Capitolo 6

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"Marley! Che piacere rivederti!" esclama il mio terapista quando entro nel suo studio

"Beh non ti offenderai se non dirò lo stesso, vero?" dico sedendomi sul divano di fronte a lui "In fondo se sono qui vuol dire che qualcosa in me non va."

"Non è detto che c'è qualcosa in te che non va." mi dice

"Oh invece sì." insisto "I miei incubi sono tornati."

"Quante volte a settimana?"

"Mmm vediamo." faccio uno sforzo di memoria "Credo almeno due. Forse tre."

"E gli attacchi di panico?" mi chiede

"È successo solo una volta. È stato per quello che ho deciso di tornare qui." confesso

"C'è qualcosa che ti turba particolarmente in questo periodo?"

"No, niente. È sempre la solita vita Levi." mi stendo "Sempre la solita merda."

"Perché dici così?"

"Lo sai. Lavoro per vivere, vivo per lavorare. Niente di entusiasmante." gli dico

"Ma tu ami il tuo lavoro, non è più così?"

"Certo che è così. Questo però non vuol dire che la mia vita sia perfetta. Solo perché faccio il lavoro che mi piace..." mi interrompe

"La vita di nessuno è perfetta, Marley." mi ricorda, lo faceva sempre quando venivo qui prima

"Lo so." annuisco

La seduta dura un'ora come sempre.
Effettivamente è stato bello parlare con qualcuno che non fossero le mie cugine.
Avevo dimenticato quanto uscissi rilassata da una seduta con Levi.
È proprio bravo nel suo lavoro e se dopo quello che è successo sono riuscita a riprendermi, è solo grazie a lui.
Gli sarò riconoscente a vita per questo.
Ci sono stati momenti, in passato, in cui ero più morta che viva.
Momenti in cui mi sembrava che più nulla avesse un senso.
Per le mie cugine era lo stesso però cercavano di darlo meno a vedere, soprattutto Maggie.
È la più grande tra noi tre ed ha sempre avuto un istinto protettivo, soprattutto nei miei confronti poiché sono la più piccola.
Quando ho iniziato ad andare  da Levi parlavo pochissimo.
Ero talmente chiusa in me stessa che spesso restavamo entrambi in silenzio per tutta la durata della seduta.
Lui però non mi ha mai fatto pesare la situazione e non mi hai fatto pressioni per farmi parlare.
Voleva che lo facessi solo quando e se mi fossi sentita pronta.
Con il passare del tempo ho iniziato ad aprirmi sempre di più e a poco a poco la mia vita è tornata sui binari, ho trovato il mio lavoro e ho cercato di lasciarmi tutto alle spalle.

Il suono del telefono mi distoglie dai miei pensieri.

"Pronto?" rispondo senza neanche leggere il nome sul display

"Mars Bars!" solo una persona può chiamarmi così

"Lola! Sto tornando a casa, dove sei?"

"A proposito di questo, ha chiamato Jayce. Indovina un po'? Stasera daremo una piccola festa a casa nostra!" esclama entusiasta

"Una festa? E che c'entra Jayce con tutto questo?" le chiedo confusa

"Quando tornerai a casa ti spiegherò tutto nei minimi dettagli. Nel frattempo...puoi fermarti a prendere qualcosa da bere?"

Sbuffo ma annuisco.

"Per quante persone?"

"Non saremo tanti. Prendi un paio di bottiglie, ok? Fai presto che devi prepararti! A dopo!" dice chiudendo la telefonata

È solo successo ||Harry Styles||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora