Capitolo 2

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-Sembra che tu sia proprio una spina nel fianco, Styles. Ridammelo.-disse Louis, tendendo la mano. 

-Uhm…No. Prima rispondi ad una DOMANDA.-

Il più grande aggrottò le sopracciglia, confuso. Cosa diavolo voleva quel ragazzo da lui?

-Che fai, ti metti a rubare libri ADESSO?-

Cercò di afferrare il volume che il riccio teneva stretto tra le mani, ma quest'ultimo fu più veloce, e lo portò lontano dalla sua portata. Stupida altezza. Stupido Styles.

-Ma cosa vuoi da me? Ritorna dai tuoi amici perfetti, con la tua media perfetta, ed i tuoi vestiti perfetti.-sbuffò Louis.

-Mi incuriosisci.-disse Harry, a mo' di scusa. 

-Sai una cosa? Il libro puoi tenertelo, a casa ne ho altri.-

Detto questo, il più grande si rimise lo zaino in spalla e fece per ANDARE via. 

-"Se hai amato qualche donna e qualche PAESE ti puoi ritenere soddisfatto, perché anche se dopo muori, non ha importanza".-citò il riccio. 

Louis alzò un sopracciglio e lo guardò. -Stai citando Hemingway per impressionarmi?-

-Sta funzionando?-

-Styles, per impressionarmi dovresti leggere "Guerra e Pace" in 40 minuti.-

-Ci sto.-

-Cosa?-

Louis non capiva se il riccio stesse scherzando o MENO, il suo tono sembrava piuttosto serio, ma nessuno può leggere un libro così grande in così poco tempo. Era praticamente fuori dalla portata di ogni essere umano. 

-Mi stai facendo perdere tempo.-concluse allora, dandogli ancora le spalle.

Harry però non si arrese. -Ti ho detto che ci sto. Anche se ho già letto qualcosa di Tolstoj prima.-

Per tutta risposta, l'altro scoppiò a ridere. 

-Se ci riesco però, tu devi rispondere ad una mia DOMANDA.-insistette il riccio. 

-Sìsì, come vuoi.-

E, detto questo, andò via.

--

Dopo essere andato a prendere la sorella a scuola, Harry la portò al parco, come faceva tutti i giorni. 

-Haz, vado sulla scivolo!-

-Va bene, resta dove posso vederti, Car.-

La bambina fece una smorfia. -Ti ho detto mille volte che odio quando mi chiami Car. Io mi chiamo Caroline, тупица*!-

Il ragazzo rise. -Va bene, Caroline.-

Mentre la sorella andava sulle giostre, Harry si mise seduto sulla sua solita PANCHINA a leggere. 

Era ormai un'abitudine. Tutti i giorni lui andava a prendere la sua sorellina a scuola e, mentre lei giocava, lui faceva i compiti. Era DAVVERO piacevole studiare all'aria aperta e Caroline sembrava molto felice.

Ma questa volta, qualcosa era cambiato. Stava leggendo Guerra e Pace, libro di Lev Tolstoj, per la sua "scommessa", con il tizio dagli occhi azzurri, che, grazie al suo amico Liam, sapeva si chiamasse Louis. 

Quel ragazzo era decisamente strano. Sembrava che niente lo sfiorasse o interessasse minimamente. A parte leggere, ovviamente. LeggevaLIBRI bellissimi e complessi, libri in cui i protagonisti vivevano una vita vera. Harry lo sapeva, l'aveva visto svariate volte. Solo ora se ne ricordava, a lezione non lo aveva mai incrociato, ma dei ricordi di lui in cortile o nella sala mensa gli erano affiorati. Non gli aveva mai dato alcuna importanza, non aveva mai chiesto il suo nome, o provato ad avvicinarlo. Ma quando lo aveva incontrato in cortile, qualcosa in lui era scattato. Voleva risposte.  Ed a quanto pare il ragazzo non era disposto a dargliele. Perché stava sempre da solo? E' impossibile che nella vita non ci si faccia nemmeno un amico. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 26, 2014 ⏰

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