispiace lasciare i miei amici, mio fratello e il mio paese, ma non posso più vivere così.
Addio Messico, addio.

*Anni dopo*

Apro gli occhi e mi ritrovò in una camera che non e mia, mi guardo attorno e noto un braccio attorno la mia vita, scarpe in giro per la camera e vestiti, poi mi appare un flashback della sera prima. Mi porto la mano sul viso ricordando tutto e allora con molta cautela sposto il braccio del ragazzo dal mio ventre, mi alzo lentamente cercando di non far scricchiolare quell'enorme letto con lenzuola di raso; osservo il ragazzo muoversi tra le coperte, quindi mi sbrigo a mettermi i vestiti e avviarmi alla porta, lo guardo un ultima volta e posso affermare che è davvero un bell'uomo, ma non ne ho bisogno, devo andarmene come faccio sempre. Gli uomini mi hanno reso la vita uno schifo quindi ora basta penserò solo a me.

Salgo in macchina e sfreccio via, per tornare a casa dalle mie ragazze per sapere come stanno andando gli affari. L'aria che soffia sul viso, il sole mattutino che dona un colore rosaceo al cielo, l'odore della sabbia e del mare, gli uccelli che volano mattinieri e cinguettano felici, il paradiso pensai tra me e me fin quando....

Drin Drin

io: -Pronto, dimmi Dalila.

lei: -Dove sei? Che fine hai fatto ieri sera? Ti è successo qualcosa?

io: -Tranquilla tigre, il solito, non devi preoccuparti. Sono quasi li, spero tu abbia fatto il caffè

lei: Si capo, hahah

io: benissimo allora a dopo.

Misi giù la chiamata e guidai fino a casa mia dove mi aspettava il mio caffè mattutino.
Arrivai davanti al grande cancello e mi allungai per far scannerizzare il tatuaggio, si aprì il cancello e parcheggiai. Entrai in casa in uno stato indecente, trucco colato sul volto, vestiti messi in velocità e capelli sfatti; Dalila mi vide e scoppiò in una fragorosa risata che contagiò anche me, mi passò il caffè e facemmo colazione insieme. Dopo pochi minuti dalle scale scesero le altre ragazze che sentirono l'odore del caffè, e tutte assonnate mi dissero: -Buongiorno Bossly, dov'eri ieri sera?- io sorrisi e risposi gentile: -Non sono affari vostri impiccione- feci la linguaccia e andai nella mia stanza a sistemarmi un po'. Mi feci una doccia veloce e optai per un outfit  semplice per un incontro con il resto della gang. Mi misi degli shorts neri, che mi calzavano a pennello, infilai una maglia bianca, misi delle decoltè color carne e infilai la giacca con lo stemma della gang. Misi un filo di mascara, del rossetto rosso fuoco che risaltava le mia labbra carnose e scesi in sala riunioni.

Entrai in sala con grazia, dove tutti mi stavano aspettando, mi misi sulla mia poltrona e chiesi:     -Suvvia, non guardatemi così ragazze, non mi è successo niente ieri sera.  Ma non parliamo di questo, voglio sapere tutto quello che avete scoperto sulla gang dei  Red Shadow?- ero molto seria e preoccupata per i nostri affari e per il nostro anonimato, l'abbreviazione BR non basterà più, le gang rivali vorranno scoprire ad ogni costo il nome della nostra gang e vorranno sapere chi è il capo, sto cominciando a preoccuparmi. Dalila parlò e disse: -Abbiamo scoperto che il capo Oscar Sances, 25 anni, origini venezuelane è in viaggio per lavoro e starà via un bel po'. Sta per prendere l'aereo per New York, dove incontrerà un nuovo acquirente per le sue auto. Bossly, noi tutte avevamo avuto un piano, ma non credo ne sarai contenta.- mi guardò preoccupata e si fece avanti allora Alba che con molta tranquillità disse: -Avevamo pensato di mandare una di noi ad infiltrarsi nella gang, magari di essere presa sotto l'ala del capo o di farlo innamorare così da poter saper tutti i loro piani in anticipo e avevamo pensato che nessuno sarebbe stato meglio del nostro capo perchè Bossly, nessuno sa chi sei, non c'è nessuna traccia di te, potremmo crearti dei documenti falsi e una vita nuova, Ling la nostra hacker ci metterebbe pochi secondi.- tutte molto preoccupate della mia reazione guardavano a terra cercando di non guardarmi negli occhi, per paura di essere uccise, ma io feci una cosa che loro no si sarebbero mai aspettate accettai...

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