c'è del dolore in quella parte di materasso. se allungo una mano riesco quasi a immaginare di poterti raggiungere di nuovo, di poter sfiorare con le mie dita la tua pelle chiara e morbida, così delicata che temevo sempre di poterti fare del male solo stringendoti. la prima volta che ti sei posato sul lato destro del mio letto ho giurato a me stesso che non avrei lasciato a nessun altro il permesso di mettersi dove eri stato tu. è stata una cosa assurda, lo immagino, ci eravamo appena conosciuti e probabilmente neanche ricordavi il mio nome, eppure quando ti vidi addormentato al mio fianco pensai solo che non volevo vedere nessun altro in quel posto se non te.
trovo ancora assurdo come sei arrivato fin lì, fino a quella metà di materasso che ormai ha perso il tuo profumo. vorrei tanto che ci fossi ancora tu lì, a ricordare a quei cuscini chi sei stato e quanto speciale fossi, vorrei poterti adagiare ancora con dolcezza su quella superficie, pensando dentro di me che ti stavo riportando a casa. sei entrato in casa mia senza un invito diretto, senza che io sapessi il tuo nome o tu il mio. « mi avevano detto che c'era una festa e li ho seguiti » mi hai raccontato qualche settimana più tardi, mentre appoggiavi le tue labbra sul bordo di una tazza da caffè e facevi colazione dall'altra parte del tavolo. mi piaceva notare, in silenzio dentro di me, il piccolo segno che lasciava il tuo burrocacao al lampone sul bordo bianco dei bicchieri, delle tazze, sulla punta delle cannucce sulla quale bevevi. segretamente, speravo di avere anche io un segno del genere. segretamente, sentivo quel segno inciso sul cuore.
mi faceva stare così bene svegliarmi nella notte e allungare una mano, sapere che eri ancora lì. poterti ritrovare con facilità al buio, eri la mia certezza. non ero mai stata la persona che si faceva sostenere da altri o che evitava la solitudine, ma tu jimin mi hai insegnato cosa significa condividere. e non mi riferisco solo alle piccole cose, alle belle notizie che sono sempre facili da accogliere. mi hai insegnato cosa significa dividere per due il percorso di una vita.
una vita che avrei voluto passare con te.
c'è del dolore sulla tua parte di materasso, su quella sezione sulla quale non ti poserai mai più. e ora che mi sveglio in piena notte e ti cerco, ora che ho bisogno che tu ti faccia trovare ancora al mio fianco e mi dica che è tutto bene, che si è trattato solo di un altro incubo che però qui, nella vita reale, non ha alcun potere. ora che mi hai insegnato cosa significa vivere e pensare per due sono di nuovo solo. e vorrei odiarti per questo, ma so che non posso. non potrò mai.
e questa fottutissima casa, questa casa che ti lega ad ogni minimo oggetto e mi sussurra ricordi che abbiamo insieme, mi ripete che non ci sei più. spero ancora di voltarmi e trovarti seduto alla finestra a bere un tè caldo, a leggere un libro, a tenere in bilico sulle ginocchia il tuo cellulare con quella musica che fluttua nell'aria. vorrei trovarti ancora lì a sorridermi, a rimproverarmi per il mio vizio del fumo, a chiedermi com'è andata la giornata, a sentirti parlare di ciò che ti ha turbato e ciò che ti ha reso felice. questa casa continua a gridarmi sempre più forte che invece tu non ci sei, che la finestra è rimasta aperta e dentro fa freddo, e non c'è nessuno a cui stringermi per proteggermi.
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ghost of you | os ✓
Short Storyso I drown it out like I always do dancing through our house with the ghost of you and I chase it down with a shot of truth that my feet don't dance like they did with you. yoonmin.