Montagne russe

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Questa one-shot di circa 500 parole è stata scritta per il contest "whattist awards" di MassimoDuePuntoZero 

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 «Luna! Sono qui!» Martino cerca di attirare la mia attenzione agitando il suo lungo braccio.

Non sono mai entrata in un parco divertimenti, la mia famiglia è estremamente seria e noiosa.

Osservo le giostre esterrefatta, non ho mai visto nulla di simile!

Mi incammino verso Martino che mi saluta con un bacio sulla guancia.

È il mio primo ragazzo quindi ogni volta che mi sfiora sento un'emozione indescrivibile, come se milioni di farfalle stessero tentando di uscire dalla mia pancia.

«Andiamo alla cassa?» Chiedo, ancora stordita da quel bacio.

Martino estrae dalla tasca due biglietti e mi fissa con il suo bellissimo sorriso.

«Grazie, quanto ti devo?» Chiedo timidamente prendendo il portafoglio dalla mia borsetta azzurra.

Si mette a ridere, cosa avrò detto di sbagliato?

La mia faccia si colora di un rosso molto intenso e le mani iniziano a sudare.

Martino, accorgendosi del mio evidente disagio, diventa serio fulmineamente e dice: «Te lo pago io, non ti preoccupare.»

Ricomincia a sorridere, mentre prende la mia mano e mi guida verso l'interno del parco. Dentro di me iniziano a scatenarsi un numero indescrivibile di emozioni: ansia, euforia perché non mi aveva mai tenuta per mano, imbarazzo e non so quante altre.

«Ti va se proviamo le montagne russe?» Mi domanda guardandomi speranzoso.

«Si certo! Perché no?»

Dopo aver visto il Blue tornado, la giostra dove Martino vuole andare, mi manca l'aria e mi pento di aver accettato.

Non posso dirgli che ho cambiato idea, penserebbe a me come una codarda.

Per tutto il tempo che stiamo in fila non parliamo, ma lui continua a tenermi la mano, per me è un emozione continua e inspiegabile. L'unico aggettivo che mi viene in mente per descrivere quello che provo è: esaltante, ma sento che anche questa parola non è abbastanza.

Quando è il nostro turno cerco di calmarmi con dei lunghi e profondi respiri, ma non sembrano funzionare.

Ci sediamo sulla giostra e, dopo esserci sistemati le cinture, riprendiamo a tenerci per mano.

«Nervosa?» Mi chiede con un leggero sorriso comprensivo.

«Un pochino.» Rispondo timida.

Non dice più nulla. Pensa di tranquillizzarmi stringendomi la mano, ma le emozioni dentro di me impazziscono e sento di non riuscire a fermarle.

I miei pensieri vengono rimpiazzati dal terrore quando iniziamo a percorrere quella frustrante ed angosciante salita.

D'istinto lascio la sua mano e mi tengo strettissima al sedile.

Quando la giostra parte, l'adrenalina inizia a scorrere nelle mie vene e mi fa sentire estremamente potente, come se tutto fosse possibile.

Urlo tentando di trasmettere al mondo quello che sto sentendo dentro di me.

Scendendo dal sedile non ci penso due volte e mi lancio al collo di Martino per baciarlo.

Tutto sembra impazzire, il mio cuore batte all'impazzata e l'adrenalina di qualche secondo fa sembra scorrere ancora più velocemente.

Le persone ci gridano di spostarci, ma non m'importa.

Grazie a questa giostra ho dato ordine alle mie emozioni e ho capito che l'amore è un po' come andare sulle montagne russe. 

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