vaffanculo

Risorgerei dalle tenebre

É notte fonda.
Adesso sveglia voglio esserci solo io, con la mia lucina e il dottor Zivago appena chiuso, appoggiato sulla mensola accanto al mio letto sfatto.
Chi lo sapeva che Zivago viene da una qualche parola strana in russo che significa vivo?
A pensarlo mi viene un po' da ridere,
perché è esattamente il contrario di come mi sento io in questi ultimi tempi.
Svuotata, ecco, così sono adesso.
Sono stata svuotata dalle crudeltà e dalla monotonia del mondo e dalle persone che ci abitano, che piano piano hanno prosciugato la mia anima.
I loro commenti, quelli che ti demoliscono, cattivi, che non ti fanno dormire la notte, quelli che ti stimolano la voglia di piangere fino a crepare.
Mi sento come un manichino, come una bambola senza imbottitura.
La noia, la noia, la noia.
La strapperei via con le mie stesse dita dalle giornate che scorrono.
La scuola, con quei suoi voti del cazzo, che ti fa sentire un oggetto che deve essere prezzato prima di essere messo in commercio.
Poi il lavoro che ti spreme, che ti prosciuga fino all'ultima goccia tutta la tua linfa vitale.
Infine, campare per aria una cazzo di famiglia e divenire genitori assenti, odiati dai propri figli, che non sanno crescere le vite che hanno messo al mondo.
Rimanere nella stessa città fino alla morte, pulendo merda altrui dalle loro mutande e lavando casa dalla tua stessa merda.
Dicono che la vita è tua,
che puoi decidere tu come farla andare.
Cazzate.
Tutte le vite sono state già scritte prima che possano essere vissute, ed io resto qui, intrappolata nel sistema dal sistema stesso.
E se mi sparassi in bocca, eh?
Il sistema se lo ficcherebbe nel culo.
Errore.
L'umanità ha fallito il plagio di questa giovane donna del cazzo.
Sarei considerata fallita,
quando in realtà risorgerei dalle tenebre.