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-Insomma,che cosa ho fatto?-

Strinse gli occhi,sforzandosi di trattenere le lacrime,cercando di mantenere ancora un minimo di dignità davanti al ragazzo.

La presa si fece più salda sulla maniglia fredda della porta e le nocche le divennero quasi bianche dalla fermezza con la quale si aggrappava.
Eppure non riusciva a fare un passo.

La testa le girava,in preda alla rabbia,al timore e alla delusione scottante che aveva appena ricevuto.
Le immagini di ciò che era accaduto pochi minuti prima le vorticavano in mente e,per quanto si sforzasse,non era in grado di pensare lucidamente.

Voleva piangere,urlare,uscire da quella camera che stava diventando sempre più soffocante,correre giù per le scale e fuori da quella casa,trovare sua madre e sprofondare tra le sue braccia.
Dio,quanto era infantile.

Nondimeno le pareva il comportamento più logico in quel momento,aveva bisogno di lei,non sarebbe riuscita a gestire una situazione simile da sola e voleva solo fuggire,fuggire lontano da quel ragazzo che aveva sconvolto la sua vita perfetta e che ora stava a pochi metri da lei,senza proferire parola.

Esitò ancora per qualche secondo,poi fece leva sulla maniglia e aprì la porta di qualche centimetro,con lentezza disarmante,proporzionale al bisogno di aria che percepiva in quel momento.

-Tu non hai fatto niente Rory-

Una mano le si posò incerta sulla spalla destra,sfiorando il tessuto della maglia e facendola rabbrividire.

Per un attimo si rilassò a quel contatto,un misero secondo,poi la ragione si fece largo prepotentemente e le ricordò che quello era Jess,il ragazzo che le aveva urlato contro appena pochi minuti prima.

Si scostò rapidamente e appoggiò la schiena al muro,passandosi una mano sul viso,cercando di riprendere il controllo di se stessa.
Non le sembrava il momento adatto per tirare fuori carta e penna per fare una lista di pro e contro sulla situazione.

-Parlami. Ti prego.-

Voleva essere forte,guardarlo dritto negli occhi e pretendere delle spiegazioni per il suo comportamento.
Voleva dimostrare di non essere debole,di non scoppiare a piangere per qualsiasi cosa mentre lui sembrava impassibile di fronte a tutto.

Eppure solo un flebile sussurro di rassegnazione era uscito dalle sue labbra,sfinita dalla consapevolezza che forse erano arrivati ad un punto morto.

Jess non accennava a muoversi o a dire alcunché,era diverso tempo che non osava neppure respirare troppo rumorosamente. Temeva che anche solo un minimo rumore avrebbe potuto scatenare la fuga della ragazza,come se fosse un cerbiatto davanti ai fari di un auto.

-Io lo so,so che questo non sei tu. So che hai qualcos'altro nella testa che ti rende infelice. Perché ti conosco,ti conosco forse meglio di chiunque altro-

Rory alzò lo sguardo che fino a quel momento aveva puntaro sulle sue scarpe verso il ragazzo.
I suoi occhi gonfi di pianto gli trafissero il busto da parte a parte,pensò che no,non poteva essere stato lui a causarli.

-Ma tu non parli. Non l'hai mai fatto.-

La vista riprese a farsi sfocata a causa delle lacrime,ma si trattenne:non voleva mostrarsi così indifesa davanti a lui che pareva di marmo.

-Io non so cosa tu abbia vissuto in passato,ma so che non ti è facile aprirti con le persone e quando l'hai fatto almeno un po' con me ne sono stata felice-

Un respiro profondo.

-Ma questo non mi basta più.
Io praticamente non ti conosco Jess, e essere trattata in questo modo dal mio ragazzo non mi piace per niente.
Fin dall'inizio tutti mi hanno consigliato di starti alla larga e io ti ho sempre difeso da tutto ciò che dicevano. Non voglio pentirmene.-

Mani intrecciate {Rory e Jess}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora