Erano le 4 e tra qualche ora sarei dovuta partire, per quel lungo mese lontano da tutto e tutti. Non mi ero mai allontanata da quella città. La città in cui morì mio padre quando avevo appena 5 anni, ogni volta che mi allontanavo mi sentivo morire, come se lo stessi abbandonando, come se lo mandassi via e mi volessi dimenticare di lui. Ma non era così lui era il mio eroe, sarebbe stato sempre l’uomo della mia vita, la persona che non mi avrebbe mai abbandonato nonostante tutto, mi avrebbe sempre incoraggiato.
Mi vestii veloce non mi importava di sembrare carina perché non lo ero, misi le prime cose che mi erano rimaste nell’armadio, mascara e le mie converse bianche e pronta per uscire.
Mancava qualche minuto alla partenza, salutai mia madre di corsa e salii su quell’aereo che mi avrebbe portato lontano da mille ricordi, dalla mia infanzia, da tutto quello che mi aveva sempre circondato.
Presi da sedere vicino ad Aurora ascoltammo le nostre canzoni preferite, ridendo come due pazze. Mi sentivo bene, dopo tanto tempo mi sentivo veramente bene, l’ultima volta che mi ero sentita così bene era quando papà era ancora con noi e mi abbracciava e baciava, quando ogni sera mi dava la buonanotte.
Due ore dopo arrivammo, era tutto così diverso da Roma, era bellissimo. Ci accompagnarono all’hotel, fortunatamente prendemmo una camera da due, così fummo solo io e lei senza quelle oche intorno a noi.
Sistemammo i bagagli e poco dopo ci chiamarono a scendere e a conoscere gli altri ragazzi che erano li. C’erano tantissime ragazze, erano tutte bellissime, ogni ragazza che vedevo sentivo i miei difetti, e ogni difetto sarebbe stato un taglio in più. mi facevano stare bene.
C’erano anche tanti ragazzi erano bellissimi, fino a quel momento non mi era mai interessata a nessun ragazzo ero convinta che si stava meglio soli, che non avrei mai avuto bisogno di un ragazzo, che l’amore non esisteva erano solamente grandi prese per il culo come il per sempre. Il per sempre non esiste come fa a esistere se tutti noi essere umani abbiamo i giorni contati? Ero convinta e mai nessuno era riuscito a farmi cambiare idea su questa cosa, ma quando vidi quei suoi occhi blu, blu come il cielo in un bellissimo giorno d’estate o come il mare così intensi e profondi. Quegli occhi mi erano entrati dentro al cuore dentro all’anima, sentii un brivido quando vidi che si morse il labbro inferiore aveva delle labbra che vorresti baciare tutto il tempo, quelle labbra che fanno impazzire e beh a me avevano davvero fatto impazzire.
Non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso quando ritrovai i suoi su di me. Mi stava guardando, il mio battito cardiaco aumentava sempre di più, poi mi sorrise e BAMM sentii quel bisogno di saltargli addosso, di abbracciarlo e di baciarlo, di averlo sempre con me. Non avrei mai pensato di dirlo ma avevo bisogno di lui come nessun’altro in quel momento. Non sapevo nulla di lui, ne dove abitasse, ne quanti anni avesse.. nemmeno il suo nome sapevo ma sentivo quel bisogno di vederlo ogni momento, di vedere quel suo sorriso che mi faceva sorridere e che mi faceva sentire perfetta nelle mie imperfezioni.
Aurora mi tirò una gomitata avevo passato venti minuti solo a guardarlo e nemmeno mi ero accorta che ci stavamo presentando ed era il mio turno, “Piacere Beatrice” dissi tutta timida.
Tra poco sarebbe toccato a lui, aspettavo solo quel momento, sapere il nome del ragazzo che in un’ora mi aveva già rubato il cuore con il suo sorriso e il suoi occhi. “Federico” disse.
Sentii la sua voce, era così sexy e appassionante. Ora sapevo finalmente come si chiamava non riuscivo a smettere di guardarlo e pensarlo, ma avevo paura sapevo che questa cosa in u modo o nell’altro mi avrebbe fatta soffrire ma non potevo farne a meno.
Poco dopo ci mandarono di nuovo nelle nostre camere, la giornata stava per finire. Quando stavo per salire le scale per recarmi nella mia camera mi girai per vederlo un’ultima volta e lo vedi li, attaccato alle labbra di una bellissima Inglesina. Corsi su, una lacrima cadde sul mio viso e subito dopo altre mille, mi chiusi in bagno mi sentivo come se mi avessero ucciso, non capivo il perché nemmeno lo conoscevo quel ragazzo ma avevo così bisogno. Presi fuori la prima lametta che trovai, e tutto cominciò di nuovo, primo taglio, secondo, terzo taglio, quarto, quinto.. mi trovai il braccio pieno, il sangue continuava ad uscire e più usciva più avevo bisogno di rifarlo. Non so cosa mi aspettavo da quel ragazzo, d'altronde non ne avevo mai avuto uno e forse non l’avrei mai avuto mai, non era abbastanza e non lo sarei mai stata, come avrei potuto esserlo? Ero così brutta, quei chili in più si notavano cosi tanto..
Mi alzai da terra dove mi ero messa, il pavimento era cosi freddo, forse anche io sarei diventata così un giorno, fredda, apatica senza sentire più nulla, magari che nulla mi potesse ferire..
“Beaaa!” sentii urlare dalla camera
“Ho quasi finito” dissi
Mi diressi sotto la doccia per far scorrere giù il sangue, mi lavai presto e uscii.
Chiamai a casa per dire che tutto andava bene e che mi mancavano tanto poi mi misi a dormire in cerca di un bel sogno.
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Il mare di troppo
Romance1435 km vinceranno la distanza anche con mille incomprensioni?