A Remus non piaceva l'inverno.Quella stagione così fredda, cupa e monotona non riusciva mai a dargli nemmeno la spinta per alzarsi dal suo fottuto letto e rendere le giornate produttive.
Seguiva le lezioni, occasionalmente andava a vedere le partite di Quidditch sotto obbligo di James gelandosi ogni volta il naso nonostante la sciarpa e il pomeriggio lo passava spesso facendo eventuali compiti o dando ripetizioni ai ragazzi di primo e secondo anno.
Cioè, sì, erano produttive eccome.
Studiava, imparava e metteva in pratica.Tuttavia, almeno per Remus, rendere una giornata produttiva non era solo avere la consapevolezza di non aver passato tutte le ventiquattr'ore a oziare e aver compiuto qualcosa di utile, ma soprattutto renderle da ricordare.
Talmente belle che avrebbe quasi voluto scriverci mezza pergamena per poi incorniciarla e appenderla al muro.
Quante ne aveva in testa di tali giornate da quando frequentava Hogwarts?
Troppe.Quando si erano incontrati quel primo settembre di alcuni anni prima sul treno, quando avevano fatto funzionare la mappa al terzo anno, quando aveva scoperto che i suoi amici erano diventati Animagi, quando aveva iniziato le ronde da prefetto insieme a Lily ed erano così diventati amici stretti.
E in ogni caso, sempre posizionate in stagioni come l'autunno o la primavera.
Mai d'inverno.Remus amava l'autunno con i suoi colori vivaci, le foglie che volavano spinte dalla brezza fresca.
Amava la primavera, con i fiori pronti a sbocciare, le gemme degli alberi intente a crescere, l'erba a ripopolare le pianure.
Amava l'estate, l'aria calda che gli si infrangeva in viso, il sole bollente, le fronde che gli davano protezione e ombra.Cos'aveva l'inverno? La neve, il ghiaccio, il gelo?
Sirius gli avrebbe risposto genuinamente "la possibilità di fare pupazzi di neve".
Non mancavano le domeniche in cui si era ritrovato a dover seguire l'erede dei Black in cortile quando c'era la neve per fargli compagnia mentre costruiva con il manto candido opere di estrema bellezza come tre palle una sopra l'altra abbellite con sassi, carote e bastoni.
E forse seguire l'altro ragazzo durante quelle sue manifestazioni artistiche era una delle pochissime cose belle che riusciva a trovare nella stagione.
Quella mattina, Lunastorta si trovava dormiente nel suo dormitorio.
Quinto anno, Grifondoro.Si svegliò poco dopo, senza nemmeno il bisogno che la sveglia iniziasse il suo irritante suono; sbatté un paio di volte le palpebre per abituarsi alla luce, rivalutando la bellezza di due colori tanto, troppo accesi come il rosso e l'oro per i suoi occhi alla mattina presto.
La seconda cosa di cui si accorse fu un fastidioso rumore provenire da dentro le tende chiuse del baldacchino di Peter.
Stava russando.
Il ragazzo avrebbe tanto voluto lanciargli qualcosa, anche se mai lo avrebbe fatto.Il punto era che qualcosa come due giorni prima c'era stata la luna piena e Remus ancora ne sentiva i postumi.
Avere un cervo, un cane e un ratto a distrarlo non era male, tornava in infermeria meno malconcio degli anni passati, ma le ossa gli si dislocavano comunque e qualche graffio o taglio ci cascava sempre.Infatti era lì, con un polso fasciato e una pozione di nemmeno lui sapeva cosa in attesa di esser bevuta sul comodino, datagli da Madama Pomfrey.
Si era alzato evitando movimenti troppo bruschi, si era stiracchiato le braccia sopra il capo, aveva ignorato l'esistenza delle ciabatte e con gran voglia di cominciare il dì, portò lo sguardo fuori dalla finestra per poi sbattere la fronte sul muro poco dopo.
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𝘗𝘳𝘰𝘥𝘶𝘤𝘵𝘪𝘷𝘦 𝘞𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳 𝘋𝘢𝘺𝘴 |Wolfstar|
Fanfic"Aveva portato di nuovo le braccia intorno a Felpato e aveva sbadigliato. Forse davvero l'inverno non era così male." Da cosa è composta questa one-shot: •Tanta Wolfstar; •Tanto fluff; •Tanta, ma davvero troppa per i gusti di Remus, neve. Buona let...