Bonus.

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Se vi va, prendetevi del tempo per leggere questo aggiornamento, è molto importante per me.
Ringrazio in anticipo quelli che lo faranno.



Avevo poco più di vent'anni quando mia nonna mi lasciò, ricordo bene quel giorno: era il giorno prima di un esame importante all'università, mi ero preparato bene per tenere alta la considerazione che avevano di me i professori e per portare a casa, da mia nonna, un bel voto, cosicché lei fosse talmente felice da cucinare i piatti che più amavo e rimpinzarmi di cibo.
Inizialmente i miei piani erano completamente differenti da ciò che ho appena illustrato: era l'ultimo esame orale del primo anno di università e avevo intenzione di portarvi anche la donna che aveva sudato e stretto i denti, lavorando, per permettermi di avere un futuro che potesse essere fruttuoso, - era l'unica che avesse creduto in me, l'unica che non mi avesse mai imposto cosa fare e che avesse sempre messo in primo piano la mia felicità - questi piani, però, furono completamente gettati al suolo dai continui malori di quella donna tanto forte e coraggiosa, che aveva sempre sacrificato se stessa per la famiglia e per le persone che amava.

Da piccolo era la mia eroina e lo è stata anche dopo, lo sarà sempre, colei che mi salvava da tutto e tutti, potevano essere problemi futili, da bambino, come ad esempio mia madre che mi sgridava poiché non ero stato attento durante i miei quotidiani giri in bici e mia nonna che mi difendeva, ma era la mia eroina in primo luogo perché potevo sempre contare su di lei, sapevo che ci sarebbe sempre stata e che avrebbe saputo comprendermi sempre, qualsiasi cosa stessi affrontando. Non mi aveva mai giudicato - eccetto per le volte in cui mi vedeva magro e mi imponeva di mangiare - e mai lo avrebbe fatto, sapevo di potermi fidare di lei.
Durante gli ultimi mesi di vita, ero stato io ad occuparmi di lei in tutto e per tutto, purtroppo il nonno era venuto a mancare diversi anni addietro, motivo per cui non lo avevo mai conosciuto, pertanto ero l'unico che potesse starle accanto per ripagarla di tutti i sacrifici che aveva compiuto per me: ero cresciuto con lei dai sei anni in poi a causa del lavoro frenetico dei miei genitori che li costringeva spesso a grandi spostamenti, mia nonna era così felice di avermi a casa, specialmente quando portavo il mio migliore amico, era innamorata di Jimin poiché lo considerava un "gran bel giovanotto dai modi gentili e cordiali" e, in più, era a conoscenza del fatto che avessi una cotta per lui, un piccolo capriccio, intendiamola in questo modo.

Ero convinto che sarebbe stata sempre al mio fianco, nonostante sapessi che nessuna vita sarebbe mai stata per sempre.

Quel giorno ero felice, stavo tornando da lei dopo essere stato a casa di Jimin per studiare e, con un grande sorriso sul volto, avevo intenzione di raccontarle cosa avevamo fatto e cosa avevamo studiato, lei mi ascoltava in ogni caso con quel dolce sorriso sul volto; tornato a casa, vidi mia madre trafficare per le stanze con gli occhi lucidi e rossi, cercando qualcosa. Non riuscii nemmeno a comprendere cosa stesse accadendo - anche se un dubbio si era insinuato nella mia mente - finché non arrivò mia zia, anch'ella con gli occhi rossi e le lacrime che sgorgavano da questi ultimi e le rigavano le guance.

Mia madre mi guardò dolcemente e mi disse che non sapeva come dirmi che la nonna non era più presente su questo mondo poiché avrei dovuto avere un esame importante il giorno seguente. In quel momento mi cadde il mondo addosso, non sapevo cosa fare, come reagire e l'unica azione che riuscii a compiere fu chiudermi in bagno e scrivere a Jimin, mentre lacrime salate continuavano a scendere dai miei occhi.
Sentivo un grande vuoto dentro di me e il cuore squarciarsi nel petto, non pensavo di riuscire ancora a vivere, speravo fosse tutto un sogno perché sapevo che prima o poi sarebbe dovuto accadere, ma non così, non in quel modo. La vita era stata troppo crudele con lei: farle soffrire di problemi al cuore già da giovane e farle perdere il marito a poco più di cinquant'anni, ero distrutto a pensare di non averla salutata per bene e mi sentivo corrodere dal dolore; il mio migliore amico si precipitò immediatamente a casa mia e mi lasciò piangere, urlare, tirare pugni contro il suo petto con la poca forza che mi era rimasta, mentre lui mi carezzeva dolcemente la schiena e i capelli sulla nuca, piangendo insieme a me. Così fece per i restanti giorni in cui non riuscivo a stare bene e a sorridere come facevo solitamente, mi ero spento completamente, ero privo di qualsiasi emozione, ma sapevo che lei non lo avrebbe mai voluto e che avrebbe voluto vedermi sorridere; la verità era che mi stavo tendendo tutto dentro per non recare ancora disturbo a Jimin, ma, se non fosse stato per lui, non sarei mai andato avanti, non sarei mai riuscito a smettere di pensare a un mondo senza di me. Se Jimin non ci fosse stato, se non fosse stato al mio fianco, se non fosse stato la mia ancora in ogni occasione, sarei affogato nel senso di colpa che mi uccideva: non averla mai ringraziata.

Certo che a volte compiamo azioni più complicate quando vogliamo rendere felice qualcuno, ma, in realtà, basterebbe solo un semplice 'grazie di tutto, ti voglio bene'.
Avrei voluto tanto dirle questo prima che se ne andasse, ma non si può rimediare a qualcosa del genere.

Ogni volta che, però, vedete una farfalla, lasciatela libera e pensate a qualcuno che vi sta a cuore, ma che non avete più la possibilità di vedere e di abbracciare; ammirate quella farfalla poiché è libera e vola lontana da tutti i problemi della vita, apprezzatela poiché una vita, così piccola agli occhi degli altri, può essere una grande vita.

Credevo di non rialzarmi più dopo quella grande caduta, ma al mio fianco c'era Jimin, quell'angelo che mi aveva salvato da ogni mio demone e fu lì, durante quel brutto periodo, che mi resi conto di amarlo, che ciò che provavo nei suoi confronti non era una semplice cotta né un capriccio, bensì lo amavo. Senza di lui non avrei mai potuto vivere ed era per questo motivo che, quando il ragazzo andò in coma a causa mia, ero distrutto.
Sapevo che non avrei potuto farcela senza di lui, sarei davvero morto all'idea di non averlo più al mio fianco, di non poterlo più stringere tra le mie braccia, di non poterlo più veder sorridere con quel sorriso così sincero e amorevole. Sentivo che la ferita fosse stata riaperta, ma, fortunatamente, andò tutto per il meglio e, vederlo nuovamente sorridere, lenì quella grande ferita che avevo nel cuore.

Tenetevi strette le persone a cui volete bene e dite loro tutto ciò che volete dire poiché il tempo vola e, a volte, non abbiamo la possibilità di ringraziarle e dirle che le vogliamo bene a causa del poco tempo.






Spazio autrice.

Annyeonghasaeyeo!

Sarà stato strano il fatto che vi siate trovati con una notifica di questa storia poiché avevo detto che fosse finita, beh... era giusto un bonus che non è molto inerente alla storia e me ne rendo conto, ma volevo fare un piccolo omaggio a mia nonna poiché oggi è un anno dal giorno in cui lei è volata via. Spero che questo piccolo bonus vi sia piaciuto, tornerò presto con una nuova storia e spero che potrà piacervi.
Vi voglio bene, grazie ancora per tutto.
A presto! ♡

Spring Day || VMinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora