● Capitolo 1 ●

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Un forte e spaventoso suono proveniente da una vecchia campana arrugginita fece sobbalzare tutti gli schiavi.

Erano le 05:00 del mattino.

-IN PIEDI LURIDI ESSERI! DOVETE INIZIARE A LAVORARE!-.

Gridò una guardia mentre continuava a scampanellare osservando compiaciuto nelle varie celle tutte le persone che alzavano dai propri "letti" di fretta e di furia e correvano verso i piani superiori non appena gli veniva dato loro il permesso.

Lux sbadigliò assonnato e si stropicciò gli occhi.

Aveva avuto risvegli peggiori di quello e ormai poteva anche dire di essersi abituato.

Aveva dormito davvero poco quella notte e si poteva vedere soprattutto da delle profonde occhiaie ben visibili sul suo viso.

Aveva ricevuto così tante mansioni da svolgere , che era riuscito a terminarle solo verso le 02:00 del mattino.

Si alzò traballante e si appoggiò al muro cercando di spostare tutto il peso corporeo sulla gamba sinistra in modo da non sentire dolore in quella destra che gli avevano spaccato come punizione per aver terminato in ritardo i propri compiti di quel giorno.

Tirò un grosso sospiro e ,zoppicante, si diresse anche lui verso i piani della famiglia reale.

Si considerava molto fortunato di poter servire delle persone così importanti in un ambiente del genere.

Gli enormi tappeti colorati!.

I quadri incorniciati d'oro!.

I mobili raffinati!.

Era tutto stupendo!.

Mentre fantasticava e ammirava ciò che aveva intorno, andò a sbattere proprio contro Charlotte.

La ragazza, non appena lo vide, tirò un forte urlo allontanandosi da lui.

-COME PUÒ UN LURIDO SCHIAVO, AVERE IL CORAGGIO DI TOCCARE LA FUTURA REGINA DEL REGNO!?!?-.

Lux, che era finito a terra, vista la notevole differenza di statura, si inginocchiò il più rapidamente possibile appoggiando la fronte sul pavimento mentre tremava come una foglia.

-S-scusi maestà!...n-non l'ho fatto apposta! Glielo giuro... le chiedo scusa!-.

Stava cercando di trattenere le lacrime e aveva davvero paura che lo uccidesse per un simile affronto.

Non osò alzare lo sguardo fino a quando non sentì un dolore fortissimo alla gamba destra che lo fece gridare a pieni polmoni.

-Lo senti vero?! Questo é ciò che merita un essere inutile come te!-.

Scoppiò a ridere la ragazza mentre continuava a spingere il tacco appuntito della sua scarpa nella carne del minore.

Lux, che non aveva nemmeno provato a staccare la fronte dal suolo strinse forte gli occhi e prese a sussurrare più volte la parola "mi dispiace" sapendo meglio di chiunque altro quanto Charlotte apprezzasse sentirsela dire dagli schiavi.

-Hahaha! Così va molto meglio~ coraggio continua ad implorare il mio perdono vermiciattolo! O vuoi per caso che dica al mio paparino di tagliarti la testa?~-.

-Maestà!-.

Proprio quando stava per lacerargli la pelle col tacco una voce alle sue spalle la fece fermare.

Charlotte non appena si voltò, si trovò davanti Penelope visibilmente arrabbiata che teneva tra le braccia degli asciugamani puliti , pronti per essere portati nelle stanze.

-Cos'è successo?-.

Iniziò a parlare con calma mantenendo un tono fermo.

Charlotte, che sapeva benissimo chi era e che sua madre si fidava più di lei che di chiunque altro strinse i pugni talmente tanto forte da far intravedere le nocche e si mise ad urlare.

-QUESTO PICCOLO MOSTRICIATTOLO MI É ANDATO ADDOSSO! SICURAMENTE AVEVA INTENZIONE DI RUBARMI I BRACCIALETTI E GLI ANELLI CHE STO INDOSSANDO! E....! E...! GUARDA IL MIO VESTITO NUOVO! ME LO HA SPORCATO TUTTO!-.

Urlò tutto ad un fiato facendo finta di piangere per non passare dalla parte del torto.

Penelope sospirò infastidita per tutte quelle palesi bugie e posò gli asciugamani su un tavolino li vicino inchinandosi rispettosa.

-Maestà... sono terribilmente mortificata per le azioni di mio figlio...le assicuro che non ricapiterà nuovamente e se lo desidera, verrò tra qualche minuto ad aiutarla a cambiare il vestito-.

Charlotte, soddisfatta, si ricompose in pochi secondi e si diresse a passo rapido verso le proprie stanze.

-Accetto le tue scuse~ ti aspetto nella mia camera e vedi di non metterci troppo!-.

La serva, non appena si fu assicurata che se ne fosse andata via, cadde in ginocchio cercando di trattenere le lacrime.

-Lux! Per l'amor del cielo! Quante volte di ho ripetuto di stare attento mentre cammini?!-.

Aveva subito raccolto il bambino dal pavimento e lo aveva accolto tra le proprie braccia.

-S-scusa mamma...non lo faccio più! Scusa, scusa, scusa!-.

-Lux...-.

Penelope sospirò.

Non ne poteva più di sentire la parola "scusa" uscire dalla bocca del piccolo.

Non era ciò che un bambino della sua età avrebbe dovuto usare così spesso... e... soprattutto non un bambino di sangue reale.

-Va tutto bene, non ti preoccupare-.

Sorrise e gli baciò la fronte.

-N-non sei arrabbiata con me...?-.

-Cosa...? Certo che no! Solo...cerca di comportarti bene e non farmi preoccupare ok?-.

Lux annuì subito sollevato asciugandosi le guance ancora bagnate dalle lacrime versate poco prima.

-Cucciolo, io devo tornare subito al lavoro... ce la fai da solo?-.

Sapeva benissimo delle condizioni del figlio adottivo, lei non avrebbe avuto alcun problema a richiedere i servizi del medico di corte visto che era la dama di compagnia della regina...ma gli schiavi come Lux non avevano il diritto di ricevere cure mediche.

Non appena ricevette una muta conferma del minore come risposta alla sua domanda, lo aiutò a mettersi in piedi e gli scompigliò i capelli già arruffati di loro.

-Bravissimo il mio ometto! Ci vediamo più tardi allora-.

Gli lasciò un ultimo bacio sulla punta del naso prima di riprendere rapidamente gli asciugamani e andarsene.

The nowhere realmDove le storie prendono vita. Scoprilo ora