Quella sera non riuscivo a dormire

Quella sera...

... non riuscivo a dormire.

Il caldo estivo entrava prepotentemente dalle finestre spalancate, nella vana ricerca di far entrare un po' di brezza notturna. Seoul quell'anno era troppo calda e mi arrivavano le voci dalle strade affollate di turisti, non aiutando con la mia insonnia. Vivevo in un piccolo appartamento modesto, un monolocale dal costo troppo alto e purtroppo senza impianto di condizionamento, non me lo potevo ancora permettere. Quella sera e quelle successive, una dietro l'altra sempre uguali, una ripetizione continua e noiosa. Ecco quello che pensavo "Mi annoio".

Anche stanotte non è diversa dalle precedenti, penso mentre continuo a girarmi nel letto in cerca di una zona più fresca, sento la t-shirt appiccicarsi addosso rendendo vano ogni mio tentativo di sollievo. Sbuffo esasperato e mi alzo a sedere rinunciando a provarci, le mie orecchie captano il rumore della ventola del condizionatore dell'appartamento vicino: alla porta accanto alla mia vivono due ragazzi poco più grandi della mia età, anche loro studenti.

Uno di loro si chiama Jimin, un ragazzo basso e minuto ma dal fisico muscoloso e allenato, ad osservarlo bene deve studiare danza perché ha delle movenze molto delicate e sensuali. Ogni volta che lo incrocio in ascensore mi riserva un grande sorriso, inclinando la testa di lato e chiedendomi come sia andata la giornata, i suoi occhi allora diventano due mezzelune ed io rimango sempre incantato a guardarlo. Almeno una volta a settimana mi propone di passare da loro o di raggiungerli in qualche locale, visto quanto amano la vita mondana, ma io invento sempre qualche scusa.

Sono un ragazzo riservato e abitudinario, sono venuto fin qui da Busan per studiare e creare il mio futuro, la mia famiglia conta su di me per trovare un rispettabile lavoro e non certo per divertirmi o innamorarmi. Sono gay ma non l'ho mai detto a nessuno, per mantenere la facciata di figlio perfetto, inoltre ho gusti davvero esigenti in fatto di uomini. Non sarà certo un bel faccino a farmi capitolare, anche se il bel faccino in questione ha uno sguardo carico di sensualità che a malapena riesco a rispondere a monosillabi, figurarsi fare più di una frase di senso compiuto.

L'altro ragazzo si chiama Taehyung e dalla sua voce calda e profonda posso solo immaginare sia un cantante, ma certe volte lo sento suonare il sassofono nel tardo pomeriggio. Spesso mi siedo in terrazza, ascoltando le sue melodie uscire dalla finestra accanto, chiudendo gli occhi e lasciandomi trasportare da quelle note malinconiche ma capaci di avvolgerti e trasportarti lontano. Rispetto al primo è più alto e slanciato, il portamento elegante e fiero, i suoi occhi sono così profondi e misteriosi che sembrano vogliano scrutarti fin nel profondo. Quando lo incontro, di solito a notte tarda quando torna da qualche locale dove probabilmente si esibisce, cerco sempre di evitare il suo sguardo mentre lui invece si ferma ogni volta a fissarmi senza proferire parola, facendomi venire i brividi e l'insana voglia di sbatterlo contro il muro e baciarlo. Non so nemmeno io perché.