1...e così la fine avrà inizio!

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"Mio re... mio buon amico. È il vostro fedele signore di Jotunheira che vi scrive. Perdonate la lunga attesa per questo rapporto.  L'inverno quest'anno è stato più duro del precedente e ci ha portato via molte vite. Ora che si è finalmente concluso abbiamo seppellito i nostri morti e i contadini hanno ripreso gli attrezzi da lavoro per dedicarsi alla terra. Non un giorno si fermeranno e lavoreranno nonostante il clima, di anno in anno sempre più freddo, metta a dura prova i nostri terreni. Ma il duro lavoro si rende necessario per la sopravvivenza e per dividere tra tutti le razioni di cibo per il prossimo inverno.  Solo i nostri limoni sono cresciuti senza fatica nel gelido freddo invernale col loro bel colore che ricorda il grano e la ricchezza. Sperando di far cosa gradita ve ne mando diverse sacche in dono, assieme a questa lettera, tramite i vostri messaggeri. Volevo informarvi che il giovane scudiero che mi avete inviato mi serve con devozione e ha uno spirito baldo e fiero. Mi ricorda molto noi due in gioventù... Come potrete immaginare è quasi d'età col mio unico figlio maschio, Loki, che, ahimè, d'animo e d'interessi non gli rassomiglia per niente. Non mi riesce di farlo appassionare alla lotta o al combattimento, discipline che un buon signore dovrebbe conoscere per difendere i suoi possedimenti anche se avesse mille cavalieri a servizio.  Sapeste che delusione mi fa ogni volta vederlo sdegnare la spada per rinchiudersi nella biblioteca del castello e lì trascorrere gran parte delle ore del giorno.  All'inizio imputavo alla morte di sua madre il suo essere così chiuso in sé stesso, schivo e riservato verso chiunque, ma ormai sono passati troppi anni dalla perdita perché questa sia la causa dei suoi modi e ciò... mi fa timore.  Sappiamo entrambi come l'oscurità, che tanto abbiamo combattuto, prediliga questo tipo di animi solitari e in cuor mio posso solo sperare che se non sarà per mia mano qualcun altro provvederà a tirarlo fuori dalle tenebre della sua anima prima che sia troppo tardi... Ma passando a questioni più importanti... Tutto si è svolto, e attualmente procede, come previsto e continuerà così finché questo sarà il vostro volere, mio re."



Il sole era alto e i raggi illuminavano l'ampia stanza da letto dai tendaggi verde scuro e si insidiavano fino al grande letto a baldacchino che vi era al centro.Un ragazzo di tredici anni coi capelli neri, corti e scompigliati, riposava in quel letto, ma il suo sonno pareva agitato.

Una foresta oscura, vecchi alberi nodosi che coi loro rami secchi occludevano la vista del cielo. Una nebbia azzurra e violacea tutto intorno e freddo... poi d'un tratto...

Loki si tirò su di colpo ansimando.I capelli sudati e la schiena umida di sudore ghiacciato.Si passò velocemente le mani sulla faccia e inspirò profondamente.

"Era solo un incubo" si costrinse a pensare mentre lentamente cercava di riprendere a respirare normalmente.

Si sedette sul bordo del letto e poggiò i piedi sul pavimento di legno sollevando appena lo sguardo: c'era il sole fuori, ma a lui non importava.Scese dal letto e si sciacquò la faccia in un lavabo posto su di un treppiedi in ferro battuto dopodiché indossò i suoi calzoni marroni, stivali neri, un mantello verde, una camiciola dello stesso colore ed uscì dalla sua stanza.Camminò in silenzio per i corridoi del castello non parlando con nessuno dei pochi servi che vi incontrò e tenendo sempre lo sguardo basso, come del resto faceva ogni mattina.Non si curò nemmeno di fare colazione, non aveva fame, non ne aveva mai; si diresse direttamente in biblioteca chiudendosi sonoramente le porte alle spalle.Aprì appena il vetro della grande finestra posta sopra al suo scrittoio preferito dove si mise seduto un istante dopo. In ultimo aprì l'erbario per ricominciare a studiare le piante dal punto in cui le aveva lasciate.Non era passata che un'ora quando delle grida arrabbiate seguite da risate scherzose lo distrassero dalla sua lettura della "Glycyrrhiza glabra" costringendolo a guardare fuori dalla finestra.Diversi piani più sotto, nel cortile lastricato davanti al castello, il maestro d'arme stava correndo in tondo con un secchio di ferro in testa e inveendo ogni tipo di sciagura contro un giovane scudiero di quindici anni biondo e dalla pelle abbronzata.Era arrivato da circa un mese presso il castello di suo padre per intraprendere la via del cavalierato come figlio cadetto.Era un tipo fiero, brioso e spavaldo, ma era proprio la sua spavalderia a far saltare i nervi di Loki anche perché suo padre faceva di tutto per costringerlo a passarci del tempo insieme.E quel giovane non faceva altro che vantarsi di quanto fosse bravo a tirar di spada e di come tutti lo volessero a servizio; peccato che, a quanto si diceva, era stato cacciato già da almeno tre signori per aver combinato disastri e marachelle nel periodo da paggio.E sinceramente a Loki non importava nulla di quello che l'altro aveva da raccontare e dei suoi bei sorrisi, ma il giovane sembrava non volerla proprio capire.Questo giovane futuro cavaliere si chiamava Fandral.E proprio in quel momento tra una risata e l'altra il giovane impiastro, come lo chiamava Loki, lo scorse alla finestra.

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