Capitolo 3 - Per un semplice budino (1/2)

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•Prima di iniziare la lettura vi consigliamo di leggere la traduzione della canzone che vi abbiamo lasciato•

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I fiocchi di neve volteggiano nell'aria, posandosi a terra e ricoprendo il terreno di un bianco candido. Non un rumore disturba la strana quiete di questo posto sperduto nel nulla. Il cielo plumbeo si confonde con la terra all'orizzonte, quasi come se si congiungessero a formare un muro di nuvole e neve.

Non c'è nessun odore, nessuna persona a parte me. Non fa freddo. Questo luogo mi è estraneo, non l'ho mai visto né mi è stato descritto.

Un laghetto si estende davanti a me per qualche metro di diametro. La neve si scioglie non appena viene a contatto con la superficie dell'acqua, da cui si eleva del vapore. Mi avvicino e ci immergo la mano: è effettivamente calda, dev'essere una fonte termale. La mia immagine si riflette sul pelo dell'acqua, tremolante e distorta.

Una melodia si avvolge al volo dei fiocchi di neve, ma non capisco da dove provenga, sembra quasi sia prodotta dal vibrare dell'aria stessa. Osservo ancora il laghetto, che diventa molto più invitante non appena comincio a sentire freddo.

Mi immergo vestita e nel momento esatto in cui le punte dei miei capelli si bagnano, la melodia si fa più intensa, echeggiando nel nulla del paesaggio. Metto la testa sotto l'acqua: sono curiosa di vedere quanto in profondità si spinge la fonte, ma il fondo è buio pesto e purtroppo riesco a distinguere solo qualche roccia. Faccio per tornare in superficie, ma sbatto la testa contro qualcosa di solido.

Una spessa lastra di ghiaccio mi divide dall'esterno, anche se non impedisce che la melodia diventi sempre più forte.

Inizio a colpire il ghiaccio nel tentativo che si spezzi, ma più ci provo più tutti i miei sforzi sembrano vanificarsi. All'improvviso la sagoma di una persona si affaccia al di là della lastra e piena di speranza provo a urlare per farmi sentire.

Ma ho un nodo in gola che non mi permette di produrre alcun suono, mi sembra di essere stata zittita a forza.

L'ombra appoggia una mano sulla superficie ghiacciata. La melodia cambia improvvisamente, acuendosi e stonando, tanto da rischiare di assordarmi. Ma il ghiaccio si crepa e riesco a tornare in superficie.

Mi guardo intorno affannata: non si vede più nessuno. Ma il paesaggio è cambiato. Al posto della distesa bianca c'è un giardino con il terreno ricoperto di erba verde, con rose rampicanti che si avvolgono ai tronchi e ai rami degli alberi. Il cielo è macchiato da piccoli cirri bianchi che sembrano rincorrersi tra loro. Un venticello lieve mi sposta i capelli, che adesso sono asciutti. Non sono più immersa nel laghetto, ma seduta su una pietra. Il Sole mi scalda, tanto da sembrare... reale.

Mi sveglio di soprassalto, spalancando gli occhi e tirandomi su a sedere. La luce del Sole colpisce la mia faccia improvvisamente, facendomi chiudere gli occhi infastidita. Più fasci di luce colpiscono il pavimento e le mie gambe, scaldandole leggermente. Di fianco a me, sul punto di cadere, il telefono e gli auricolari stanno ancora riproducendo una canzone: lo afferro in fretta e lo sblocco, ritrovandomi Singularity riprodotta in loop e una decina di messaggi da parte di Lorey. Corrucciata, scorro i messaggi: sono per la maggior parte scleri su qualcuno o qualcosa, nulla di importante, ma quello che attira la mia attenzione più di tutti è quello in cui è scritto che potrò avere la sala prove libera per l'intera giornata, cosicché mi possa concentrare meglio sulla canzone.

La sveglia suona, avvertendomi che sono le nove e mezza del mattino. Ancora assonnata vado in bagno per lavarmi e, dopo essermi asciugata i capelli, mi ritrovo nell'enorme cabina armadio dell'appartamento. Prima che arrivassimo, la maggior parte dei nostri vestiti sono stati portati qui, in modo da non rendere troppo scomodo il viaggio.

Shifty melodies // ~ Kim TaehyungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora