Inizio con il dirti il mio nome: Hansol Vernon Chwe, ma sono sicuro che tu ne abbia sentito parlare.
Sono il ripetente dell'ultimo anno che parla poco ed è omofobo.Starai pensando, cosa vuole? non ci conosciamo.
Eppure io ti conosco.
Sei la persona più solare che abbia mai conosciuto in vita mia, ma allo stesso tempo, la più cupa nei momenti difficili.
Non riesci a trovare un equilibrio, hai alti troppo alti e bassi troppo bassi.
Non te ne può fregar di meno di cosa gli altri pensano di te, a volte però, una singola parola è in grado di ucciderti.Hai 18 anni ed hai pensieri troppo maturi per la tua età, però quando piangi sei solo un semplice bambino.
Ti piace la vita, divertirti, e far divertire.
Ma a volte ti chiedi per cosa stai vivendo a fare.Ami tua mamma ed è il tuo punto di riferimento, solo che non la renderai mai fiera perchè non sei ciò che lei vuole.
Lei vuole che tu abbia un fisico perfetto, lo fa per te, certo,
Però non si rende di quanto ogni giorno può essere stressante sentire quelle parole dalla sua bocca.
Proprio dalla sua."sei grasso"
"guarda che gambe"
"un tempo non eri così"
"guarda gli altri come sono"
"ti hanno superato tutti"
"perchè nessuno ti prende?"
"Si vede che avrai tu un problema"
"piangi per ogni cosa"
"sei un bambino"
"dovresti essere più dolce"
"smettila di allontanare tutti"
"perchè non esci mai"
"vai in palestra"La ami così tanto, che ora la lasci solo fare.
Non vuoi deluderla, eppure sai che sarai deatinato a farlo.Ti piace scrivere.. si ti ho visto molte volte farlo.. solo che poi ti chiedi se non sia tutta una perdita di tempo e butti tutto all'aria.
I tuoi hobby,
le tue passioni,
i tuoi sogni.Credi di essere una brava persona, anche intelligente, ma non troppo da provare a realizzare i tuoi sogni.
So che volevi diventare psicologo, dimmi perchè sei ad un alberghiero allora.
-scusami ho letto tutti i tuoi fogli che hai gettato nel cestino -Perchè non hai neanche provato a diventare quello che volevi essere?
Non c'è bisogno che tu me lo dica.
Pensavi fosse una strada troppo difficile da intraprendere, che non avresti retto.
Eppure sembri non reggere neanche questa strada, sembra che tu possa scomparire da un giorno all'altro.Ed è proprio così, ti senti ad un punto morto, non sai come salire da quel pozzo nel quale sei stato proprio tu a lanciarti.
Cerchi di immaginarti un futuro, e proprio non sai dove potresti stare bene.
Lavori come cameriere in un ristorante vicino casa tua, e pensare che quello dovrebbe essere il mestiere della tua vita ti fa mancare l'aria.
Sei allegro con tutti, te ne prendi cura anche non necessariamente, però non riesci mai ad aprirti appieno e non vuoi.
Pensi che non capirebbero,
come una persona può essere tanto bianca quanto nera.Scusami, non volevo entrare nel tuo mondo senza permesso, davvero.
Ho iniziato a leggerti quando trovai uno dei tuoi bigliettini affianco al cestino della spazzatura.Raccontavi di quando quella mattina per rendere felice tua mamma mangiasti solo qualche fetta biscottata, ma lei ti diede la colpa trovando il barattolo di nutella mezzo vuoto.
Nonostante in casa ci fossero altre due persone; tuo fratello - il preferito e quindi l'intoccabile - e tuo padre.
Così avete iniziato a litigare perchè tu proprio non sai startene zitto e sei uscito dicendo che non saresti tornato.
Così aspettai il giorno dopo per scoprire cos'avessi fatto in seguito e da allora iniziai a scavare nei cestini della tua classe dopo le lezioni, fu bello trovarti sempre lì.
Mi abituai al tuo modo di comunicare; ad ogni frase aggiungevi un "voglio morire" vicino, e sono sicuro che tu lo faccia anche dal vivo nonostante non ti abbia mai sentito parlare.
All'improvviso hai smesso di scrivere, ed era l'unico modo per ascoltarti, quindi mi sono sentito smarrito in quell'aula vuota.
Poi però oggi finalmente ne è arrivato un altro.
Finalmente è un parolone, avrei voluto non leggere quell'unica parola che mi ha stracciato il cuore.
quel <oggi mi uccido> così pieno di verità, così nero e cupo, ma affiancato da un girasole disegnato malissimo.
Allora ho pensato che forse sono ancora in tempo.
Non c'è bisogno che ti chieda il motivo per il quale tu voglia fare questo gesto estremo.
Quel pozzo troppo profondo sta pian piano rubando la tua purezza, e vuoi farla finita per te stesso.
Perchè non sai il domani cosa avrà in serbo, ma comunque non vuoi saperlo perchè sei convinto che niente cambierà il tuo modo di essere.
Continuerai a vivere con l'idea di essere sbagliato e sei stanco di portare solo cattive notizie a casa.
Brutti voti,
addormentarsi in classe,
nessun lavoro decente,
l'aver mangiato pure oggi.Tanto pure se scompariresti, nessuno lo noterebbe, giusto?
Come quando rubi una sigaretta da dietro dal pacchetto di tuo padre.
Come quando fai una battuta sul tuo stato d'animo e nessuno pensa che sia ciò che provi sul serio.
Come quando aggiungi quel voglio morire dopo ogni frase con la speranza che qualcuno ti dica "non farlo"Eppure io ti ho notato, l'ho fatto per pura curiosità inizialmente si..
Poi però ho iniziato a voler saper come stessi davvero.Ho scoperto il tuo nome ed ho iniziato ad osservarti in silenzio.
Non devi pensare neanche un minuto di essere indifferente al genere umano, non lo sei.
Sono una persona normale, che non è né bianco né nero, sono quello che vorresti essere e ti confesso che non so neanche cosa significa controllarsi per non deludere le aspettative di qualcuno.
Stai pur certo però che ti ho capito perfettamente, forse sarà per il tuo modo di scrivere tutti i particolari, forse perchè mi arrivi dentro.
Oppure sono tutte scuse perchè ho una voglia matta di conoscere questa persona meravigliosa.
Dammene la possibilità.
Dammi la possibilità di salvarti da quel pozzo.Non farlo, Boo Seungkwan.
Non ucciderti..
[premetto che questa non doveva essere una storia, ma un semplice sfogo in un momento no della mia vita.
Poi ho pensato, perchè non farla diventare una storia?
Perchè non fare arrivare a qualcuno quello che sono? sono sicura di non essere la sola.
E spero di incontrare un Vernon nella mia vita]
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how to save a life | verkwan
RomanceSeungkwan tenta il suicidio, ma qualcosa o qualcuno lo ferma.