Alleata

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Aveva il respiro affannato, le mani indolenzite dalla stretta del filo con cui era legata.

Aprì gli occhi lentamente, rimanendo accecata dalla fioca luce che entrava da un forellino che puntava dritto su di lei.
Quanto tempo era rimasta al buio da permettere ad un leggero raggio di luce, intrufolato dalla fessura di un'asse di legno messa malamente sulla finestra, di accecarla in quel modo?

E soprattutto, dove si trovava in quel momento?

Si guardò meglio attorno, cercando di capire se fosse una stanza di un'abitazione quella in cui si trovava.

Appena il suo sguardo si posò su una porta e poi, mano a mano, sugli arredi logori della stanza capì che si trovava in una normale casa.

Perfetto, pensò, poteva chiedere aiuto urlando.

Appena provò a dare voce al suo richiamo di aiuto, del quale uscì solo un grido soffocato, si accorse di avere una benda sulla bocca che non le permetteva neanche di respirare regolarmente.

Ansimò rumorosamente, per poi mettersi sull'attenti.
Qualcuno stava cercando di aprire la porta di quella stanza con una chiave.

"Vedo che ti sei svegliata" disse la voce, probabilmente appartenente ad un giovane uomo, avvicinandosi sempre di più- ma rimanendo sempre in penombra-.

La donna mugugnò soltanto, per quello che riusciva, adirata.

"Vedo che cerchi sempre di fare la coraggiosa. In tutti questi mesi che siamo stati insieme non ti sei mai stancata di darmi degli ordini, eh Nathalie!" Ora l'uomo aveva alzato la voce.

"Questa volta sono io a comandare, ho aspettato dei lunghissimi mesi per questo momento".

Il proprietario di quella profonda voce fece un passo in avanti, dando così modo alla donna di riconoscerlo.

Strabuzzò gli occhi, sorpresa.
Però fece in modo di non darlo a vedere, in effetti chi altri poteva essere se non lui?

"Sei sorpresa, mon coeur?" disse, avvicinandosi ancora di più, e sfiorandole le guance.
Poi le tolse la benda dalla bocca.
"Cosa ti ho fatto per meritare questo?" ringhiò lei.
"Niente, mi hai solo sottovalutato per tutto questo tempo credendoti più importante di me. Ti sopportavo a malapena, credimi. Però la vendetta é stata abbastanza dolce: dopo che tuo padre è fallito ed ha chiuso la sua amata azienda é stato tutto più facile".
La mora ascoltava indignata, poi capì.

"Non dirmi che..."
"Sì, sono stato io. Ma tu non avrai modo di parlare, non parlerai mai più". Sul viso dell'uomo si dipinse un sorriso agghiacciante.

"Tu non puoi farlo, loro scopriranno la verità e tu avrai la tua pun-"

Nathalie si fermò quando l'uomo le mise un coltellino tirato velocemente fuori dalla tasca dei pantaloni sul collo.
Quando la fredda lama le toccò la pelle deglutì.

"Loro chi? Tuo padre é troppo disperato per preoccuparsi di cercarti e tua madre é impegnata a controllare che il suo amatissimo signor Sancœur non abbia un infarto.
Per loro non sei mai stata niente, da quando tuo padre ha scoperto che non puoi avere figli non ti considera più".

Lei stava per ribattere, ma quando toccò quell'argomento che tanto le faceva male non rispose più.

Era difficile da ammettere, però aveva ragione.
La sua situazione familiare non era delle migliori e i suoi genitori avrebbero fatto volentieri a meno di lei.
Sospirò, forse per l'ultima volta, e si preparò mentalmente alla sua fine.

Presto o tardi quell'uomo l'avrebbe uccisa anche se non aveva molti beni a suo nome proprio perché i suoi genitori non si fidavano abbastanza di lei, ma certamente, quando li faceva comodo non esitavano ad usarla a proprio piacimento.
Probabilmente avrebbe preso quei pochi soldi che aveva e l'avrebbe uccisa così, solo per il gusto di farlo.
Tanto nessuno si sarebbe accorto della sua assenza.

Alleata [Nathalie Sancœur]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora