Unconditionally

Prologo

15 giugno 2017

Sono in ospedale, non ce la faccio più. Quando mi lascerà stare questa maledetta voce?

Entro nello studio dello psichiatra coi miei genitori. Ci sono tre dottori.
Mi fanno paura, quasi privi di umanità.
Crollo davanti a loro e restano dei pezzi di ghiaccio.

<La nostra intenzione non è quella di farti ingrassare Serena. Vogliamo che tu stia bene>
Scoppio a piangere.
Sono sollevata; ma penso anche che ad un paziente anoressico è la prima cosa che si possa dire.

Anoressia nervosa.
Adesso che ha un nome posso combatterla. Si chiama così la mia vocina.

Parlo con la nutrizionista e mi sembra  la mia ancora di salvezza. Pendo dalle sue labbra
Prima di consegnarmi il piano alimentare vuole che le consegni tra due settimane un diario alimentare scritto ogni giorno.
Non capisco. Non ce la faccio più. Mi sta remando contro.
Le mie abitudini le so a memoria e le taccio su un applicazione, ogni grammo ingerito e k al bruciata .
Non esco mai dagli schemi.

Non so quanto resisterò ancora, facendo così. Mi sento sempre sull orlo di un dirupo e sono arrabbiata.
So di essere intelligente e mi perdo in un bicchier d'acqua, nonostante faccia nuoto da 15 anni. Ironia del destino.

Lo psicologo mi vuole fare dei test invece. Non ho problemi ad essere sincera con me stessa. So già che pesare l insalata non è normale. Forse deve solo valutare il grado di essa.
Mio padre si sente estremamente colpevole. Fatica a parlare e pensa che io stia male per causa sua.
So che non è così. Il meccanismo era già in atto e la nascita del mio fratellastro ha solo premuto sull acceleratore.
Ma mi sarei schiantata comunque prima o poi.

L ultima visita è con l internista. Scrive i miei dati su un foglio e mi prescrive una sfilza di esami. Diventerò un colapasta.

Esco e mentre sono in macchina, stanca da tutte le lacrime versate e cancello il contacalorie dal telefono.
Speriamo bene.