Otto

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Un passo prima di saltare nel vulcano,
mi fermo.
In terra
le zebre stese
che dormono.
Qualcuno saluta,
qualcuno salta sulle file.
Contano i fari
e si spingono,
con sorrisi di cerniere,
ruote di montagna,
senza sudore.
Finte,
le ciglia,
alle spalle.
Colpiscono a tamburo
e scoccano metri più avanti.
Una freccia rubata tra "Sì" e "No"
dice: – Che ignominia.
Poi cammina verso casa.

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