Sono Beatrice, ho appena 14 anni, abito a Roma e sono una ragazza abbastanza alta, ho i capelli rosso ramato e i miei occhi sono di un verde smeraldo. A scuola sono vittima di bullismo da ormai tre anni, ho pochi amici i miei unici amici sono Brian e la mia migliore amica Anna.
È il 12 settembre, e la scuola sta per iniziare di nuovo, prima liceo.
6.00 suonò la sveglia, scesi dal letto ancora addormentata e cercai le ciabatte e scesi giù da mia madre che mi stava preparando la colazione, mangiai di fretta e corsi i camera mia per prepararmi. Aprii l'armadio e presi i soliti leggins neri e un maglione abbastanza largo da riuscire a coprire ogni imperfezione del mio corpo, i chili di troppo e soprattutto i tagli che posavano sui miei polsi da ormai troppo tempo. Andai in bagno e mi si u velo di matita sugli occhi, presi le mie adorate Vans e il mio zaino e finalmente ero pronta per uscire. Erano le 7.30 e un'ondata di ansia e paure mi travolsero, i tagli icominciarono a bruciare e una lacrima mi rigò il viso come se stesse per ricominciare la guerra tra me, il mio corpo e la società. I tutta l'estate avevo pensato che cambiando scuola avrei trovato nuovi amici e sarebbe finito tutto quell'odio che la gente provava per me, che avremmo smesso di deridermi e prendermi a calci o pugni. Questo era ciò che speravo.
Arrivò il bus, salii avevo mille occhi puntati su di me, alcuni mi guardavano e ridevano, altri mi guardavano con aria disgustata altri ancora mi sorrisero.
Mi sedetti in u posto libero e presi fuori cellulare e cuffie e incominciai ad ascoltare la mia canzone preferita, la musica era l'unica cosa che mi faceva stare bene e mi faceva sentire i pace con me stessa.
Arrivammo davanti alla scuola e la campanella suonò entrammo tutti nelle proprie classi e come al solito ero rimasta l'unica da sola. Le ore passarono abbastanza velocemente quando a un certo punto il preside entrò per darci una comunicazione. Disse che la settimana successiva avremmo fatto una gita per conoscere meglio i nostri compagni, la cosa non mi entusiasmava molto ma continua ad ascoltare, disse che saremmo partiti e avremmo fatto un mese in Inghilterra così anche per la nostra conoscenza linguistica.
Finalmente suonò la campanella, finalmente si usciva da quel carcere che la mattina pensavo sarebbe stato un luogo bello e pieno di amici mentre era tutto il contrario.
Arrivai a casa e raccontai di quella gita a mia madre che lei ne sembrava molto fiera. Dopo pochi mi diressi in camera mia buttai lo zaino per terra e mi accasciai sopra di essi ricordando tutto quello che pensavo che sarebbe passato.
Chiamai Anna e Brian, li misi in conferenza lo facevamo ogni giorno passavamo ore al telefono, gli raccontai di quella gita in Inghilterra. Mi dispiaceva partire senza di loro erano la mia famiglia, le uniche persone che mi erano sempre state vicine e che mi facevano sorridere. Non mi sarei mai immaginata di partire e restare senza di loro
La settimana passò in fretta e non avevo fatto amicizia con quasi nessuno a parte una ragazza di nome Aurora eravamo diventate ottime amiche mentre le altre mi guardavano male e mi criticavano per ogni cosa che io facessi. Aurora era l'unica che mi difendeva si era messa anche lei contro tutti per starmi accanto.
"Domani si parte!" esclamò Aurora tutta felice.
"Eh già, spero che vada tutto bene, anche perché mi dispiace lasciare qua Brian e Anna, mi mancheranno da morire, ho paura di rimanere sola."dissi io.
"Dai Bea ci sarò sempre io con te stai tranquilla, mica ti lascio da sola con quelle oche!" disse Aurora
"Ahah grazie, promesso?" dissi io
"Promesso!!" disse lei tutta felice.
Erano le tre del pomeriggio, riempii la valigia con quasi tutti i miei vestiti, era gigante. Mi faceva strano pensare che domani a quell'ora sarei stata lontana da mia madre, da Brian e dalla mia adorata Anna. Ma non sarei stata lontana da loro pèr qualche chilometro ma per troppi chilometri bensì 1435 chilometri. Chissa se ce l'avrei fatta senza loro, per fortuna avevo Aurora con me.
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Il mare di troppo
Romance1435 km vinceranno la distanza anche con mille incomprensioni?