Lunedì 8 ottobre 2018 - 13:02
Sono davanti scuola insieme a Joshua mentre entrambi aspettiamo che suoni la campanella che avverte l'inizio delle lezioni pomeridiane. Tutte le classi sono uscite per la pausa pranzo: alcuni, come me, aspettano fuori il rientro, altri, i più sfigati, sono già ai loro posti in classe che aspettano il professore.
Se penso che dovrò starci per altre due interminabili ore, mi ammazzerei.
-"Nì,", mi chiama Josh, facendomi ritornare sulla Terra, mentre gli dò il mio accendino per accendersi una sigaretta, "ma allora domani andiamo al parchetto dietro casa di Malik e ci bombiamo due belle canne come Dio comanda?". È gasatissimo all'idea. Anche io sinceramente ho un estremo bisogno di rilassarmi.
Faccio per rispondergli che per me andava bene, quando mi si avvicinano una biondina e una ragazza con l'hijab. Mi accorgo che quest'ultima è la sorella di Rami, un mio carissimo amico di vecchia data. Frequentavamo la stessa scuola, il Virgilio, lo scorso anno. Lei si chiama Sana. Rami, quando uscivamo da scuola, mi invitava quasi tutti i giorni, insieme ai miei ex compagni, a pranzare a casa sua, conoscendo, di conseguenza, pure sua sorella. Mi mancano un po' quelle giornate. Sana è davvero una ragazza notevole, molto intelligente.
-"Ciao ragazzi, scusateci tanto, volevamo solo informarvi che giovedì pomeriggio alle 17.30 inizia il progetto radio, mi raccomando siate presenti!" ci dice Sana. Che piacere rivederla.
Merda! Devo iniziare il lavoro dell'ora di alternanza! Me lo sono completamente dimenticato! Ho dovuto scegliere l'alternativa meno peggiore fra quelle due proposte: o seguire un corso "la radio della scuola", "per motivi educativi e di apprendimento", oppure, ancora più incoraggiante, pulire per una durata complessiva di 52 ore dei fast-food selezionati dal preside.
Ovviamente, ho scelto la radio. E Sana, ti voglio bene, ma non importa che pure tu mi ricordi questa grandissima tortura.
Mi sforzo di apparire gentile, sorridendo un po' forzato, dicendole che sarei stato presente. Sono molto contente. Io per nulla, tanto che Joshua, sentendo la mia risposta e appena le ragazze si allontanano un minimo, scoppia a ridere, tanto che si merita un bel pugno sulla spalla.
Rido, e, per puro caso, i miei occhi seguono le ragazze che erano giusto state da me un secondo fa, e vedo che si fermano a parlare con un gruppo di ragazzi opposti a noi, ma non troppo distanti.
Il mio cuore manca di un battito.
Uno di loro è leggermente in disparte, quasi nascosto dai suoi amici: ha una felpa e una maglietta dai toni bluastri, e i suoi capelli sono sullo spettinato e con qualche riflesso tendente al rosso. Ha la testa chinata sul suo cellulare. Ha un bel profilo. E, non capisco il motivo, ma il mio sguardo non si vuole spostare da lui.
Vedo che stanno annuendo con la testa, tutti loro. Le ragazze gli avranno detto della radio come hanno fatto con me poco fa? Magari c'è anche lui giovedì pomeriggio...
C'è solo un modo per scoprirlo.
Giovedì 11 ottobre 2018 - 17:41
La radio si chiama "Radio Osvaldo", come scritto sul foglio che il preside mi aveva fatto firmare martedì come prova della mia presenza al lavoro dell'ora di alternanza.
Certamente questa scelta sarà meglio di stare a pulire i cessi di un fast-food. Sopporterò un'ora e mezza infinita di tanti discorsi inutili.
Io e Manu non troviamo la classe dove si tiene la riunione per la radio: stiamo vagando per i corridoi di ogni piano della scuola ormai da tempo, quando, in uno di questi, sentiamo un vociferare. Ci affacciamo alla classe 4°E, e, alla porta, c'è attaccato un foglietto con scritto in penna il nome della radio. Entrando, vediamo un gruppo di ragazzi, alcuni a sedere sui banchi, altri in piedi, che stanno parlando o comunque aspettano che questa grandissima, entusiasmante iniziativa cominciasse.
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Martino e Niccolò, minuto per minuto.
RomanceMinuto per minuto... dagli occhi di Niccolò.