Happy New Year

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Entrò in casa, si tolse le scarpe ed appese il giubbotto.
Subito un batuffolo arancio gli andò incontro, strusciandosi tra le sue gambe ed emettendo miagolii per salutare il padrone appena rientrato.
"Stasera festeggiamo l'anno nuovo io e te, contento?" domandò al gatto prendendolo tra le braccia e sorridendo appena per le fusa che ricevette.
Era la vigilia di Capodanno.
Aveva staccato puntuale dal lavoro, rientrando a casa con una lunga passeggiata sotto la neve e osservando le strade illuminate ed affollate che regnavano in tutta la città.
Gli era sempre piaciuto quel periodo dell'anno, lui, romanticone, sperando sempre nel bacio sotto il vischio.
Aveva sperato fino all'ultimo quella mutazione del loro rapporto, ma purtroppo non era andato come previsto.
Si fece un lungo bagno, immergendosi tra schiuma e sali al pino, sentendo il calore dell'acqua dargli nuovamente sensibilità alle mani.
Non pativa eccessivamente il freddo, ma quel giorno scordò i guanti sulla scrivania dell'ufficio, accorgendosene solo quando dovette invertire la mano che reggeva l'ombrello.
Ricordava ancora l'ultima volta che aveva festeggiato la vigilia di Capodanno.
Si erano recati, come ogni anno, insieme alla classe per porgere la preghiera di buon auspicio.
Erano una classe unita, nonostante le difficoltà imperversate nei cinque anni di liceo, ma aver superato insieme avversità inimmaginabili, li aveva uniti, quasi che considerasse quel gruppo una seconda famiglia.
Eppure in quel gruppo qualcuno aveva rapito letteralmente il suo cuore.
Una persona che a vederlo non gli si affiderebbe nemmeno un canarino, ma non perché si potrebbe dimenticare di sfamarlo, semplicemente perché non si sarebbe preso il disturbo.
Uscì dalla vasca e si asciugò.
Decise che, nonostante avesse cenato solo, si sarebbe comunque vestito elegante.
Legò i capelli in una piccola coda, lasciando che alcuni ciuffi scappassero dall'elastico.
Si abbottonò davanti allo specchio la camicia bordeaux, ricordando perfettamente la storia che avesse quell'indumento in una delle vacanze ai tempi scolastici.
Aveva perso tono muscolare da quando si era ritirato dalla carriera di eroe, quindi non si stupì che quella camicia gli entrasse ancora.
Forse si stava lasciando fin troppo andare, ma non riusciva a risalire.
Nonostante volesse festeggiare, si preparò una semplice fettina di carne con un pugno di insalata.
Nemmeno più la carne gli piaceva.
Spesso lo invitavano ad uscire, ma riusciva a sviarsela sempre.
Forse erano proprio sei mesi che non usciva.
Perché uscire se poi tutto si collegava ai ricordi?
Si versò del vino bianco nel bicchiere, alzando il calice verso il gatto.
"Auguri, Red."
Tuttavia non sorrise.
Kirishima ormai non sorrideva più.
Non si sforzava nemmeno più di farlo, lasciando che quello stato emotivo lo trascinasse sempre più nel buio.
Si era fatto aiutare, sia dagli amici che dagli esperti, ma lui non ne voleva sapere di rialzarsi.
Mise la poltrona di fronte al finestrone, calice e bottiglia sul tavolino.
O era già la seconda?
Non importava.
Nessuno lo avrebbe più sgridato se alzava il gomito.
Guardava dal vetro le luci della città, colorate per la festa imminente, quasi impassibile.
Con un sorriso malinconico ricordò di quando si era ritrovato una sera con quel ragazzo, soli in stanza ed entrambi ubriachi.
Era scattato qualcosa, ritrovandosi la mattina seguente senza abiti accanto a lui. Nonostante la poca lucidità, ricordava perfettamente cosa fosse successo, ma aveva preso i suoi vestiti, ritornando nella sua stanza, accanto a quella da cui era appena uscito.
Aveva compreso di essersene innamorato quella mattina.
L'altro non ricordò nulla, lui gli nascose ogni cosa, giustificando il dolore al fondoschiena con un "Sei caduto dalle scale, Bro."
I mesi passavano, lui era sempre più preso, visto che l'altro non dimostrava che gli dessero fastidio le sue attenzioni.
Si ritrovò il viso rigato dalle lacrime, versandosi l'ennesimo bicchiere.
Il giorno che capì che qualcosa era cambiato, fu quando notò che l'altro si era avvicinato ad un'altra persona. Benché amici d'infanzia, non avevano mai avuto un rapporto idilliaco, ma sembrava che avessero messo da parte le divergenze e che si fossero avvicinati.
Il tempo a loro a disposizione era sempre meno, finché un giorno non lo vide sotto un albero in intimità con il verdino.
Aveva iniziato a sospettare qualcosa, ma volle credere che fosse stato solo frutto della sua immaginazione.
Eppure, finito il liceo, i rapporti si ridussero al minimo.
Lanciò il bicchiere a terra infrangendolo, piangendo disperato come ogni notte.
"Stiamo insieme."
Quella frase gli si era conficcata nella mente e nel cuore.
Non resse: si ritirò dal lavoro di eroe e sparì.
Perché vederlo ancora se quei pochi sorrisi che aveva rivolto a lui, non erano più suoi?
Perché vederlo felice tra le braccia di qualcuno che non era lui?
Anni e anni ad aspettare il segnale che il loro legame fosse qualcosa di più, invece si era solamente illuso.
Illuso di occupare lui quel posto.
Si dice che "Anno nuovo, vita nuova.".
Quelle furono le ultime lacrime che versò da quella notte.
L'insistente miagolio del gatto attirò la voce dei vicini, trovando l'animale accanto al corpo del padrone e circondato da scatole di pastiglie.
Un lieve sorriso era rimasto sul volto ormai pallido.
Un biglietto scritto quasi di fretta venne ritrovato sul letto.
"Mi dispiace di non esser stato in grado di amarti."

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Ciao :)
Questa è una piccola OneShot.
È triste, finisce male, odierete di più Deku e probabilmente anche me XD
Ne sono consapevole XD
Mi è capitato di passare un periodo simile a Kirishima, per ben due volte, e non è semplice.
Tante di voi spesso scrivono a noi autrici di consigli per superare alcuni periodi difficili o semplicemente per sfogo.
Forse il fatto che io abbia quasi 31 anni aiuta, vedendomi come un riferimento adulto, ma fidatevi: l'età non c'entra, può capitare di attraversare un periodo buio in qualsiasi momento della vita.
Potete farvi aiutare, consigliare, spronare da chiunque, ma se non partite voi stesse a tirarvi su le maniche e a pensare "Da oggi esisto solo io.", fidatevi che non cambierà mai nulla.
Non è facile, sono la prima che si trascina dietro le cose e ci rimugina sopra in eterno, ma spesso parlarne aiuta fino ad un certo punto.
È la testa che comanda tutto: se vi focalizzate sulle cose che vi fanno star bene, riuscirete ad aggrapparvi alla parete del burrone e a risalire.
Con questo non voglio dire "Non scrivetemi più.", sono ben contenta di leggere i vostri messaggi e magari essere un piccolo sostegno, ma voi venite prima di ogni altra cosa :)
Fanculo all'amore non corrisposto o ai compagni di classe che prendono in giro per il nostro orientamento sessuale. Dimostrate a tutti che voi vi volete bene :)

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