Cap.7

197 12 1
                                    

Erano le 18:30.
Sia io che Jimin ci avviammo verso Seoul. Le luci della città di Busan erano bellissime. 
Alla guida stavolta c'era Jimin.
Anche lui aveva uno sguardo perso, ma nel frattempo, per non rovinare tutto quanto, mi prese la mano e me la strinse a sé.
Io lo guardai con un sorriso strappato.
A metà viaggio, accesi la musica per dare un po' di "vitalità" se si può dire, al tragitto.
Tra le varie radio cambiate almeno una centinaia di volte, Jimin accostò l'auto in una curva.
Rimasi stranita, come se già non lo fossi.

Che giornatina

"Scendi, ti devo mostrare una cosa!"

Senti sono pigra non ho voglia-

disse felice e così feci.

Dicevo...

Con le mie mani nelle sue mi fece avvicinare al ciglio della strada.
Quello che vidi era stupendo. Potevo vedere sia la città sia il mare. Il sole tramontò e rese tutto più colorato.
Una dolce brezza ci avvolse ad entrambi.
Ad un certo punto, Jimin mi fece segno di guardare al cielo.
Di lì a poco, passo un piccolo aereoplano con un enorme scritta attaccata dietro.
"Y/N, SEI LA COSA PIÙ PREZIOSA SU QUESTO UNIVERSO. SEI LA MIA BIMBA E LA MIA DONNA DI VITA. TI PREGO, VUOI SPOSARMI?!"

No aspettate un secondo, n'attimo, ma scusa ieri non abbiamo finito la scuola...? Cioè aspe' quanti anni abbiamo??? Cosaaaaa cioè siamo così vecchi di già?! (ironia ragazzi)

Jimin mi dedicò una proposta di matrimonio su un aereplano.
Rimasi spiazzata.
Era incredibile quel ragazzo.
Solo grazie a lui potevo essere me stessa.

I have a reason...ai sciuld lov mai selfff

«Ora sì che mi sentivo bene.»

Li diedi un dolce bacio.

"Jimin, certo che voglio sposarti!"

...

Dopo un po' tornammo a casa.
Posammo le valigie stremati...ne avevo bisogno.

"Amore io vado a farmi la doccia, se riesci pensaci tu alle valigie. Quello che non riesci a sistemare lascialo a me!"

"Tranquilla y/n vai pure. Ci penso io."

Che gentlemen

Ci misi circa 20 minuti.

In realtà un'oretta dai

Dopo essermi asciugata i capelli misi il mio pigiama e uscì.
Ad aspettarmi sul letto matrimoniale c'era Jimin con addosso solo la tuta.
Leggeva un libro.
Per fortuna non si accorse che lo stavo fissando anzi, detto letteralmente, li stavo sbavando addosso.

Si beh ecco esattamente non stavo facendo quello che voi pensate che io penso di fare-

Così presi una delle mie mollette sulla scrivania lì vicino, me la misi e, facendo finta di nulla mi appoggiai sul letto.
In quel momento l'unico problema fu il nostro stomaco, entrambi risuonavano al canto di una fame terribile!

Si ok non so scrivere

Entrambi ci guardammo ridendo. Così ordinammo una pizza; entrambi una margherita.
Dopo 15 minuti il fattorino suonò alla porta.
Nel mentre che fui intenta ad alzarmi, Jimin mi fermò.
Mi disse che ci pensò lui.
Io lo ringraziai a sua volta e nel frattempo presi dalla cucina 2 tovaglie pieghevoli, fatti di plastica.

Li posizionai sulla scrivania, uno vicino all'altro. Presi inoltre una piccola candela profumata e dei fiori. Abbassai le serrande e feci un atmosfera "soft", se così si può dire.

𝐎𝐮𝐫 𝐋𝐢𝐭𝐭𝐥𝐞 𝐏𝐫𝐨𝐦𝐢𝐬𝐞;𝐏.𝐉.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora