Prologo

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Cammino, poi corro ed infine inciampo, ma non c'è nessuno a prendermi; solo nelle favole succede che la bella fanciulla cada e che il bel principe azzurro la salvi, ma nella realtà no. Inoltre non sono neanche tanto bella. Mi sono appena sbbucciata un ginocchio, ma ne è valsa la pena, perché sono sfuggita ad una serie di domande troppo difficili per me: "come sei riuscita a sopravvivere al siero della morte?" e ancora "come hai ucciso David?". Tutte domande alle quali avrei risposto con " l'ho fatto e basta", perché è questo che mi ricordo, "l'ho fatto e basta" ripeto a me stessa. Non c'è una spiegazione a certe azioni, ma loro non lo possono capire, non l'hanno mai passato sulla loro pelle. Non mi andava di parlare con la gente, ero troppo sconvolta; così sono corsa verso i ciliegi, che ora sono spogli. Non mi piacciono gli alberi spogli, mi danno tanta tristezza. Mi fanno pensare ai miei genitori, a come sono morti, a Will.. e questo mi mette nervosismo e ansia. Salgo agilmente su un albero; sono brava ad arrampicarmi. A volte lo facevo quando volevo uscire dalla monotonia delle quattro mura grigie di casa mia. Salivo sui tetti delle case guardando verso l'orizzonte e sognando di uscire dalla mia fazione. Ma ora relizzo che é successo sul serio. Non sono più negli Abneganti. Mi siedo sul tronco piú grosso e vengo assorta dai miei pensieri. Non so cosa farò ora... credo che aspetterò che Tobias ritorni dalla sua missione, e non vedo l'ora di abbracciarlo di nuovo. Voglio sentire il suo calore, e soprattutto voglio sentire che lui c'è, solo per me.

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