L'INCONTRO: Come tutto ebbe inizio

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I personaggi di Kojiro Hyuga, Takeshi Sawada, Tsubasa Ozora, Ken Wakashimazu, Kazuki Sorimachi e Genzo Wakabayashi non sono una mia creazione ma appartengono al genio e alla maestria di Sensei Yoichi Takahashi.

Yasu Wakabayashi appartiene a Berlinene (autore di EFP)

Minami Ozora, invece, è mia in tutto e per tutto.

Tutto quello che ho scritto è stato fatto senza alcun scopo di lucro, ma per puro divertimento

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L'INCONTRO: Come tutto ebbe inizio

Takeshi Sawada aprì il proprio armadietto e ne estrasse le scarpe da esterno. Si sfilò quelle che utilizzava in aula e nel frattempo si rivolse alla ragazza proprietaria dell'armadietto accanto al suo: «Allora Minami...»

«Nacchan, non "Minami". Quante volte te lo devo dire?» lo corresse lei.

Takeshi la guardò: era davvero una splendida ragazza con quei capelli neri e lunghissimi e gli occhioni color del mare sottolineati da ciglia foltissime. E poi aveva un magnifico sorriso, di quelli che ti sciolgono cuore ed anima.

Bella.

Troppo bella.

Decisamente fuori portata.

Meglio non farci neanche un pensiero e limitarsi a considerarla come una semplice compagna di banco.

Ricominciò a parlare: «Dicevo... allora Nacchan: come ti sembrano questi primi giorni alla Toho Gakuen?»

Lei sorrise radiosa: «Mi sta piacendo più o meno tutto, Take-chan. E sono davvero contenta di avere trovato te come compagno di banco!» così dicendo gli fece l'occhiolino.

Era strano: si conoscevano da soli tre giorni e già lei lo chiamava "Take-chan" e voleva essere chiamata "Nacchan".

Eppure quei nomignoli affettuosi non suonavano strani: essere in confidenza con Minami era una cosa che veniva quasi spontanea.

La ragazza si mise ad armeggiare con la serratura del proprio armadietto: la chiave girava a vuoto e non c'era proprio verso di aprirlo.

«Ecco...» sbuffò lei: «Ho trovato qualcosa che non funziona in questa scuola: gli armadietti.»

«Aspetta, ci provo io!» si offrì Sawada.

Prese le chiavi e cercò di far scattare la serratura.

Niente da fare.

«Mi sa che dobbiamo andare a chiedere aiuto agli assistenti: l'armadietto è difettoso. Non si può aprire.» si arrese infine Takeshi.

Una voce baritonale alle sue spalle lo interruppe: «Togliti Sawada, lascia fare a me.»

Il giovane centrocampista riconobbe immediatamente quel timbro e si voltò di scatto: «Capitano! Certo... fai pure.»

Minami osservò con attenzione il nuovo arrivato: un bellissimo ragazzo molto alto, dalla carnagione scura e dai capelli nerissimi. Portava il gakuran grigio chiaro della Toho mezzo slacciato, con disinvoltura.

L'espressione era ferma e gli occhi scurissimi e incredibilmente profondi.

Nami non ebbe il minimo dubbio: quello era Kojiro Hyuga, il Capitano della Toho.

L'Incontro: come tutto ebbe inizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora