Capitolo 1.

16 2 0
                                    

Era arrivato il giorno tanto atteso, finalmente stavo per partire, ero riuscita a trovare un lavoro fisso un po' lontano da casa ma questa cosa non mi preoccupava, anzi non vedevo l'ora. Trovare un lavoro è sempre stato difficile qui dalle mie parti, mi arrangiavo come potevo, ho fatto la babysitter, la barista, andavo a pulire le case degli altri pur di non pesare alla mia famiglia, è così sono riuscita anche a laurearmi dopo aver iniziato anche tardi l'università. Ho provato tutti i concorsi possibili e immaginabili, ed ora con la mia laurea ero pronta a partire per questa nuova avventura. Ero stata presa in un asilo a Bologna, potevo finalmente fare quello che mi piaceva stare con i bambini. Ed eccomi qui a venticinque anni pronta a lasciare casa dei miei e andare a vivere da sola.
Non sono mai stata a Bologna, anche perché la chiamata per il lavoro è arrivata all'improvviso e in 4 giorni ho organizzato tutto, sono riuscita a trovare anche una casa, l'ho vista su internet dalle foto sembra fatta apposta per me, spero che sia così e non ho avuto qualche fregatura come sempre.
Mentre finivo di sistemare le ultime cose sento mia madre urlare qualcosa dalla cucina
"Sara hai preso tutto? Non dimenticarti nulla come al tuo solito quando parti per andare da qualche parte" mi conosce troppo bene.
"Si mamma stai tranquilla, sto controllando adesso tutto che tra un ora devo essere alla stazione"
Mi fa strano andare via di casa, essendo figlia unica so che fa strano anche ai miei, ma come dice sempre mia madre "Sara per lavoro si fanno i sacrifici, e devi sempre ringraziare che ora ne hai trovato uno fisso".
Sono pronta e stiamo sistemando le mie due enormi valigie in macchina per andare in stazione quando sento il telefono squillare
"Dimmi che sei ancora a casa e non sei ancora in stazione? Sto correndo da te per salutarti...." è Elena la mia migliore amica dai tempi della scuola.
"Sto giù stiamo sistemando le valigie, non sarei mai partita senza salutarti lo sai, e scommetto che sei in ritardo per colpa di Michele o di Carmen" gli dissi ridendo, già immagino la scena Michele come sempre in ritardo e lei è Carmen che aspettano che si muova, Michele e il ragazzo di Elena e oltre è diventato uno dei miei più cari amici con cui mi confido, Carmen è un altra amica con la quale ho avuto alti e bassi ma nonostante tutto c'è sempre stata per me.
Elena non risponde neanche alla mia affermazione che la vedo correre verso di me a braccia aperte, non siamo mai state troppo affettuose l'una con l'altra ma la situazione merita un grande abbraccio.
"Mi raccomando Sara, lo sai che mi preoccupo per te, ti conosco troppo bene, se ti senti sola oppure i tuoi pensieri tornano a pensare a lui chiamami, a qualunque ora in qualunque momento, sono sempre qui pronta ad ascoltarti o a correre da te." Mi disse Elena con le lacrime agli occhi, non ci siamo mai allontanate per più di qualche giorno e dopo il mio ultimo anno passato si preoccupa di me.
Il mio ultimo anno come riassumerlo un disastro, un continuo lottare con il mio unico demone che mi ha rovinato la vita negli ultimi anni, andava tutto bene ma poi ha deciso di lasciarmi così di punto in bianco, oltre ad essere il mio ragazzo, Mirko, era anche il mio migliore amico, il mio confidente, il mio consigliere, ma da essere il mio tutto è diventato il mio niente. Una sera d'agosto decise che io non andavo più bene per lui, e senza ulteriori spiegazioni mi lasciò. Da allora la mia vita è sprofondata nell'alcol, ogni volta che i miei pensieri si fiondavamo su di lui iniziavo a bere e senza rendermene conto mi ritrovavo ogni sera a dover essere accompagnata a casa e non ricordando mai niente il giorno dopo. Questo è andato avanti per un po' quando poi a gennaio decisi di mettere un punto a questa situazione, non ho smesso di bere, ma riesco e regolarmi, cerco di tenermi sempre impegnata per non ricordare ogni momento passato con lui, e la notizia del trasferimento ha aiutato a far nascere una nuova me, la nuova Sara.
Dopo aver salutato i miei amici sotto casa, arrivata alla stazione salutando i miei mi ritrovo sul treno diretto a Bologna, un nuovo inizio.
I miei pensieri vengono disturbarti dal suono del mio cellulare, un numero che non conosco, probabilmente sarà il proprietario dell'appartamento dove andrò a vivere.
"Pronto la signorina Esposito? Sono il proprietario dell'appartamento so che arriva oggi è le ho preparato il contratto da firmare, l'aspetto a casa tanto io abito nell'appartamento giù." Non avevo dubbi che fosse lui avevo lasciato il numero all'agenzia per farglielo recapitare comunicandogli il giorno del mio arrivo, era la prima volta che lo sentivo e l'agenzia non mi aveva nemmeno comunicato il suo nome.
"Pronto si sono io, sono appena partita cinque ore e sono a Bologna, l'agenzia mi ha comunicato l'indirizzo ma purtroppo non mi ha comunicato il suo nome." Dissi tutto d'un fiato, non mi piaceva parlare a telefono con le persone mi metteva ansia, non so perché.
Dall'alto capo del telefono il proprietario dell'appartamento inizia a ridere "Non avevo dubbi su questa cosa, anche perché io gli avevo dato il mio numero da recapitare per sentirci prima della sua partenza ma come sempre fanno di testa loro." Ha una voce abbastanza comprensiva e penso che abbia capito un po' la mia ansia. "Comunque signorina Esposito, ci possiamo dare del tu, Sara giusto? Io sono il signor Luigi Cantelli l'aspetto a casa, le lascio un buon viaggio."
Dopo essermi congedata dalla telefonata, rimango fissa guardando il vuoto.
Cantelli, ma quel Cantelli?

Soli come a Bologna.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora