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Disclaimer: Storia non revisionata, mi scuso per eventuali errori, buona lettura
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Abitudine
/a·bi·tù·di·ne/
sostantivo femminile
1. Tendenza alla continuazione o ripetizione di un determinato comportamento, collegabile a fattori naturali o acquisiti e riconducibile al concetto di consuetudine o di assuefazione.

Ushijima sin da piccolo era stato una persona abitudinaria, faceva le solite piccole e semplici cose per poi recarsi nel solito posto in cui passava i suoi pomeriggi, e quando la scuola lo permetteva, passava anche intere giornate.
Le sue giornate si svolgevano in maniera così semplice da risultare noiose da un occhio esterno, considerata l'età del ragazzo, ma a lui bastava questa semplicità per stare sereno.

La mattina, subito dopo essersi fatto la doccia, si reca al piccolo bar sotto casa sua; finita la colazione si dirige a piedi verso la scuola, con le cuffie nelle orecchie.
Svolge tranquillamente la sua giornata di studi e successivamente si reca al parco dietro la scuola; si addentra all'interno del parco, camminando per un bel po', fino a ritrovarsi davanti ad un grande albero, sempre lo stesso da quando si era trasferito in quella città a causa del lavoro dei suoi genitori.
Arrivato si siede sotto ad esso per poi prendere dal suo zaino un diario, nel quale scrive le cose che gli passano per la mente e di tanto in tanto gli fa anche dei disegni; appena il sole cala recupera le sue cose e si reca verso casa, dove cena e va a dormire subito dopo.

Anche la giornata che stava svolgendo sembrava uguale a tutte le altre, finché arrivando davanti all'albero nel parco Ushijima non vide un ragazzo dalla chioma rossa appoggiato al tronco dell'albero, dove era solito sedersi.
Il castano restò spiazzato, si paralizzò completamente non sapendo come comportarsi, poiché una situazione del genere non gli era mai capitata, ma anche perché non aveva mai visto il ragazzo in giro.
Il rosso probabilmente si accorse dello sguardo del ragazzo su di lui dato che gli sorrise e lo invitò a sedersi affianco a lui, battendo una mano sul terreno; dopo un attimo di esitazione ushijima si sedette accanto al ragazzo, un po' disturbato dal fatto che quest'ultimo avesse interrotto la sua routine, come la definiva lui.
Non disse nulla al rosso, fece finta che il ragazzo non ci fosse, difatti prese il suo diario per poi incominciare a scrivere velocemente, continuando ad essere disturbato dalla presenza dell'altro, nonostante non stesse facendo assolutamente nulla, se non guardare il paesaggio.
Dopo qualche ora, il castano si era come dimenticato della presenza del rosso, del quale non sapeva manco il nome; posò tutto il materiale che aveva usato per disegnare e si alzò facendo poi per andarsene.
Ushijima si bloccò quando sentì la voce del rosso dire «I tuoi disegni sono davvero belli», rimase nuovamente spiazzato per la seconda volta in quella giornata, ma nonostante ciò non proferì parola, guardò il ragazzo per poi tornarsene velocemente a casa sperando che nella giornata successiva le cose sarebbero tornate alla normalità.

Dopo una settimana la situazione non era cambiata di una virgola, ogni giorno incontrava nel solito posto il rosso, nessuno dei due proferiva parola per tutto il tempo, tranne alla fine che prima di andarsene il rosso gli faceva i complimenti per i suoi disegni; eccetto l'ultima volta nella quale si presentò al castano, ricevendo per la prima una risposta da quest'ultimo, il quale si presentò a sua volta.
Tutte le sere ushijima tornava a casa sperando che tutto tornasse come prima, ad eccezione dell'ultima giornata, nella quale tornò a casa con uno strano sorriso immotivato, non trovando più tanto fastidiosa tutta quella situazione, come se ormai il rosso fosse diventato parte delle sue abitudini involontariamente.

Il giorno seguente Ushijima arrivato all'albero non trovò il rosso, iniziò a guardarsi intorno sperando di incontrare il suo sguardo, ma sfortunatamente non successe.
Con una punta di tristezza si sedette a terra, iniziando a prendere le cose dalla sua borsa, fin quando non vide tutto nero, poiché qualcuno gli aveva coperto gli occhi.
«Indovina, chi sono?» disse una voce da dietro al ragazzo, il quale, preso in parte dallo spavento della situazione improvvisa, rispose titubate «Tendou?», quest'ultimo levò le mani dagli occhi del ragazzo per poi sedersi davanti ad esso, «Come mai così incerto? Dopo una settimana dovresti esserti abituato alla mia voce.» disse sorridendo il rosso, il quale ricevette in risposta solo un timido sorriso da parte del castano.
Fatto l'orario di ritirarsi Ushijima come al solito posò il tutto nello zaino, questa volta però non ci sarebbe stato il rosso a salutarlo con i suoi soliti complimenti, poiché se n'era andato prima dicendo di avere un impegno.
Nel mentre sistemava un piccolo bigliettino spuntò fuori dal suo diario, il castano lo aprì per poi leggerne il contenuto sorridendo.

"ho visto che ti sai esprimere meglio scrivendo al posto di parlare, quindi se ti va, puoi scrivermi quando vuoi.
questo è il mio numero, +8133758
-Tendou Satori ;)"

Le giornate, settimane ed i mesi scorrevano; dal giorno in cui il rosso aveva lasciato il biglietto le cose tra di loro erano cambiate ed il loro rapporto era sempre più forte; avevano iniziato a parlare sempre più frequentemente al telefono ed anche ad avere delle conversazioni faccia a faccia, nelle quali iniziarono a conoscersi sempre meglio, sotto quell'albero che ormai era diventato il loro posto abitudinario.

Ormai dopo parecchi mesi si conoscevano bene, si capivano a vicenda, anche senza bisogno di parlare, anzi, a volte si comunicavano di più stando in silenzio che quando parlavano.
Proprio per questo in quei giorni Ushijima si rese che c'era qualcosa che non andava in Tendou, però quando provò a parlarne con il ragazzo quest'ultimo sviò il discorso e se ne andò dicendo di avere un impegno, lasciando un po' deluso il castano, che non si aspettava minimamente una reazione del genere, poiché ormai conoscevano l'intera vita l'uno dell'altro.
Amareggiato prese le sue cose, nonostante fosse ancora presto rispetto al solito orario in cui rientrava; fece la strada ed una volta arrivato andò dritto in camera sua, mandando a monte la sua routine.
Si buttò nel letto ed iniziò a fissare il soffitto, iniziò a pensare a come quel ragazzo avesse stravolto la sua vita e di conseguenza le sue abitudini; si sentiva stordito in realtà da tutto quello che era successo ma nonostante ciò era felice, ormai era diventato consapevole del fatto che i sentimenti verso il rosso si stavano tramutando in qualcosa di più di una semplice amicizia, anche se di questo era preoccupato, poiché non voleva rovinare il loro rapporto, non voleva far uscire il ragazzo dalle sue abitudini giornaliere.
I suoi pensieri vennero interrotti da una chiamata, il che lo fece stranire poiché non ne riceveva mai, prese velocemente il telefono e notò dal display che era proprio il rosso a chiamarlo.
«Satori?» disse con tono tra preoccupato e l'interrogativo, «Puoi venire da me?» rispose il rosso tra i singhiozzi «per favore Wakatoshi, so che non è tra le tue abitudini uscire a quest'or-» riprese a parlare velocemente Tendou, venendo però bloccato dal castano che disse «Cinque minuti e arrivo» con tono serio per poi chiudere la chiamata.
Si sistemò in fretta ed uscì di casa, conosceva l'indirizzo di casa del rosso, nonostante non ci fosse mai stato; aumentò sempre di più il passo, fino a raggiungerla.
Appena la porta si aprì, dopo aver bussato, si rivelò davanti ad Ushijima un Tendou che non aveva mai visto, con i capelli scompigliati, gli occhi arrossati dal pianto e la maglietta tutta stropicciata; il rosso senza dare il tempo al ragazzo di dire qualcosa si buttò sulle su di lui abbracciandolo.
Il castano rimase immobile a primo impatto, ma poi ricambiò l'abbraccio stringendo il ragazzo, lasciandogli qualche carezza nella schiena; «che ne dici se entriamo a casa e mi spieghi che succede?» domandò con voce bassa ushijima non staccandosi dal ragazzo, che a quelle parole annuì

Dopo essere entrati in casa, Ushijima seguì Tendou nella camera di quest'ultimo; il castano cercò di reprimere l'imbarazzo che provava a stare seduto sul letto del rosso, difronte a lui, consapevole ormai dei propri sentimenti.
Superato un breve momento di silenzio Tendou iniziò a parlare «Qualsiasi cosa io dica promettimi che non mi interrompersi», il castano lo guardò per poi annuire «Non ti interromperò, lo prometto» aggiunse poi.
Il rosso prese un respiro profondo per poi riprendere a parlare «Io so di essere sbagliato, che quello che sto per dire è sbagliato, però mi porto questo peso da un po' di tempo, e si, avevi ragione, c'è qualcosa che mi turba, che non è apposto, che non mi fa dormire la notte.» disse d'un fiato per poi riprendere subito dopo «Mi piaci Wakatoshi e probabilmente adesso mi schiferai ma ti pre-», il ragazzo non riuscì a finire il discorso che Ushijima posò le sue labbra su quelle del rosso.
Appena il castano si staccò notò la faccia stupita di Tendou, gli accarezzò dolcemente la guancia e sorridendo prese finalmente la parola «Mi piaci pure tu Satori».

Da quel giorno i due fecero di quel bacio un abitudine, e da quell'abitudine si sviluppò un amore genuino, semplice e naturale, che andava ad aumentare con il passare del tempo.

Angolo Autrice
Hola a tutti, non ci si sente da parecchio, ho ripubblicato quest'unico capitolo di quella che era una raccolta di one shot (credevo fosse l'unica a meritarselo); spero che sia quanto meno decente.

Un bacio
-Tobjo

Abitudine - Ushiten One shot Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora