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Un poster leggermente strappato in alto a destra raffigura un angelo. O meglio, la ragazza della foto è una giovane Carla Fracci in una Attitude impeccabile. Sono io che preferisco definirla 'Angelo'. Mettendola in questo modo bisognerebbe dire che la mia stanza é un Paradiso. Le pareti tappezzate con ritagli di riviste di ballo fanno a pugni con un enorme letto giallo.
Non sono strana, anzi... Mia madre sí, peró. Lei é una designer, un'artista insomma. É lei che ha imposto tutta la creativitá dei mobili in casa. Bisognerebbe parlare con una donna cosí almeno una volta nella vita. Capelli rossi sempre in disordine, trucco leggero sugli occhi, rossetto marrone, occhiali acquamarina dalle lenti abnormi, vestiti con colori che spaziano dal porpora al verde bottiglia che mettono in evidenza la sua pancetta e l'inseparabile tablet con quella cover cosí particolare.
É inutile che si parli di suo marito. Imprenditore affascinante. Sempre fuori cittá per lavoro. Meno gira per casa e meglio si vive.
É una gran fortuna che il povero Eisenhower riesca ancora a lanciare qualche guaito. In tutto quel caos chi potrebbe ricordarsi di un alano grande quanto un leone? Nessuno. Io, forse, sono l'unica a cui importa ancora di quel bestione. Importa... Beh parola grossa. Possiamo solo dire che al cibo ci penso io, per il resto il cagnone é diventato autosufficiente. Bisogni in giardino e tira avanti.
Basta perdere tempo.
Tra 7 minuti e 12 secondi la pazienza della mamma scatta. È lei che mi porta a scuola. Stamani piove, sono costretta a mettere i Dr.Martens verdi che mi danno cosí fastidio. Un'ultima occhiata allo specchio e si va. Cosa vedo? Beh, é una sagoma piuttosto scontata a dir la veritá. Una quindicenne piuttosto alta, snella, culo megagalattico, invidiatissimo spazio tra le cosce, carnagione pallida abbondantemente scurita da piú pennellate di terra sulle guance, sopracciglia accuratamente rifatte, occhi nocciola contornati da una spessa riga di eyeliner nero, almeno un quintale di mascara ipervolumizzante e labbra carnose al punto giusto. I capelli oggi sono naturali, mossi e castani; anche se li preferisco piastrati. Una gnocca da paura. Ogni giorno sempre piú impeccabile. La cura per l'immagine é diventata una fissa ormai. L'abbigliamento é studiato fino ai minimi dettagli. Soldi spesi in tonnellate di vestiti.
7.28! Tempo scaduto. Fortunatamente sono pronta anche oggi in tempo. Salgo in macchina e metto lo zaino nero pieno di firme e dediche sul sedile vicino a me. Il tragitto scuola-casa dura piú o meno 10 minuti, giusto il tempo per controllare Ask e organizzare mentalmente la giornata. Apro la app e trovo sette domande spam che elimino subito perché mi sale lo sbocco solo a vedere che certa gente impiega il suo tempo a scrivermi 'Ei mi segui? Sei bellissima.' ; scorro la pagina e vedo che quel ragazzo del tecnico mi ha votata, mi ha dato solo 9+, perché pubblicare quando mi arrivano sfilze di 10 ogni giorno? Piú giú trovo dozzine di insulti e complimenti ovviamente tutti in anonimo perché la gente ormai non puó farcela proprio ad uscire allo scoperto. E infondo vedo la domanda 'Che scuola fai?' , beh mi verrebbe da rispondere dicendo di leggere la biografia, ma sono quasi arrivata quindi impiego meno tempo scrivendo 'Classico.' .
Ebbene sí, sono una ginnasiale. Ho proprio viglia di studiare a quanto pare.
Cerco il mio badge nel portafogli per timbrarlo, ma prima di riuscire a prenderlo lo confondo con un paio di fidelitycards che ho fatto ultimamente.
Entro in classe per appoggiare goffamente zaino e giubbotto sul banco e corro in bagno a controllarmi un'ultima volta prima dell'inizio della giornata.
Le declinazioni di greco e latino scandiscono la mattinata fino al suono dell'intervallo. Esco dalla classe con un pacchetto di crackers tutti sbriciolati e provo a mangiarli senza sembrare un australopiteco. Si avvicina a me Andrea, cosí graziosa nella sua nuova gonna scozzese che mette in risalto le sue gambe lunghe. Ci conosciamo da ormai dodici anni. Ci piace 'sfigoneggiare' in giro per i corridoi per la scuola. Ci esercitiamo per i sabati pomeriggio, dove dovremo farci notare in centro. Parliamo spesso dei cosiddetti 'fighi' della cittá, un giorno molto molto vicino anche loro ci verranno dietro come dei cagnolini.
Suona la campanella e siamo costretti a solo un'altra ora di Storia. Fortunatamente oggi usciamo alla IV.
Sono le 11.50. Possiamo andare finalmente. Ci tratteniamo in cortile abbastanza vicine ai ragazzi di terza. É tutto studiato. Piú di uno ci guarda ogni tanto, chissá cosa stanno pensando adesso.
Il pomeriggio é piuttosto tranquillo. Due ore a lezione di Danza e studio.
Questa routine quotidiana si ripete identica ogni giorno.
E la noia e la ripetitivitá sono sovrane.
Solo i sabati sera in discoteca danno una smossa a questa vita cosí monotona. Ti fai sette-otto ragazzi, balli e stop.

E passa il tempo.

25 Gennaio

2 Febbraio

14 Febbraio.
San Valentino. La festa piú amata e piú odiata di tutti i tempi. Sei fidanzata, la ami. Sei single, la odi.
Beh, a dire la veritá io e Andrea non siamo impegnate a tutti gli effetti, ma come si fa a detestare un giorno cosí? Da ormai due anni volano complimenti e rose da tutte le parti. Quest'anno peró io ho qualcosa di piú.
Nessuno mette mai la faccia vicino ai fiori che mi arrivano ogni 14 Febbraio. Solo uno scarabocchio, una firma, un codice scritto su parti strappate dal libro di matematica accuratamente legate al pensierino.
Oggi no. Oggi ricevo una sorpresa. Gradita e sgradita allo stesso tempo.
Sono le 7.48, tra due minuti quella 'brava donna' della prof di Greco comincerá a parlare di cose incomprensibili e io saró costretta a farmi almeno un centinaio di selfies giusto per perdere tempo in modo costruttivo. Ho appena passato il badge davanti a quella colonnina cosí affollata che sento Andrea chiamarmi in tutta quella confusione. Mi tira per il cappuccio del nuovo Parka e mi porta di nuovo in cortile dove mi dá il classico regalino di San Valentino che noi due ci facciamo abitualmente. Le prometto di aprirlo con calma a casa e di chiamarla a telefono subito dopo. Le do il mio pacchettino rosa e lei mi salta al collo ringraziandomi, poi se ne va su per le scale per raggiungere la classe in tempo. Io decido di trattenermi per pochi istanti ancora vicino alla gelida porta a vetri che dá sull'atrio. Fortunatamente la preside lascia a noi studenti 5 preziosi minuti di tolleranza ogni mattina. Quindi metto in silenzioso il telefono e faccio per entrare. Sono quasi arrivata alle scale che sento un 'Ei' alle mie spalle. Mi giro non molto sicura che il saluto fosse diretto a me, ma dopo ne ho la conferma. Un ragazzo non perfetto, non un figone di quelli di terza, è girato verso di me e accenna un sorrisetto leggermente imbarazzato. Porta gli occhiali, sono semplici e neri. Sono RayBan sicuramente. Ha i capelli castani, non saprei dire il colore degli occhi perché essi sono piccoli e nascosti dalle lenti squadrate. Le labbra sono davvero molto colorite e grandi. I lineamenti sono tutti armoniosi tra loro. Ci sta. Ma di certo io potrei ambire a tipi molto piú affascinanti. Anche lui lo é. Anzi, no, penso che il 90% delle persone lo definirebbe solo 'carino'. Niente di piú. La cosa che lo rende bello é la sua ingenuitá. É il classico ragazzo buono insomma.
Avendo poco tempo dovrei davvero cercare di liquidarlo in fretta, ma non ho il coraggio. Lui ne ha avuto molto invece. Ricambio il sorriso allora e lo saluto. Mi dice che mi vede ogni giorno per i corridoi e vorrebbe che ci conoscessimo.
Io sinceramente questo non l'ho mai visto. Tuttavia mi assicura che lui é in seconda. Ad un paio di porte a sinistra dalla mia classe c'é la sua. Ormai il nostro tempo a disposizione é finito. Lui ne vorrebbe di piú, io non lo so sinceramente. Infondo é questo che rende gli episodi della nostra vita preziosi. Meno tempo hai e piú lo sfrutti.
Mi accompagna su per le scale e mi assicura che all'uscita da scuola sarebbe venuto a salutarmi.
Penso che potrá nascere una bella amicizia con lui.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 30, 2014 ⏰

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