Parte I

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Disclaimer: Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte del loro universo sono di proprietà di J.K.Rowling.
Le seguenti immagini non mi appartengono e sono utilizzate a puro scopo illustrativo
Nessun copyright si intende violato.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.

Premessa:
La seguente storia è una mini-long epistolare composta da cinque capitoli.
Per lo stile della narrazione mi sono ispirata alla meravigliosa "Lettere da Azkaban" di Pally93. Per la trama, beh, credo che ogni amante delle Drarry sia rimasto colpito da "Secrets" di Vorabiza, io in primis.
Vi consiglio entrambe queste opere splendide che mi hanno ispirata e mi sono rimaste nel cuore.

Piccola avvertenza:
Se state cercando una storia romantica, fluff o erotica, questa non è esattamente la lettura che fa per voi. Siccome non voglio far perdere tempo a nessuno, preferisco mettere in chiaro subito il fatto che qui dentro non troverete molti baci, rapporti intimi e grandi momenti di coppia. Le tematiche di questa storia saranno delicate - affidi, comunità per minori - e, qualora non foste interessati o siate particolarmente sensibili a questi argomenti, vi sconsiglio caldamente di proseguire. Non è mia intenzione ferire la sensibilità altrui o essere causa di frustrazione per qualcuno.
Detto questo, la smetto di tediarvi :)
Buona lettura!

AMÉLIE

Parte I


10 luglio 1998

Potter.
Sì, Potter. Non ti ho mai chiamato per nome e sarebbe strano farlo solo ora.
Sei una persona perspicace a tal punto da capire chi io sia, oppure no? Non ho mai perso troppo tempo a conoscerti per davvero. Mi sono sempre limitato alle apparenze e all'appariscente cognome che porti.
Ti do giusto un piccolo indizio: sono quel codardo che hai tentato di scagionare al processo. Beh, congratulazioni! Ce l'hai fatta, almeno in parte. Un anno qui ad Azkaban è la più tiepida delle condanne, a giudicare da ciò che ho fatto. O meglio: ciò che non ho fatto.
Quel vecchio pazzo di Silente mi disse che ero un ragazzo che ha compiuto tutte le scelte sbagliate. Niente da ridire in merito. Ma, se ci rifletti un attimo, non è che ne avessi molte di scelte.
Vivere da cattivo oppure morire da martire. E io, come ben saprai, non sono Grifondoro.
Ora che però di scelte ne ho un'ampia gamma, mi ritrovo qui in questo buco umido e freddo a scrivere a te. Un grande smacco per uno come me. Tuttavia, se lo sto facendo, è perché ho un disperato bisogno di aiuto e non ho nessuno, neanche un'anima pia disposta a darmelo.
Complimenti, ti sei guadagnato un'altra volta l'occasione di fare l'eroe. Del resto è così che ti chiamano, vero? L'Eroe del Mondo Magico. Il Salvatore.
Sai che non te lo chiederei mai, vero, se non fossi alle strette? Immagina bene quanto mi costi domandarti aiuto e pietà – oltretutto che me ne hai già dati a sufficienza – ma, come ti ripeto, non ho più niente e nessuno, e questo favore vale molto di più della mia stessa vita. Molto più della dignità che sto appallottolando e gettando nel mare, proprio qui, fuori dalla mia cella.
Ritratta la mia pena se ti fa più comodo. Fa' in modo che io marcisca qua dentro ma, te ne prego, aiutami.
Ciò che ti lascio è un indirizzo. Solo questo.

12 Saint Patrick's street
Watford, Hertfordshire, GB.

Chiedi di Amélie Durant, ma non fare MAI il mio nome.
È una supplica, la mia.

Draco L. Malfoy

17 luglio 1998

Malfoy.
Mi auguro che tutto questo sia uno scherzo, perché per me è troppo difficile da credere e, soprattutto, da accettare. Non so se definirmi una persona perspicace, ma lo sono a sufficienza da saper fare due più due.
Amélie. Sul serio, Malfoy?
Ci ho messo sei giorni a decidere se seguire o no il mio "istinto da eroe" ma, ieri pomeriggio, ho deciso di compiere l'ennesima follia. Bada bene: non tanto per pietà o perché morissi dalla voglia di aiutarti, ma perché ero troppo curioso di capire cosa valesse più della vita stessa di un individuo che ha fatto di tutto – anche le scelte peggiori – per uscire vivo dalla Guerra.
Poi mi sono materializzato lì, davanti a quell'edificio diroccato tenuto nascosto dai Babbani. Non avevo idea di cosa fosse, almeno finché non sono entrato.
Ti lascio immaginare l'accoglienza che ho ricevuto senza aver nemmeno il tempo di aprire bocca. Decine e decine di bambini e bambine che acclamavano e plaudevano il Salvatore. Mi sono domandato per un attimo se non avessi sbagliato posto.
Poi è arrivata da me la signora Terrence, capelli grigi e occhiali quadrati, ringraziandomi calorosamente per presenza e domandandomi se fossi lì per una donazione al loro Centro per Minori Orfani di Guerra. Le ho detto di sì, ovviamente, anche se non avevo la più pallida idea del perché mi trovassi lì.
Oh, inutile dire che il mio caritatevole gesto è finito in prima pagina sul Profeta nel giro di quattro ore.
Dopo essermene stato impalato per un buon quarto d'ora con ondate di marmocchi che mi correvano intorno, il mio sguardo è stato catturato da qualcosa di insolito. Una bambina, la più piccola, tra le braccia di una delle tate. Una bimba biondissima con un codino a fontanella sopra la testa. Mi guardava storto, con quegli occhietti di ghiaccio timidi e la bocca corrucciata. Due occhi che avevo già visto da qualche parte, due occhi che erano soliti fissarmi per lungo tempo allo stesso identico modo.
Indeciso se svenire lì oppure andarmene di corsa, ho chiesto alla signora chi fosse quella bimba.
Amélie Durant. E chi, se no?
Ora che invece è notte fonda e sto tentando di scrivere questa stramaledetta lettera dall'imbrunire, non riesco a chiudere occhio. Come enunciato poche righe sopra, sono in grado di fare supposizioni. Ne ho fatte tante, troppe in queste ore.
Non credi che, dopotutto, io meriti qualcosa di più che un indirizzo e un nome?
Farò in modo che le nostre lettere non siano tracciate dal Ministero.

Amélie  || 𝑫𝒓𝒂𝒓𝒓𝒚 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora