Capitolo 1

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Perché? Perché a me? Voglio dire: mi piace viaggiare e penso che cambiare un'pò aria mi faccia anche bene, ma non sono pronta a cambiare vita, di nuovo. Ora sto preparando la valigia, già, mi trasferisco con mia zia a Forks, un paesino dimenticato da tutti in un angolo dell'America che viene sempre ignorato, per non parlare del fatto che è il paesino più piovoso di tutta l'America, ma questa scelta non dipende da me. Mi chiamo Summer Flovers, ho 17 anni e vivo a Milano con mia zia Beth. Sono alta 1,61, ho la carnagione abbastanza chiara ma che facilmente si abbronza, i miei capelli sono castano scuro e arrivano poco più giù delle spalle e ho gli occhi marroni. Mi piace disegnare, ascoltare musica, viaggiare, ascoltare le persone e aiutarle dando consigli, guardare le stelle e la luna (infatti lo faccio ogni sera prima di dormire), e, come dice il mio nome mi piace l'estate e il sole. Ah! e ho anche un'abitudine strana, già, osservare le persone e tirare a indovinare il loro carattere. Vivo in Italia ma in realtà ho origini Americane, mia mamma e mio papà prima di morire vivevano proprio a Forks, dopo la loro morte sono venuta qui a Milano a vivere con mia zia, ma ora lei ha trovato un lavoro nel paesino più piovoso d'America, per questo ci trasferiamo lì. Credo nel destino, penso che tutto accade per una ragione e nulla succede per caso, c'è sempre un perché, sempre un motivo accompagna le nostre scelte, e, giuste o sbagliate che siano, alla fine ci portano sempre a qualcosa, credo anche alla magia, non come una bambina certo, ma ci credo. Mi piace molto anche leggere, e ascoltare le leggende, i miti e i racconti, queste cose mi affascinano. Le mie materie preferite sono storia e biologia, invece, quella in cui vado peggio, è sport. Odio correre, cioè, se devo correre corro, ma non mi piace. Da due ore ormai guado fuori dalla finestra della mia stanza dalla quale entra la luce del sole, mi mancherà il sole e mi mancherà anche stare a guardare la gente che passa dalla finestra, era una mia abitudine. Vedo mia zia che porta fuori le valigie, così decido di scendere giù e di darle una mano con i bagagli.

Z(zia):Summer, sei pronta?
Io:Si zia, vuoi una mano con i bagagli?
Z:Ah, no, ho fatto, ora dobbiamo fermare un taxi che ci porti fino all'ereoporto.
Io:Zia, ma l'aeroporto è a tre chilometri di distanza, giusto?
Z: Giustissimo.
Io:Avresti dovuto prendere una macchina, zia.
Z:HEY! Avresti dovuto prenderti la patente!

Wow, cioè, sembra che mia zia vuoglia dissarmi. Ho sempre adorato mia zia, è una zia perfetta, mia ha cresciuta lei, ma non la vedo come mia mamma. Leggo tanti libri, e, spesso nelle trame ci sono ragazzi che vengono cresciuti dalla zia e poi dicono "mia zia è la mamma che non ho mai avuto" ecco, io non l'ho mai detto, perché una mamma l'ho avuta. Mia zia è sempre molto divertente e cerca sempre di adeguarsi alle situazioni, la adoro.

Io:Ok, fermiamo questo taxi.

Mia zia iniziò un discorso davvero molto acceso con l'autista, mi veniva quasi da ridere.

X:Dove ha detto che vuole andare?
Z: All'aeroporto.
X:È lontano tre chilometri.
Z:Si, lo so. Quanto dobbiamo pagare?
X: 20 euro.
Z:Summer.

Mia zia si girò verso di me.

Z:Paghiamo 20 euro in totale.
X:Forse non mi sono spiegato bene. 20 a persona.

20 euro a persona per tre chilometri era un furto!

S:Scusi, ma, 20 euro a persona per tre chilometri è un furto!
X:Io devo anche tornare indietro, quindi i vostri 3 chilometri per me sono sei.
Z:E va bene! Saliamo Sammer.

Salimmo sul taxi e devo dire che il viaggio non eè stato dei migliori, il signore ha iniziato a fumare, e, non ho nulla contro il fumo (oltre al fatto che fa male, naturalmente) ma non si respirava più. Comunque ci abbiamo messo solo 7 minuti ad arrivare. Salite sull'aereo mia zia iniziò a lamentarsi.

Z:L'ha fatto apposta.
Io:Chi? Cosa? Dove? Quando? Perché? Sii più precisa.
Z: Il tassista ha iniziato a fumare nel taxi appena salite sù per farci un dispetto. Abbastanza precisa?
Io:Si.

Durante il viaggio ho dormito abbastanza. Appena arrivate a Forks rimasi davvero stupita. Osservavo gli alberi innevati, il giacchio sulla strada, i tetti ricoperti di neve, la gente che camminava tutta coperta a causa del freddo, gli scogli Attilio che gliocavano in mezzo agli alberi. Quel posto era davvero misterioso. Arrivate a casa andai subito in camera e mi misi a dormire, ma prima mangiai, domani dovrò andare a scuola, ed è metà anno. Spero che vada tutto bene.

Angolo autrice
Alloraaa, questa è la pratica storia che scrivo, spero vi piaccia, se avete bisogno di qualche chiarimento io ci sono. È niente, fatemi sapere se vi piace come inizio. A presto.

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