Quella Mattina non era proprio la mattina in cui si sarebbe voluta svegliare la nostra protagonista.
Lyla era ancora sdraiata sul letto e si era messa un cuscino in faccia. Non aveva voglia di partire, ne di stare insieme a quell'orco di James Rivera. sapeva che quel viaggio l'avrebbe scaricata del tutto. Ma Lyla si alzò dal Letto, perché non era certo una che mollava. Non era certo una che si arrendeva così facilmente.
Si mise davanti allo specchio del suo piccolo bagno dalle pareti molto molto ammuffite per colpa del vapore dei lunghi bagni che faceva Lyla alla fine di una dura giornata di lavoro. Non era certo colpa sua se era costretta a rilassarsi per così lungo tempo, era tutta colpa di quel viziatino che le affidava tutto quell'inutile lavoraccio.
Guardava con disprezzo i suoi lunghi capelli castani tutti arruffati, e prese la solita spazzola iniziandosi a pettinare velocemente, lasciando cadere una quantità non molto indifferente di capelli sul lavandino. Un po' anche sul pavimento.
Si guardò di nuovo, e si accorse che la situazione non era cambiata un granchè. "Dovrei mettere del trucco?" Disse disapprovando la propria affermazione. "Cerca di apparire presentabile Brooks." Aveva detto Rivera con quel suo sguardo assente e stramaledettamente arrogante.
"Forse non sarò abbastanza per lui, ma sul lavoro non guardano come leghi i capelli o come metti il rossetto." Disse mettendo il suo lucida labbra color malva. "O forse si?" Si bloccò un momento pensierosa, e i suoi occhi caddero sull'unico mascara che possedeva. Lo prese e lo passò delicatamente sulle sue lunghe ciglia nere. Si guardò per la centesima volta allo specchio. "Può andare" disse posando tutto sul ripiano e uscendo da bagno.
Tornò in camera da letto e aprì il suo armadio.
"Questo no.
Questo nemmeno.
Questo non se ne parla.
Se metto questo mi caccia.
Con questo sembro grassa.
Che ci fa la panciera di mia nonna dentro il mio armadio?"
Dopo quindici minuti non aveva ancora scelto nemmeno le calze da mettere. Almeno Lyla aveva avuto l'accortezza di svegliarsi molto tempo prima, in previsione di questa eterna indecisione sull'outfit da "IN VACANZA COL CAPO".
Non era una che amava apparire. Infatti Lyla aveva sempre la sua camicia bianca con sopra i suoi amati maglioni. Una volta grigio, una volta azzurro, una volta marrone e così via. Nemmeno un colore caldo. Nemmeno un vestito. Nemmeno una gonna. e a lei piaceva esattamente così, nonostante i continui "mio dio Brooks, non sembra per niente una segretaria. perché non va a lavorare come bibliotecaria?" dei suo simpaticissimo capo.
Alla fine la sua decisione ricadde su un pantalone a sigaretta beige con la sua camicia e il suo Blazer marrone preferito. le scarpe erano la parte più difficile, però optò per il suo paio di tacchi da 4 centimetri appena. sua madre diceva che la facevano sembrare 10 anni più vecchia, ma la sua faccia era sempre contrariata, e quindi non aveva mai comprato dei tacchi più alti.La sua testa la riportava sempre più spesso alla faccia disprezzata di James Rivera e alla sua reazione al suo outfit così vintage. Ma poco importava, non doveva mica sposarselo.
"Dai Lyla, sono solo 15 giorni. resisti per 15 giorni e poi ognuno per la sua strada"
Lyla stava lì davanti la porta girevole del palazzo in cui odiava mettere piede ogni mattino per poi diventare "Tu come ti chiami" oppure "signorina... non ricordo come ti chiami, poco importa.". la valigia era in macchina, già pronta per la sera, e non si capacitava del fatto che nonostante dovessero prendere l'aereo in meno di 8 ore, fosse comunque stata convocata nell'ufficio di James.
la sua faccia esprimeva tutto l'odio nei confronti della mattina, e del suo capo arrogante, ma si sforzò di apparire adorabile e disponibile. d'altronde questo lavoro le serviva.
"buongiorno signore. mi aveva chia-"
"le sembra ora di arrivare? tra meno di 8 ore dovremmo essere su un aereo che ci porta dritti di fronte il più grande affare della mia vita e non è ancora stato svolto nessun tipo di lavoro. si sbrighi. il tempo è denaro. e questa volta non lo intenda come un modo di dire." Lyla nella sua testa lo aveva già scaraventato giù dalla sedia e lo aveva già pestato. nella realtà per sua sgradevole sorpresa era ancora seduto su quella odiosa sedia cigolante e con le mani incrociate davanti la bocca, mentre la fissava intensamente con sguardo severo. "Beh? non mi ha sentito? Vada!' disse con tono più alto.
Lyla se ne andò senza nemmeno degnarlo di una risposta. uscì da quella stanza con passo svelto e nervoso, e si chiuse la porta dietro di lei. non vedeva l'ora che quel viaggio finisse, e il problema era che non era nemmeno iniziato.
fece scivolare la testa all'indietro, poggiandola nella porta dell'ufficio di James, e con aria stressata, prese un respiro profondo. "Resisti Lyla... resisti." Lyla si dimenticò tutto per un attimo, ma dietro la sua testa la porta dell'ufficio si aprì. Lyla perse l'equilibrio e cadde all'indietro, cadendo sulle possenti braccia di James che la stava guardando con aria perplessa. il suo sguardo però si trasformò da perplesso a severo, quando notò che tra le sue braccia c'era proprio Lyla che Paonazza per l'imbarazzo si alzò velocemente e corse verso il suo ufficio, chiudendosi dentro e poggiandosi dietro la porta. ci penso solo un secondo prima di spostarsi sulla sua sedia - non cigolante - ripensando all'esperienza poco professionale che aveva appena provato.
però forse non era ancora finita.
Lyla si era appena seduta nella sua sedia quando la porta di aprì, mostrando il corpo ben vestito di James, a braccia incrociate, che guardava Lyla con sufficienza appoggiato allo stipite della porta. "signorina Brooks..." iniziò avanzando piano piano verso di lei. "mi ascolti bene..." poggiò le sue mani sulla scrivania. Lyla sentiva il suo corpo statico davanti a lei emanare calore, come nei cartoni animati, e il suo respiro si fece più pesante, vedendo il suo capo "viziato" ed "arrogante" così serio davanti a lei con quello sguardo privo di emozioni. "questa non è una gita scolastica. e non ho scelto lei perché possa starsene tutto il giorno dietro le porte di tutti a comportarsi da adolescente. Ho scelto lei, perché -a mio malgrado- lei è la migliore nel suo campo. Quindi se non le dispiace, vorrei che avesse un minimo di ritegno nel riguardare il suo comportamento." disse con voce bassa, quasi sussurrando. "la chiami miaccia, se le pare, ma se i miei piani vanno come spero, questo viaggio sarà vantaggioso anche per lei. ora se non le dispiace. riprenda il suo lavoro." disse porgendo a Lyla una serie di documenti. poi James girò i tacchi e si avviò verso la porta, ma prima di chiuderla disse "E se non le crea troppo disturbo... Brooks... si degni di arrivare almeno per l'orario stabilito in aeroporto. Sa, gli aerei non aspettano le segretarie poco dignitose per partire." chiuse la porta dietro di se, lasciando Lyla scioccata seduta alla sua scrivania con lo sguardo perso nei pensieri, realizzando poco dopo che quell'uomo ai suoi occhi era arrivato sul podio degli uomini più detestabili che lei avesse mai visto. al primo c'era Caledon Hockley, di Titanic.
non ebbe altra scelta, se non tenere i suoi insulti per lei, e continuare a lavorare.Le ore passavano talmente veloci, che Lyla non si accorse che aveva passato l'ora di pranzo. così, distrattamente, posò il lavoro svolto da una parte, dividendolo dal lavoro ancora da svolgere. Si alzò e silenziosamente, avendo paura di ricevere un'altra predica da James, uscì da quel grande edificio che di lei aveva conosciuto il lato peggiore. si diresse verso il suo fast food preferito, ordinò il suo solito cheesburger e cola grande, ringraziò il proprietario con un "ti adoro Fred" seguito da un "sta attenta ragazzina", e tornò in ufficio in meno di 10 minuti, che era già un record.
si sedette nuovamente nella sua sedia, convinta di essere scampata dai rimproveri di James, quando "Brooks, meno cibo più lavoro. si sbrighi e venga da me fra 5 minuti, le devo illustrare il progetto che presenteremo questo fine settimana.".
"ci risiamo." disse Lyla portandosi una mano sulla fronte. "non faccia la bambina. si levi quelle mani dalla testa." Lyla sobbalzò rimettendosi a sedere composta. "ma come-". decise che stare seduta a farsi domande non la avrebbe aiutata per niente. se ne era fatta per mesi senza ottenere alcuna risposta. Si alzò, prese il suo blocchetto di appunti e raggiunse l'ufficio di James. Bussò una prima volta senza ottenere risposta. bussò nuovamente, e stavolta la porta si aprì mostrando un viso tempestato di lentiggini incorniciato da una folta chioma rossa. Lyla rimase imbambolata a guardare quegli occhi verde smeraldo prima di essere interrotta da un "oh, signorina Brooks, mi scusi, io sono Julie Smulders. prego, entri." Lyla entrò senza guardare se James ci fosse o meno. confusa per aver fatto quella nuova conoscenza.
"Julie, vai pure. ci vediamo tra poco." disse James riferendosi alla ragazza rossa piena di lentiggini, rivolgendole uno sguardo ammiccante, seguito da un bacio. "a Dopo Jamie" rispose mandandogli a sua volta un bacio facendo un gesto plateale con la mano. seguirono altri sguardi, altri cenni, e Lyla non resistette "ok, l'attimo è passato... signor Rivera vuole dirmi perchè sono qui?" chiese tentando di cacciare quella ragazza che ormai le aveva dato su i nervi. James le rivolse uno sguardo infastidito, fece cenno alla rossa di andare, e con una camminata poco normale, uscì dalla stanza lasciandola da sola con la persona che più avrebbe voluto strozzare al mondo.
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Because Of You
ChickLit"Non è mia competenza fare questo per lei, quindi se non le dispiace ho di meglio da fare." Disse nervosamente Lyla uscendo dalla stanza. Niente le aveva fatto cambiare idea di quell'uomo che piu' passava il tempo più' odiava. Voleva solo levarselo...