la prima volta che
ho scritto
qualcosa su di loro.
magico, tutto questo.macarena's pov.
"Stupide scarpe!" esclamai imprecando in mezzo alla strada, faceva freddo ed io ero terribilmente arrabbiata ma felice dopotutto.
Io e Zulema avevamo appena concluso una rapina abbastanza importante in una gioielleria, ci siamo date appuntamento in un posto isolato per non farci vedere da occhi indiscreti, non distava tantissimo ma con questi tacchi era difficile camminare sull'asfalto.
Era quasi mezzanotte e stavo camminando da circa mezz'ora, la strada era vuota: nessuna casa, zero persone.
Mi guardai attorno e onestamente ebbi un po' di paura, mi metteva parecchio malinconia questo posto.
Lo ammetto, mi manca terribilmente la mia famiglia, mi manca ricevere amore e sopratutto darlo.
Ancora non ci credo che sono con la persona che appunto, ha fatto uccidere i miei genitori e ha distrutto tutto quanto.
E oltretutto convivo con lei da quasi due anni, abbiamo chiamato il nostro rapporto come un "matrimonio di convenienza" ma non lo considero tale già da un po'.
Esattamente dalla notte di capodanno.
Strinsi i pugni dolorosamente e le lacrime minacciavano di uscire, Macarena tu non sei così, sei cambiata, basta piangersi addosso evidentemente doveva andare così.
Sussultai non appena sentii il rumore di una macchina dietro di me, sospirai di sollievo non appena mi accorsi che si trattava di Zulema.
Mi avvicinai a lei e mi tolsi le scarpe gemendo di dolore.
"Cambiati bionda." disse seria e lanciandomi qualche vestito, li afferrai al volo e la guardai male per il tono brusco che aveva usato, non la sopporto quando fa così.
Non sopporto quando cerca di prendere il controllo su tutto, lei non conosce i suoi limiti.
Mi trascina sempre in questa merda ma a me piace da morire, non lo ammetterò mai.
Sopratutto a lei.
Serrai la mascella dal nervoso e mi sbrigai togliendo il corpetto che evidenziava la mia vita stretta.
Sentivo il suo sguardo penetrante addosso che mi fece venire i brividi, come sempre d'altronde, la guardai di rimando e sul suo viso si formò un ghigno malizioso e strafottente.
Tipico di Zulema Zahir, no?
"Dobbiamo bruciare la macchina, prendi il borsone dal cofano." disse autoritaria, per poi cospargere completamente la macchina di benzina.
Annuii e la vidi fare un ultimo tiro e buttare la cicca appiccando il fuoco, guardai le fiamme sollevarsi e sospirai di sollievo per il caldo, era piacevole.
"Andiamo a casa." la sentii dire per poi passarmi affianco e accendersi un'altra sigaretta, mi risvegliai dal mio stato di trance e la inseguii mettendomi al suo fianco sistemandomi il borsone in spalla.
Camminammo per venti minuti e in lontananza vidi la roulotte, sorrisi trionfante.
Zulema era rimasta in silenzio, persa nei suoi pensieri e ne approfittai per guardare il suo profilo.
Era bella da morire, inutile negarlo, inutile negare che Zulema Zahir era un'insieme di mille sfumature tutte messe assieme.
"Ti piace quello che guardi biondina?" disse lei dopo un po' guardandomi attentamente, sgranai gli occhi e arrossii leggermente.
Brutta stronza.
"Onestamente no." dissi provocandola, mentii spudoratamente e cercai di soffocare una risata, cosa che non sfuggì a Zulema.
"Eppure, la notte di capodanno non mi sembrava affatto." disse seria facendo uscire il fumo dalle labbra, vuole davvero parlarne in questo preciso istante?
È passato giusto 1 mese cazzo.
"Non mi va di discutere, Zulema." dissi aumentando il passo, volevo solo farmi una doccia e dormire, ero stanca.
Salii le scalette e cercai le chiavi nella tasca dei miei jeans.
"Non ti va perché ancora una volta, non sai ammettere le cose a te stessa e sopratutto non ti piace la verità!" esclamò ridendo leggermente, mi infuriai davvero tanto e scattai senza pensare, la presi per le spalle e la spinsi contro la parete inchiodandola con il mio corpo.
"Ho detto, che non mi va di discutere." le ringhiai ad un soffio dalle sue labbra e nemmeno tre secondi i ruoli si invertirono, la mia schiena andò a sbattere dolorosamente contro la porta.
Il corpo di Zulema mi sovrastava completamente, era più forte di me e non potevo scappare facilmente dalla sua presa.
La guardai dritta negli occhi e ardevano di adrenalina ma sopratutto di rabbia.
Rabbia perché non sopportava essere dominata, era una cosa che odiava.
Riconoscevo quello sguardo, mi metteva paura.
"Devo forse ricordarti, bionda.." disse piano contro il mio collo soffiando leggermente su un punto indefinito, mi sfuggii un gemito e istintivamente cercai di mettere la mano sulla sua spalla per allontanarla, ma venne presa e attaccata sopra alla mia testa.
"Che qui comando io e non tu?" concluse mordendomi un lembo di pelle, inarcai la schiena e mi lasciai completamente a lei.
Non riuscivo a rimanere lucida in questi casi, la sua bellezza mi mandava a puttane il cervello.
Tutto di lei mi mandava a puttane il cervello.
Dalla notte di capodanno le cose sono cambiate, da quando siamo andate a letto insieme qualcosa è scattato.
Il nostro rapporto è cambiato, lei ha preso il controllo su di me ed io gliel'ho lasciato fare senza problemi.
I miei occhi si scontrarono con i suoi e mi ci persi dentro per quanto fossero profondi, intriganti e magnetici.
Con l'altra mano libera, le afferrai il volto e la baciai mordendole il labbro, come per punirla per avermi trattata in questo modo.
Lasciò la presa sulla mia mano e nel mentre che mi divorava le labbra, aprii la porta e mi spinse dentro chiudendola a chiave.
"Zulema." gemetti non appena mi spinse sopra al tavolo, tutte le cose appoggiate volarono a terra.
"Stai zitta, non parlare." disse riprendendo a baciarmi, intrecciai la lingua con la sua e la strinsi a me, sentii le sue mani sull'orlo dei miei jeans e con mossa veloce me li tolse buttandoli a terra insieme alle scarpe.
Questa donna è incredibile.
Mi spalancò le gambe e si mise in mezzo approfondendo il bacio, di conseguenza le circondai la vita con le cosce e continuai a divorarle le labbra.
Ci stavamo baciando dopo quasi 1 mese, l'ultima volta avevamo fatto finta di niente.
Le dissi che per me quella notte non aveva significato nulla e che eravamo sotto effetto di droghe ma cazzo, ora non abbiamo fatto uso di niente, eravamo lucide al 100%.
La verità è che la mia droga è sempre stata lei, per quanto mi terrorizzi non riesco a stare senza.
Quella notte non me la dimenticherò mai, è stata incredibile ed io sono fottutamente innamorata del suo corpo, è perfetta.
Le sue mani erano sui miei fianchi e li strinse possessivamente dedicandosi al mio collo e marchiandolo a suo piacimento.
Ormai aveva capito che io ero sua ed io come al solito le avevo dato il consenso senza fiatare.
Gemetti di piacere non appena mi morsicò leggermente la mascella, ormai conosceva tutti i miei punti deboli ma anche io conoscevo i suoi, mi allontanai da lei leggermente e le sfilai la felpa lasciandola in reggiseno, con le dita tracciai le sue clavicole e sfiorai le sue cicatrici non troppo evidenti.
Vidi che le provocai miliardi di brividi, sorrisi leggermente perché sapevo infondo che le facevo effetto.
Sapevo che lei provava ciò che provavo io, ma eravamo troppo orgogliose per ammetterlo perché insieme io e lei siamo un casino totale.
Un casino creato appositamente per stare assieme.
Io acqua e lei fuoco.
Io bianco e lei nero.
Io il sole e lei la luna.
Come possono due cose estremamente differenti incastrarsi perfettamente?
Perdersi per poi ritrovarsi, ci sono persone che quando hanno sofferto scelgono di non affezionarsi più, per potersi proteggere.
E Zulema aveva attorno a se una corazza indistruttibile, ma con il tempo passato insieme sono riuscita ad entrare dentro a questa corazza.
Ricordo perfettamente il giorno quando mi regalò la macchina fotografica, non l'avevo mai vista così nervosa.
Sembrava una bambina piccola e indifesa, non me lo sarei mai aspettata da lei ma la prima cosa che mi venne in mente di fare era scattare una foto assieme.
Infatti conservo quella polaroid dentro al mio cassetto, lei crede che io l'abbia buttata ma non è così.
Penso che quello sia stato uno dei giorni più belli di tutta la mia vita, dopo tanto tempo mi sono sentita a casa, mi sono sentita importante per qualcuno perché lei ha pensato a me.
Ha pensato di farmi un regalo, di aprirsi totalmente a me e di mostrarmi un lato del suo carattere che io non conoscevo minimamente.
Io voglio amarla, voglio curare ogni sua ferita aperta, voglio che lei sia mia come lei considera me sua.
Perché in fin dei conti, puoi chiedere un consiglio ma alla fine la decisione è solo tua e quando sei da solo, con le spalle al muro, l'unica voce che conta è quella nella tua testa.
Quella che ti dice ciò che probabilmente sapevi già, quella che quasi sempre ha ragione.
"Ti voglio." la sentii dire contro le mie labbra, sgranai gli occhi perché non mi aveva mai detto una cosa del genere, ma che importa?Volevamo entrambe la stessa cosa.
Non staccai le labbra dalle sue fino a quando non sentii le sue mani suoi miei glutei, mi spinse verso di lei per prendermi in braccio e legai le gambe attorno alla sua vita.
Veleno e antidoto allo stesso tempo.
Due realtà diverse ma uguali.
Zulema mi buttò sul letto e si infilò subito tra le mie gambe, lanciando gli anfibi in un punto indefinito della stanza creando un suono assordante.
La guardai male e lei rise mordendosi il labbro, sorrisi leggermente, era proprio bella.
E ad ogni battito di ciglia mi innamoravo sempre di più.
Il mio sguardo si fece serio e con le dita incominciai ad accarezzarle il viso, tracciando ogni suo lineamento come per volerlo incidere dentro la mia pelle.
Zulema rimase immobile e appena le sfiorai le labbra con l'indice, lo baciò dolcemente e mi guardò abbastanza seria non staccando gli occhi dai miei.
Continuai il mio percorso in silenzio e sorridevo di tanto in tanto, facendole capire che anche con le sue imperfezioni, lei era bellissima comunque.
Toccai ogni centimetro del suo tatuaggio sotto all'occhio, la sua lacrima, Il suo dolore più grande, la sua più grande perdita.
L'unica cosa che l'aveva cambiata per sempre trasformandola in un'altra persona.
"Ma noi cosa siamo?" mormorai lentamente, la sentii tremare leggermente a questa domanda quindi le accarezzai l'avambraccio per trasmetterle tranquillità.
Infatti si rilassò subito al mio tocco.
"Non l'ho mai saputo in realtà." ammise dolcemente, inarcai un sopracciglio per quel tono così innocente e tranquillo, questa donna ogni giorno mi mostrava cose nuove del suo carattere.
"Zulema, io sento che c'è qualcosa di più tra di noi." incominciai bruscamente, ero stanca di tenermi tutto dentro, queste emozioni nei suoi confronti mi laceravamo ogni giorno di più.
Zulema fece per parlare ma la zittii lasciandole un bacio sulle labbra.
"Ho imparato tante cose da quando ti conosco, non mi hai mai trattato come una bambina viziata, mi hai aperto un mondo totalmente nuovo. Con te ho capito che non devo mai rinunciare a parti essenziali di me stessa per diventare ciò che qualcun altro vorrebbe. Ho imparato a non scendere a compromessi, se voglio una cosa lotto per averla qualunque cosa accada. Ho imparato a non accontentarmi e tutto questo è perché tu hai voluto mostrarmi cosa significasse veramente vivere. Io.." le dissi improvvisamente ma mi bloccai, avevo paura di continuare.
"Tu cosa, Macarena?" disse seria senza staccarsi da me un attimo, amavo quando mi chiamava con il mio nome.
I suoi occhi esprimevano ansia, paura ma anche felicità, entusiasmo.
"Io credo di amarti." sbottai senza pensare minimamente alle conseguenze.
Fanculo a tutto quanto.
Sospirai pesantemente perché mi ero tolta di dosso un peso a dir poco enorme, Zulema mi guardava sconvolta e si tolse dal mio corpo velocemente.
"Io.. scusami devo uscire un attimo." disse raccogliendo la felpa da terra infilandosela velocemente per poi uscire.
Cazzo, che bel casino che ho fatto.
Sentii il rumore della sua macchina sfrecciare veloce lontano da me, mi presi la testa tra le mani e piansi silenziosamente facendo uscire tutte le lacrime che tenevo dentro da troppo tempo.
Ora sicuramente lei non vorrà sapere nulla di me, dopo questa confessione.
Ma cos'altro potevo fare?
Non potevamo continuare così.
Sinceramente?
La paura di perderla è tanta, troppo direi.
Lei è l'unica persona che mi è rimasta vicina dopotutto, non ho nessun'altro se non lei.
Lei è tutto il mio mondo adesso e se vale la pena rischiare, mi gioco anche l'ultimo frammento di cuore.
Dopo 1 ora di pianto liberatorio, mi alzai dal letto e filai dritta in doccia per riprendermi un minimo.
Mi vestii e indossai una sua felpa, Il suo profumo è sempre riuscito a calmarmi, letteralmente.
Non avevamo telefoni quindi non potevo nemmeno chiamarla, che merda, l'avrei aspettata qui, tutta la notte se era necessario.Erano le 3:30 del mattino e di Zulema nessuna traccia, ormai avevo perso totalmente il sonno e la rabbia dentro di me cresceva ogni secondo che passava.
Decisi di uscire fuori a fumarmi una sigaretta e con me portai il piumone, almeno non sentivo freddo.
Mi sedetti sulla poltroncina e inspirai il fumo per poi farlo uscire lentamente dalle mie labbra, stavo veramente male senza di lei eppure non era la prima volta che lo faceva, Zulema è sempre stata imprevedibile e ha sempre fatto quello che le pareva.
Sentii il rumore della sua macchina e mi alzai di scatto facendo cadere la coperta a terra, appena uscì andai davanti a lei e le urlai.
"Dove cazzo sei stata?" urlai preoccupata, Zulema non rispose e assunse un atteggiamento menefreghista che mi fece infuriare ancora di più.
"Non sono affari che ti riguardano." disse fredda, non ci pensai due volte e le diedi uno schiaffo con tutta la forza che avevo.
Non poteva giocare con me, non più ormai.
Le spaccai il labbro e mi feci male anche alla mano per la forza che avevo applicato.
Ora mi sarei beccata le mie conseguenze ma ne ero consapevole, Zulema sputò a terra il sangue e si tolse i residui sul labbro inferiore con la manica della felpa.
"Non permetterti mai più." disse senza degnarmi di uno sguardo portandosi una sigaretta sulle labbra, speravo che reagisse e invece no, era amareggiata e fredda.
Fece per andare dentro ma l'afferrai per un polso facendola voltare verso di me.
"Non puoi scappare via come tuo solito quando c'è una situazione del genere. Non puoi proprio, non te lo permetterò." dissi furiosa e mi avvicinai pericolosamente a lei.
"Cosa vuoi, Macarena?" disse infuriandosi e togliendosi dalla mia presa, mi morsicai il labbro forte e lei notò questo gesto ma distolse subito lo sguardo.
"Voglio te maledizione, perché cazzo non lo capisci?" dissi urlando e un secondo dopo ci fu un tuono fortissimo che mi fece sobbalzare.
"Tu non capisci, come al solito." disse finendo la sigaretta.
"Cosa dovrei capire?" dissi nel mentre che iniziava a piovere, Zulema sospirò e guardò per un attimo il cielo per poi rivolgersi a me guardandomi intensamente.
Alcune gocce incominciarono a bagnarle il viso e il trucco piano piano si sciolse, era ancora più bella.
Non avevo mai visto questo sguardo, era diverso e c'era qualcosa che stava cambiando, potevo percepirlo, la conoscevo troppo bene.
"Gli amori mediocri sopravvivono, gli amori grandi vengono distrutti dalla loro stessa intensità." disse avvicinandosi leggermente.
"Che cosa c'entra Oscar Wilde ora?" sbottai acida.
"Vedi che non capisci un cazzo?" disse lei sorridendo per poi affermarmi il volto tra le mani, chiusi gli occhi godendomi quel contatto e mi soffermai su quelle parole piene di significato.
"Ti amo anche io Macarena, ti ho sempre amata ma ho la brillante capacità di rovinare tutto e di perdere le persone che amo. Non voglio perderti e tantomeno farti soffrire." disse accarezzandomi la guancia.
"Vaffanculo Zulema." dissi guardandola dritta negli occhi, la vidi abbastanza sorpresa da questa mia affermazione ma non mi staccai da lei per nessuna ragione al mondo.
"Vaffanculo a chi mi dice di dimenticarti, di lasciarti stare, non rovinerai nulla. Perché noi siamo già rovinate, perché non proviamo ad aggiustarci insieme? Perché non uniamo questi cuori rotti in mille pezzi?" sussurrai nel mentre che le lacrime mi rigavano il viso mischiandosi con la pioggia.
"Tu hai sempre distrutto te stessa piuttosto che distruggere ciò che ti fa soffrire, ma io Zulema, sono pronta ad amarti. Sono pronta ad amare ogni parte di te se tu me lo permetti." conclusi stringendola a me.
Abbassò leggermente la testa ma poi la rialzò subito dopo per poi farmi un grande sorriso, quelli che ti sciolgono Il cuore.
"Va bene, bionda. Però sappi che qualunque cosa accada ti amerò per sempre, non importa quanto tempo passerà, quanto sarò felice senza di te, il nostro non è un amore da dimenticare perché ne abbiamo passate tante. C'è stato, ci ha travolto entrambe, ci ha preso e ci rende felici. Sì, perché finalmente, dopo tanti anni sono felice con te al mio fianco." disse senza staccare per un momento, i suoi bellissimi occhi dai miei.
"Resta Zulema." dissi appoggiando la fronte contro la sua.
"Resto." sussurrò lei abbracciandomi fino a farmi perdere il fiato, restammo così per un tempo interminabile, fradice per colpa della pioggia ma eravamo felici.
Felici perché avevamo entrambe confessato i nostri sentimenti ed eravamo pronte ad iniziare questo nuovo percorso insieme.
Con lei ho imparato a ricordarmi gli attimi, non i giorni, con lei mi sento viva, mi sento una persona migliore, mi sento protetta, mi sento al sicuro da tutto il male che c'è nel mondo.
Come si fa a dimenticare una persona che ti ha dato tanto come Zulema Zahir?
STAI LEGGENDO
inolvidable
Short Story➵ ZURENA. ONE SHOT. "È una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto, abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato, rinunciare a tutti i tentativi perché uno è fallito. È una follia condannare tutte le amicizie per...