«Fa freddo stasera.»
«Mh. Già.»
«Che ne dici di una cioccolata calda?»
«In realtà non mi va molto. Scusa, non ne ho voglia. E poi, li avresti i soldi? Sono sicuro di no.»
«No, non li ho.»
«E come le avresti pagate due cioccolate calde?»
«Ne ho giusti abbastanza per prenderla a te.»
Jimin sorrise, poco, perché le guance erano dure e facevano male.«No, non la voglio. Grazie comunque.»
«Figurati.» Yoongi sfregò le mani tra loro. «È questo che fanno i fidanzati, no? Si comprano e offrono cose.»
Jimin si strinse di più nella giacca, affondando il mento nel tessuto pesante. Sentì la punta delle orecchie scaldarsi.«Sì, anche.»
«Scusa, sai che non sono granché preparato in questo. Cos'altro fanno?»
«Mah, non so. Dipende. Tipo tenersi la mano, passare del tempo insieme, ridere. Anche litigare. Baciarsi. Raccontarsi cose.»
«Vuoi che ti tenga la mano, Jiminie?»
«No, ho troppo freddo per toglierla dalla giacca.»
«Allora vuoi che ti baci?»
«Sì, be, quello non sarebbe male. Proprio per niente. Ma dopo, qui fa freddo.»Yoongi annuì. Si spostò di poco sulla panchina, con la pietra ruvida che gli graffiò i pantaloni.
Le loro spalle ora si toccavano.
La luna li spiava dal cielo in uno spicchio d'arancia candido e l'aria pizzicava la pelle come spilli di cristallo. Le loro voci erano gli unici suoni a sfidare il silenzio soffocato dalla notte.«Piuttosto, dimmi qualcosa.»
«Vuoi che ti racconti qualcosa?»
Jimin lo spiò senza voltarsi del tutto. Sussurrò, una nuvola chiara lasciò le sue labbra: «Sì, insomma, se ti va.»
«Massì, va bene. Va bene, fammi pensare a qualcosa... ah, ecco. Ad esempio, lo sapevi che ad Hokuto, in Giappone, c'è un ciliegio di 2000 anni? Ha un tronco di 14 metri. No, no, non sto scherzando. Si dice che a piantarlo fu un imperatore alla fine del primo secolo.»
«E fiorisce ancora?»
Yoongi annuì. «Ogni anno» rispose, affondando il naso nella sciarpa.
«Wow. Bello da sapere. Ma voglio sapere qualcosa di te, non del Giappone.»
«Non ti piace il Giappone?»
«No no, certo che è molto bello; mi piacerebbe visitarlo un giorno. Ma tu non cambiare discorso. Dimmi, non so, un tuo segreto o un sogno. Un ricordo.»Yoongi venne avvolto da un manto pesante di concentrazione. Pensava, si scavava dentro.
«Da bambino mangiavo le formiche, e mi piacevano.»
«Davvero?»
«Già.»
«Bé, io le mosche. Non penso il gusto sia poi così diverso. Qualcosa di più personale. Intimo.»
Jimin gli sfiorò il ginocchio con il proprio mentre cambiava posizione. Yoongi si voltò a guardarlo e sentì la bocca asciutta. Le parole gli suonavano lontane, prive di significato.«Qualcosa di personale» ripeté, guardandogli le guance pizzicate di rosso.
«Sì, qualcosa di personale.»Un altro respiro di silenzio.
«Una volta sono quasi caduto da una terrazza. Dal quarto piano.»
Jimin schiuse la bocca in una piccola "o". Ogni volta che lo faceva a Yoongi ricordava quel quadro, L'urlo. «Scherzi vero?»
Yoongi scosse la testa. Si schiarì poi la gola.«Sono serio. Ero a casa di mia zia. C'era una litigata enorme, ma proprio con insulti e quasi sberle, una di quelle di famiglia. Zie, zii, persino cugini. I miei genitori. Era per dei soldi, ci credi?
Chi l'avrebbe mai detto.»
«Sono sempre loro il problema.»
«Già. È così.» Si fissò le punte dei piedi sulla neve. «Senti, Jiminie, sei sicuro di non volerla quella cioccolata? Possiamo ancora andare a prenderla, basta che tu me lo dica.»
«No, grazie hyung. Sto bene così. Vai avanti.»«Mh» mormorò Yoongi, spingendo le mani di più nelle tasche.
«Sì insomma, ero uscito sulla terrazza per prendere un po' d'aria. Era soffocante stare dentro e mi faceva male la testa. Tutte quelle persone a respirare e urlare usavano un sacco di ossigeno» ridacchiò. «Mi era venuto caldo, e nella stanza in parte stava ancora mio nonno, quindi anche la sua presenza non mi calmava di certo. Tutti gridavano per quei dannati soldi, e lui era ad una porta di distanza con il viso più calmo che gli avessi mai visto.» Lasciò passare un istante di silenzio mentre gli parve che il suo viso si dipingesse nel candore della neve.
Riprese: «Sai, aveva sempre un'espressione talmente triste, angosciata, che ormai aveva la fronte piena di rughe in ogni momento. Quando parlava, mangiava, e anche quando non stava facendo nulla in particolare. Mentre dormiva, ad esempio. Sembravano incise nella pelle. Alcune volte, poi,» sorrise, «gli angoli delle labbra erano tirati così tanto all'ingiù che mi ricordava un cane. Hai presente quelli bassi, con le orecchie molto lunghe e un muso che sembra triste?»
«Mh, credo di sì. Tipo quelli nei cartoni.»
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𝙡𝙖 𝙡𝙪𝙣𝙖 𝙜𝙪𝙖𝙧𝙙𝙖 | ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿ
Fanfictionyou 𝒖𝒏𝒍𝒐𝒄𝒌𝒆𝒅 : 𝒃𝒂𝒏𝒈𝒕𝒂𝒏 ⸝⸝ 𝒂𝒖 ꗃ «Jimin, che ne dici di una cioccolata calda?» «In realtà non mi va molto. Scusa, ma non ne ho voglia. Grazie comunque.» «Figurati. È questo che fanno i fidanzati, no?»