Missing Moments 1

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Paulo.

Palermo, Giugno 2012.

Non lo so perchè a diciotto anni ti vedano tutti come adulto.

Insomma, non è che il giorno prima sei un moccioso ed il giorno dopo sai improvvisamente cosa fare della tua vita, come comportarti in tutte le situazioni o le decisioni da prendere.

Io quando ho scelto il mio futuro i diciotto anni ce li avevo da qualche mese, mi sembrava la scelta migliore, la più grande opportunità per la mia carriera.
Ed insomma l'Italia ed il calcio italiano sono famosi in tutti il mondo, come avrei potuto lasciarmi scappare l'opportunità di una vita?
Non me lo sarei mai perdonato.

E poi glielo devo a mio padre, gliel'ho promesso.
Gliel'ho promesso che mi avrebbe visto diventare un calciatore, che avrei giocato nei più grandi campionati, che avrei vinto tanto.

E lo ammetto, pensavo fosse più facile.
Pensavo di dover semplicemente buttare due cose in una valigia e scegliermi una casa, il resto sarebbe venuto così, da sè.

Invece non è per niente come l'avevo immaginato, certo sono qua solo da un paio di settimane ma sono completamente da solo, letteralmente solo.
Ho una padrona di casa molto simpatica, Giovanna, mi fa mangiare con loro e mi prepara qualcosa di buono  tutti i  giorni e suo figlio maggiore, Simone, cerca di farmi scoprire la città, capisce le basi dello spagnolo ma solo quelle.

L'unica cosa che amo davvero qua è il mare.
Il mio appartamento è praticamente sulla spiaggia, mi addormento e mi sveglio con lo stesso suono, quello del mare.

Ecco perchè sono da poco passate le sette ed io sono già in spiaggia.
Mi piace vederla deserta, godermi tutto questo solo io.

Ed è quando scendo gli ultimi scalini della spiaggia che vedo una ragazza seduta su un telo, i capelli che le volano per il leggero venticello mattutino, è concentrata su un libro, sulle spalle ha un foulard bianco e rosso.

E' vicino alla riva ed in realtà sempre più vicino a me.

Mi è venuto spontaneo muovermi senza accorgermene ed avvicinarmi a lei che ora alza lo sguardo, probabilmente per l'ombra che le è arrivata da dietro.

"Oddio!"
Esclama scattando più indietro quando alzando lo sguardo trova la mia figura a guardarla.

"Exscusa, yo no queria estar asustado!"
Dico mortificato e facendole capire capire che non sono un malintenzionato, per questo gesticolo anche con le mani, sperando comprenda ciò che ho detto.

Le compare un sorrisetto sulle labbra.

"No te preocupes, soy yo que me susto para todo."
Risponde con una buona pronuncia anche se con l'accento italiano molto marcato.

"Parli spagnolo?"
Chiedo nella medesima lingua e sgranando gli occhi, oltre alla mia tutor e qualche compagno di squadra è la prima persona  che sento parlare la mia stessa lingua.

"Lo comprendo meglio di quanto lo parli ma si me la cavo."
Invece credo sia brava anche a parlarlo, capisco perfettamente tutto ciò che mi sta dicendo.
"Sei un turista?"
Mi chiede ancora, ridacchio.

"No, sono un calciatore, mi sono appena trasferito qua per giocare nel Palermo.
Vengo dall'Argentina."

"Dall'Argentina?"
Chiede stupita, mi fa ridere.

"Si, esatto."

"E' lontano."
Risponde senza smettere di guardarmi, anche se non posso vedere i suoi occhi coperti dagli occhiali da sole.

"Si un po'."

"Beh è dall'altra parte del mondo."
Risponde alzando un po' la voce.

"Credo che lo spostamento sia parte del mio lavoro."
Le sorrido, alzo le spalle.

Before You Go- Missing Moments.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora