K.B.

21 1 0
                                    

Ricorda con precisione il videogioco con cui giocava suo zio tempo fa. Adorava quando accendeva la consolle e iniziava quella strana avventura che non aveva niente a che fare con altri giochi del calibro di 'Tomb Raider' o un qualsiasi titolo della saga di 'Final Fantasy'. Quella a cui giocava suo zio era un'avventura cinematografica influenzata dalle scelte del giocatore. Caratteristica fondamentale ai fini della trama era la pioggia incessante che per tutta la durata dell'esperienza videoludica accompagnava i quattro protagonisti. Non per niente il gioco portava il titolo 'Heavy Rain'. Pioggia persistente. All'epoca pensava che non sarebbe mai potuto succedere un evento di quel genere: una pioggia senza fine che durava giorno, pomeriggio, sera e notte; per giorni o meglio... settimane.
Adesso, mentre osserva fuori dalla finestra del suo ufficio la pioggia che cade veloce e incessante dal cielo, si sta ricredendo. Lei, così come il resto di Nashville, non vede il Sole da nove giorni e si sta domandando per quanto tempo ancora non lo avrebbe visto.
Sa bene che distrarsi pensando ad eventi metereologici non la aiuterà a risolvere quel mistero che tanto la sta attanagliando da giorni, ma sa pure che la sua mente potrebbe cedere da un momento all'altro se decidesse di buttarvisi a capofitto ogni ora del giorno.
"Le nebbie si diradano quando non le si fissa di continuo" le diceva suo fratello quando era una ragazzina e cercava invano di capire uno stupido esercizio di Fisica; eppure lei aveva sempre pensato che il modo migliore di fare qualcosa e raggiungere lo scopo finale era quello di guardare al problema da lontano. Più ci si avvicina e più quel problema appare mastodontico, ma se ci si allontana — e bisogna allontanarsi di tanto — non si vedrà altro che un puntino. In quel momento, staccare l'attenzione dalle indagini, era il modo migliore per vedere quell'enorme punto interrogativo semplicemente come un punto.
Massaggia la tempia destra con la punta delle dita mentre osserva le gocce di pioggia picchiettare contro la finestra e scivolare via verso il basso.

«Heavy Rain» sussurra per poi ridacchiare. «Magari trovare un assassino fosse così semplice come in quel gioco.»

La vita vera è difficile, non esistono scelte all'inizio di un'indagine e questo Karen Brand lo sa bene. Se ci fossero state delle opzioni avrebbe di sicuro concluso quel caso che da settimane la sta portando all'esasperazione.
I suoi pensieri vengono interrotti quando sente bussare alla porta del suo ufficio.

«Avanti» dice passando una mano tra i capelli spettinati ma evitando di voltarsi.

Karen non può non udire la porta aprirsi con uno scatto rumoroso, ma niente passi. Non è entrato nessuno. Tutto tace fin quando lei non decide di voltarsi.
Ciò che vede è la testa del suo partner, Kurtis Baker, che fa capolino dall'uscio. Da sempre hanno fatto squadra insieme, sin dal suo primo giorno in commissariato, quando era ancora un agente semplice. Sono passati nove anni da quel momento, eppure erano ancora insieme a coprirsi le spalle reciprocamente.
In centrale i colleghi sono soliti chiamarli nei più svariati modi, dai classici nomignoli tipici come "culo e camicia" o "Mulder e Scully", fino ad arrivare a qualcosa di più elaborato come "K.B.".
K.B.
Si era sempre chiesta fin quando potesse essere una banale coincidenza, la similitudine delle loro iniziali probabilmente avevano giocato un ruolo fondamentale quando il commissario aveva deciso di metterli in coppia.
Non erano andati subito d'accordo. D'altronde Karen era in commissariato da ben più tempo rispetto a lui, ma la voglia di mettersi in gioco da parte di Kurtis era stata spesso scambiata per molteplici tentativi di oltrepassarla. La donna aveva impiegato parecchio tempo prima che potesse fidarsi ciecamente del parner, ma da quel momento erano davvero diventati 'culo e camicia'.

«Ti posso parlare?» chiede Kurtis con un'aria interrogativa sul viso. «Forse abbiamo qualche novità.»

«Come la signora McGee che è venuta qui ad incolpare il macellaio del minimarket sotto casa sua di essere l'uomo che cerchiamo, solo perché le ha spillato qualche dollaro in più» replica lei trattenendo una risata nervosa. «Entra.»

K.B.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora