Capitolo 5

9 1 0
                                    

Quando la porta si apre, mi ritrovo davanti mio padre.
La lattina di birra in mano, gli occhi arrossati ed il fatto che senza la parete a sostenerlo non riuscirebbe a stare in piedi mi fanno capire subito cosa abbia fatto nelle ultime ore "dove cazzo sei stata" dice interrompendo i miei pensieri "non dovresti essere a lavoro?" chiedo ignorando la sua domanda, mossa assolutamente idiota, penso tra me e me.
Cerco di aggirarlo per correre in camera, ma lui mi prende per il polso e mi blocca "ti ho fatto una domanda...dove sei stata tutta la mattina" dice con alzando il tono della voce. A quel punto dalla mia bocca esce la la prima cosa che mi viene in mente "s-sono stata c-con un amico a studiare" dico balbettando insicura "Maddy lo sai che non puoi mentirmi" dice con tono seccato, a quel punto mi ripeta la domanda, ma questa volta lo fa urlando. "ti-ti ho detto la verità papà ero con un amico" lui sembra non ascoltare le mie parole siccome nell'istante dopo mi rende per i capelli tirandomi dentro casa "mi stai facendo arrabbiare...sai cosa succede se mi arrabbio no?" dice stringendo i miei capelli nel pugno e tirandoli verso di se.

Non ho nemmeno il tempo di rispondergli, che lui lascia la presa. Inizialmente non capisco il motivo, ma quando mi accorgo che qualcuno tirandogli un pugno in viso si è messo tra di noi, capisco che si tratta di Josh.
Mio padre barcolla per un istante, lasciando a Josh il tempo di girarsi verso di me per assicurarsi che io sta bene, subito però lo spinge contro il muro, è pronto a picchiarlo quando io cerco di fermarlo, e nel farlo lui mi colpisce in pieno viso facendomi scivolare a terra.
I momenti successivi sono sfocati, e ricordo a mala pena una figura che non so distinguere prevalere sull'altra.

Quando mi sveglio ho un allucinante mal di testa, cerco di muovermi lentamente per non peggiorare la situazione.
Mi guardo in torno, senza sapere dove mi trovo, la stanza è abbastanza grande, con delle ampie finestre da cui entra la luce del sole. Sono distesa su un letto con delle morbide coperte a righe bianche e nere, sicuramente non è camera mia, penso inizialmente, poi la porta bianca della camera si apre facendo intravedere una figura che mi sembra familiare.

Quando si avvicina a me, finalmente mi rendo conto che è Josh.
Lui si siede sul bordo del letto continuando a guardarmi.
E ridotto abbastanza male, ha un taglio sul labbro, qualche graffio sul contorno del viso, ed un livido bluastro nella parte finale del sopracciglio destro. Appena il mal di testa passa lo osservo meglio "sei ridotto proprio male" dico senza distogliere lo sguardo da lui, questa frase fa comparire sul suo volto un piccolo sorriso "beh non è che tu sia messa molto meglio" dice prendendo la mia mano tra le sue.
Quando accumulo nuovamente un po' di forza mi metto seduta accanto a lui "cos'è successo" chiedo massaggiandomi le tempie e cercando di ricordare l'accaduto "tuo padre era ubriaco Madison, eh...stava cercando di picchiarti" ad un tratto i ricordi si fanno più chiari nella mia mente, ma non capisco ancora alcune cose "come hai fatto a sapere che ero in pericolo" gli chiedo sforzandomi di ricordare più dettagli possibili.
Lui sospira e poi comincia a parlare "quando sei scesa dall'auto ho aspettato che entrassi a casa prima di andarmene, è da quello che stava accadendo direi che ho fatto bene non credi" dice cercando di alleggerire la tensione.

Il silenzio si fa spazio per un istante, quando mi giro verso di lui, e senza pensarci troppo allungo, premo le mie labbra contro le sue. Il bacio non è come me lo aspettavo, ma molto meglio, lui mi cinge la vita con le mani ed io infilo le dita tra i suoi capelli tirandolo delicatamente verso di me. Dopo qualche minuto ci stacchiamo, siamo entrambi senza fiato ma non ci importa.
Tra un respiro e l'altro, con i nostri visi che si sfiorano gli sussurro un -Grazie-

La luce in fondo al tunnelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora