Era un martedì sera di metà luglio e mi trovavo in studio per lavorare alle canzoni del mixtape che avrei dovuto rilasciare a breve. Nell'ultimo periodo trascorrevo gran parte del mio tempo in quella stanza poiché ci tenevo molto a fare un bel lavoro per sorprendere gli ARMYs, tant'è che a volte capitava che mi addormentassi proprio lì. Spesso era estenuante stare tutto il giorno intrappolato da quattro mura a lavorare fino alla sera tardi, dimenticandomi anche di mangiare e pensando solo a buttar giù idee per i miei testi.
C'era, però, un lato positivo a tutto ciò che stavo facendo: oltre all'affetto dei membri e dei fan, la cosa migliore durante la giornata era il mio Jiminie. Quel ragazzo che mi portava da mangiare ogni giorno per evitare che restassi a digiuno, colui che, ogni qualvolta mi trovasse addormentato con il capo posato sulla scrivania, mi prendeva con la sua delicatezza unica per non farmi svegliare, e mi portava in macchina fino al dormitorio, per poi accompagnarmi in camera tenendomi tra le sue braccia; mi rimboccava le coperte e mi lasciava un bacio sulla fronte, andando via in seguito. Spesso entrava silenziosamente mentre registravo le canzoni e allacciava da dietro le braccia intorno alla mia vita facendo aderire il suo petto alla mia schiena e poggiando il suo mento sulla mia spalla, facendomi sorridere. Non appena le registrazioni si concludevano, mi giravo verso di lui e gli schioccavo un leggero e dolce bacio sulle labbra mentre ancora sorridevo amorevolmente.
Quella sera potevo notare, dalla grande finestra dello studio, dei nuvoloni neri e minacciosi, i quali avvertivano che di lì a poco sarebbe cominciato un forte temporale. Non mi preoccupai più di tanto per me, ma pensare a Jimin tutto solo e impaurito rannicchiato nel suo letto mi faceva temere per lui: aveva sempre avuto paura dei forti temporali e, tutte le volte che ve n'era uno, il ragazzo si stringeva a me facendosi piccolo piccolo tra le mie braccia.
Stavo terminando di scrivere le ultime righe appartenenti a una canzone della quale ero abbastanza soddisfatto, quando percepii il suono sordo di un tuono e, a quel punto, decisi di tornare al dormitorio, quindi raccattai velocemente tutto il materiale che avevo utilizzato fino a quel momento e corsi in macchina. Erano circa le due di notte e non amavo particolarmente guidare al buio, ma avrei dovuto farlo altrimenti avrei perso anche quelle poche ore di sonno rimanenti. Mentre guidavo prudentemente, le gocce di pioggia scorrevano lentamente sul parabrezza e due di loro attirarono la mia attenzione: erano abbastanza distanti mentre scivolavano verso il basso, ma si incontrarono, infine, formando un'unica goccia. Mi ricordarono tanto me e Jimin, potevamo litigare, allontanarci, ma sapevamo che ci saremmo sempre ritrovati perché noi eravamo quelle persone legate da qualcosa di indissolubile, magari proprio quel filo rosso legato ai nostri mignoli fin troppo differenti, perché noi eravamo anime gemelle e niente e nessuno avrebbe potuto separarci.
Parcheggiai l'auto e corsi verso il dormitorio cercando di non farmi colpire dalla pioggia e tirando velocemente fuori le chiavi; le inserii nella toppa e le girai, in questo modo potei entrare nel luogo caldo e accogliente.
Tolsi le scarpe, poggiandole nell'angolo, e la felpa, agganciandola - attraverso il cappuccio - all'attaccapanni; posai, infine, l'ombrello madido accanto a quest'ultimo.
Mi diressi in cucina e premetti l'interruttore della luce per illuminare la stanza, riempii un bicchiere con dell'acqua e lo portai alle mie labbra, facendo scendere giù per la mia gola il liquido rinfrescante che mi rinvigorii istantaneamente.
Mi recai, in seguito, nella mia stanza strusciando i piedi sul pavimento, non avendo la minima forza per alzarli.
Non appena vi entrai la scena che si parò dinanzi ai miei occhi era, a dir poco, adorabile: Jimin era raggomitolato tra le coperte candide appartenenti al mio letto tremante e Yeontan si trovava con il capo sotto la sua piccola mano che lievemente lo accarezzava, mentre il cucciolo teneva le orecchie verso il basso. Avrei potuto paragonare i due per quanto la loro espressione fosse simile: mi guardavano entrambi con gli occhi lucidi e Jimin aveva un broncio sulle labbra che tanto amavo. Mi avvicinai lentamente al letto e parlai:
«Amore, ehi... ora ci sono io qui, okay?», lo dissi col tono più dolce che potessi avere e il ragazzo mi rispose strizzando gli occhi e annuendo freneticamente, cosa che mi fece ridacchiare debolmente. Lasciai una carezza sulla testa di Tan e mi intrufolai tra le coperte insieme a loro, venni immediatamente travolto dal mio ragazzo che mi abbracciò tenendo ben strette le braccia attorno al mio busto e nascondendo il suo viso nell'incavo del mio collo mentre tremava, e io lo strinsi a mia volta.
«TaeTae mi sei mancato tanto...», diceva con voce sottile, attutita dalla stoffa della mia maglietta scura, mentre io gli carezzavo i capelli sulla nuca per tranquillizzarlo.
«Anche a me sei mancatato tanto, Jiminie», risposi sorridendo.
«Avevo tanta paura, Taehyungie;» parlò tra un singhiozzo e l'altro «sono sollevato dal fatto che tu sia tornato».
«Va tutto bene, amore. Ora il tuo Taehyungie ti farà sentire meglio», sentii finalmente i suoi muscoli rilassarsi e smise di singhiozzare, per poi cominciare a sorridere contro il mio collo mente scambiavo le posizioni e lo prendevo delicatamente per i fianchi, mettendomi a cavalcioni sul suo corpo. Cominciai a lasciargli teneri baci sul collo e sulle clavicole mentre continuavo ad accarezzargli lentamente i fianchi sopra la stoffa del suo pigiama. Lui sorrideva dolcemente e mi carezzava la schiena, presi una delle sue piccole mani e ne portai le nocche alle mie labbra, baciandole lievemente ed emettendo piccoli schiocchi. Mi risollevai poi lentamente, facendo avvicinare i nostri volti ed incastrai le sue labbra piene e rosse alle mie. Mi allontanai continuando a guardarlo negli occhi e gli portai una mano, che prese nella sua, sulla guancia e vi si poggiò abbassando le palpebre.
«Ti amo», dissi in un sussurro mentre il ragazzo riapriva gli occhi.
«Ti amo anch'io, Tae», rispose sorridendo debolmente e in quel momento, guardandolo, mi resi conto che mai nessuno avrebbe potuto essere come lui, mai nessuno avrebbe potuto farmi innamorare come ci era riuscito lui, perché quel ragazzo dai capelli castani, le mani come quelle di un bambino, gli occhi stretti che si chiudevano quando rideva, il suo dente leggermente scheggiato e le sue labbra carnose era semplicemente se stesso e, per questo motivo, semplicemente perfetto a modo suo: il suo modo di fare calmo e pacato, la sua voce sottile e delicata e il suo essere sbadato e combina guai mi aveva attratto sin dall'inizio, e tutto ciò non sarebbe mai cambiato.Tra parole dolci e numerosi baci sulle labbra, ci addormentammo stretti l'uno all'altro.
Mi svegliai di soprassalto a causa di un forte tuono; non ero mai stata una persona dal sonno leggero, ma i suoni molto accentuati mi svegliavano di certo. Diedi un'occhiata al mio cellulare, che avevo precedentemente posato sul comodino, ed esso segnava le quattro del mattino. Posai il dito sull'icona di Weverse ed entrai col mio profilo nell'applicazione; ultimamente mi facevo sentire di rado a causa dei miei impegni ma, quando avevo qualche minuto libero, commentavo alcuni post che mi facevano sorridere. Notai quasi immediatamente che Jimin, verso l'una di quella notte, aveva scritto qualcosa parlando del fatto che stesse guardando la pioggia mentre augurava la buonanotte agli ARMYs, quindi decisi di darla anche a lui, nonostante stesse dormendo proprio accanto a me. Distolsi per un po' lo sguardo dallo schermo e cominciai ad osservare il ragazzo che stringeva le sue braccia alla mia vita mentre teneva il suo capo contro il mio petto, gli spostai con le dita alcune ciocche castane che gli ricadevano lievemente più lunghe sulla fronte e sul naso, e gli carezzai il viso mentre sorridevo amorevolmente.
Posai nuovamente lo sguardo sul mio cellulare che si era spento a causa del poco uso in quel momento e decisi di commentare alcuni post da parte dei fan e poi di provare a prendere sonno, ma riuscii nel mio intento soltanto una buona mezz'ora dopo, trascorsa ad ammirare il viso beatamente addormenatao del mio ragazzo.Il mattino seguente, delle labbra lasciavano delicati baci su tutto il mio volto, fino ad arrivare alle mie, stampandomi un bacio che, certamente, non mi bastava. Aprii lentamente gli occhi e trovai il viso di Jimin poco distante dal mio mentre lui era a cavalcioni sul mio corpo e si reggeva posando le mani ai lati della mia testa. Mi alzai leggermente, tenendomi in equilibrio grazie al gomito sinistro poggiato sul letto, e posai una mano dietro la nuca del mio fidanzato con lo scopo di avvicinare maggiormente i nostri volti l'uno all'altro, quindi feci scontrare le nostre labbra in un bacio dolce e lento.
«Buongiorno, amore; oggi finalmente c'è il sole!», esclamò felice e, sorridente, mi mostrò quel dente lievemente scheggiato che tanto amavo.
«Buongiorno, tesoro», ricambiai il sorriso, ridacchiando a causa della sua euforia.
«Io... grazie per aver pensato a me questa notte, non avresti dovuto e, in più, avresti dovuto recuperare le ore di sonno», disse con lo sguardo verso il basso e le guance di un leggero color cremisi mentre un tenero broncio si formava sulle sue labbra, gli posai due dita sotto il mento così da poterlo guardare attentamente negli occhi.
«Non devi nemmeno pensarci, non trascorre un solo attimo senza che io pensi a te: sei sempre il mio primo pensiero appena apro gli occhi e l'ultimo quando li richiudo, dovresti saperlo ormai».
«Amo sentirtelo dire», disse mentre il sorriso tornava a piegargli le labbra.
«E io amo te».
«Sei bellissimo».
E così diede inizio al secondo bacio di quella giornata che sembrava prospettarsi perfetta. Era così che mi sentivo a casa, non necessitavo di ossigeno ma soltanto di lui al mio fianco che si prendeva cura di me ogni giorno della mia vita.Spazio autrice.
Annyeonghasaeyeo!
Come state? Spero che stiate tutti bene.
Sono tornata con questa one shot nell'attesa che finisca di scrivere una nuova storia che per me è molto impegnativa, visto che tratta di argomenti un po' delicati.
Spero davvero che questa os vi sia piaciuta; vorrei ringraziare Bl4ckM4ry per la scelta del titolo perché, altrimenti, non ne avrebbe avuto uno, Emeliass_ perché mi ha dato l'ispirazione per scrivere e anche una persona per me davvero importante che mi ha sopportata e mi sopporterà ancora per molto.
Ovviamente grazie anche a tutti voi che avete letto e leggerete le mie storie, compresa questa one shot.Vi voglio bene, siete speciali e prendetevi sempre cura di voi stessi.
Ci sentiamo presto!
Vostra
~Miry♡
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I Will Never Not Think About You || VMin {OS}
Fanfiction«Ti amo», dissi in un sussurro mentre il ragazzo riapriva gli occhi. «Ti amo anch'io, Tae», rispose sorridendo debolmente e in quel momento, guardandolo, mi resi conto che mai nessuno avrebbe potuto essere come lui, mai nessuno avrebbe potuto farmi...