~Il capitolo comincia con una prolessi che porta molto avanti con la storia. Nel prossimo capitolo,il terzo, ci sarà una continuazione cronologica del primo.20/05/1982
12:00
La campanella era appena suonata e mi buttai fuori da scuola il prima possibile, respiravo affannosamente. Era una giornata particolarmente umida e appiccicosa.
Uscendo da scuola trovai Giulio davanti ad una vetrina e mi avvicinai a lui in modo che potesse notarmi. Mi notò senza discostare gli occhi da cosa stava guardando.
"Guarda, è enorme" disse dopo una trentina di secondi.
Guardai prima Giulio della vetrina. Mi stava indicando degli enormi dolci con l'acquolina in bocca che non era più tanto in bocca; per poco la sua bava non colava sul vetro della pasticceria dato che la sua faccia era spiaccicata su di essa.Giulio era il fratello di Martina, la ragazza "noiosetta" vicino a cui mi sedetti il primo giorno di scuola, andava in terza media in una scuola vicino alla nostra.
Avvicinai il viso alla vetrina e in effetti quei dolci erano veramente appetitosi.
Avrei voluto entrare e comprarne almeno 3 tipi diversi ma non potevo, il giorno prima mia madre aveva cucinato una crostata di mele e ne avevo mangiato un grande pezzo: non mi era concesso sgarrare ancora.La luce del sole picchiettava sul vetro e ogni qual volta che qualcuno passava dietro si creava un effetto d'ombra a intervalli che permetteva di vedere meglio l'interno del negozio. Questa volta l'ombra stava durando troppo, mi girai e notai che a bloccare il flusso di luce c'era Martina, intenta a fissarmi. Più che fissare me, i dolci o Giulio, fissava il vuoto. Aveva la sua classica espressione di quando deve dire qualcosa di importante.
"Venite" disse, mantenendo gli occhi fissi sul nulla.
Scesi gli scalini per raggiungerla ma notai che Giulio era ancora lì, fermo a guardare i dolci e per sganciarlo dovetti proprio trascinarlo.La villa era un posto frequentato da tutti i ragazzi della scuola o meglio, ci andava solo chi non aveva niente di meglio da fare o per studiare.
Era quasi sempre deserta.
Mentre camminavamo sul vialetto che conduceva al centro della villa, il suo zainetto pieno di ciondoli e portachiavi per via del chiasso che produceva aveva quasi attirato su di noi l'attenzione delle poche persone intente a farsi i cazzi propri lì e questo mi metteva molto in agitazione.
Nessuno ci notò.
Martina e Giulio si sedettero su una panca quasi totalmente rotta e per me non c'era posto.
Non sono mai stato il classico ragazzo che corre per accaparrarmi il posto prima degli altri.
Preferii accovacciarmi davanti a loro.
Neanche il tempo di sederci che Giulio estrasse dal taschino il suo game boy mettendosi a giocare a tutto volume.
L'attenzione delle poche persone nelle vicinanze era completamente su di noi. Ero rosso e il mio cuore batteva fortissimo.Martina si era improvvisamente agitata e non potendo fare a meno di notarlo le chiesi cosa ci fosse che non andasse.
"Ecco guarda, che ti avevo detto: È UNA FOTTUTA DROGATA".
Disse, indicandomi una ragazza in lontananza che camminava a braccetto con altri due suoi amici.
Lì per lì non mi resi conto neanche di chi fosse la ragazza, se l'avessi mai vista o se la conoscessi...effettivamente mi richiamava leggermente la mia prozia Margaret.
Aveva dei capelli corti, rasati ai lati, bianchi, molto mascolina nel vestire e nei movimenti. Stava fumando una sigaretta.
"AHAHAHAH": le risi direttamente in faccia, alitandole sul telefono tutta la mia convinzione che quella fosse sicuramente una parente della mia cara prozia Margaret e che magari quel Natale me la sarei pure ritrovata a casa a festeggiare con me e i miei parenti.
Natale in cui, Margaret, non ci faceva mai mancare la sua presenza, perché il suo regalo era proprio quello: una zia bigotta e fascista pronta a strizzarmi le guance intimandomi di sposarmi al più presto con una bella donna servizievole. Come se l'abbonamento alla mia giovinezza potesse scadere da un momento all'altro.
"Magari così dentro il regalo di Natale ti potrebbe passare pure qualche cannetta...eh? sicuramente sa dove trovarle."
Martina dalla rabbia era diventata rossa come un jalapeño ed io per non far mancare una punta di fastidiosa ironia sul tutto aggiunsi:
"Una bella canna ci starebbe per rilassarmi un pò, siamo alla fine dell'anno scolastico e forse risulterebbe anche troppo leggera".

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La statua
Teen FictionAnni 80 Un ragazzo 15enne dopo essere stato bocciato deve ricominciare la sua vita. La vita di un adolescente. Cambia indirizzo scolastico e la sua vita ricomincia alla vista di un ragazzo. Nella storia entreranno altri personaggi e delle vicende to...