Un semplice albero

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Permettete di presentarmi, io sono una quercia.
Sono molto alta, piantata nel vasto giardino di una casa colonica ben curata.

Da uno dei miei più grandi rami pende un'altalena in legno scuro, ricordo che agli inizi degli anni 90' i bambini facevano la lotta pur di salirci sopra, nonostante fossi più bassa e meno robusta.

Sebbenela mia stazza non sia difficile da notare, non do molto nell'occhio, e nessuno si degna di me.

Gli uccellini sono i soli a scoccarmi qualche veloce sguardo, prima di tornare a volare nel cielo azzuro.

Da poco tempo una famiglia si è trasferita nell'appartamento più vicino ai miei rami, non ne so molto poiché vedo raramente gli umani adulti che le appartengono, sembrano molto indaffarati, anche se quando il sole è calato e sono riuniti nella cucina li vedo chiaramente attraverso la finestra, mentre si urlano in faccia e gesticolano animatamente, rossi in viso.

Questo avvenimento ha cambiato il mio trascorrere delle giornate: la figlia di quei due viene a sedersi spesso sull'altalena, ma non per giocarci, anzi, sta ben ferma.

Inizialmente fissava una piccola tavoletta di metallo che emanava luce, con un piccolo sorriso sul volto, ma qualche giorno fa iniziò a parlare. Inizialmente credevo stesse dialogando con qualcun altro, ma poi capii che era rivolta proprio a me! Niente in questi lunghi anni della mia esistenza mi rincuorò di più, non vedere dolci uccellini spiccare il volo cinguettando, non vedere un tramonto o un alba specialmente bella, ma sentirsi finalmente notato da qualcuno.

Da quel giorno la ragazza mi parla, parla, parla e parla per ore.
Sono molto interessato ad ascoltarla, anche se è un peccato che non possa contribuire alla conversazione, mi limito a far fremere leggermente le mie foglie in segno di interesse.
Discutiamo di tantissime cose, la sua condotta scolastica, libri che le piacciono, strumenti che suona...

Ricordo chiaramente di aver sentito rimbombare per quella casa il dolce e struggente suono di una melodia al pianoforte. Deduco che le piaccia suonare durante i temporali, mi confessa che adora dar voce all'oggetto durante giorni di pioggia, perché la accompagna bene.

Mi parla anche le sue insicurezze: viene ignorata da molti, come me, e vorrebbe qualcuno a dirle che sta facendo un bel lavoro, a dimostrarle affetto, quando in realtà gli unici suoni nella stanza sono il ticchettio rilassante delle goccie sul tetto e le urla ovattate dei due al piano di sotto.

Suona tutte le sere, prima che i suoi genitori tornino.

Quando mi ha detto che crede di suonare bene, ma può essere solo una sua impressione, ho lasciato cadere una piccola foglia su di lei, una foglia che rotta dal vento aveva assunto la forma di un cuore. Quel giorno era nuvoloso, ma il sorriso che fece mi illuminò il resto della giornata come se fosse un giorno di agosto senza neanche una nuvola in cielo.

Grazie a quel minuscolo gesto, da quel giorno, prima di mettersi a  suonare spalanca la finestra della sua camera, così riesco a sentire chiaramente le sue melodie che si spargono trasportate dal vento.

Vorrei applauderle,confortarla, dirle che è bravissima e che per me potrebbe continuare all'infinito, ma non posso...

Dopotutto, sono solo un semplice albero.

The end~

Just_

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 16, 2020 ⏰

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