Tu vuoi lui

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Come avevo anticipato su Instagram, ora che sta tornando l'autunno, poco alla volta torno anch'io, quindi eccomi con una nuova one-shot ed una richiesta da farvi: fatemi sapere chi immaginate leggendo le mie one-shot, che son stra curiosa!!🖤

Continuava a spingere in quel corpo che aveva imparato a conoscere, a desiderare, ma senza provare assolutamente nulla.
"Sei così bravo..." mugolò lei al suo orecchio.
Lui la baciò, non se la sentiva di dir nulla. Non quella sera, nella quale avrebbe solo voluto essere a casa sua a guardarsi una serie TV.
Il rapporto si consumò del giro di pochissimo, senza che lui riuscisse a venire, come la maggior parte delle volte.
Non appena lei si riprese, lo guardò profondamente. "Nemmeno questa volta ti deciderai a dirmi il perché non riesci mai a venire con me?" tentò.
"No".
"Okay... Quindi credi che io sia così scema?"
"Che intendi dire?" chiese subito preoccupato.
"Che è palese che continui a pensare a lui, che è lui che vuoi, non me".
"Io..." mormorò rosso in volto.
L'aveva sgamato e si sentiva una merda per averla illusa per tutto quel tempo.
"Senti, io lo sapevo da quando ti sei messo con me. Te l'ho detto, non sono stupida".
"Allora perché non mi hai lasciato?"
"Perché so che ne hai bisogno, ed io sono troppo legata a te per farlo e sapere che staresti peggio".
"Io non voglio farti soffrire, lo sai... Anch'io tengo da morire a te, ma..."
"Ma non mi ami".
Lui annuì, carico di vergogna.
"Senti, non sentirti in colpa. È stata una mia scelta. Piuttosto, vuoi parlarne?" gli domandò dolcemente, una mano poggiata sulla sua.
"Ma no, tranquilla. Non serve... Ormai mi sono arreso".
"Ne hai mai parlato con qualcuno?"
"No..."
"Ecco, allora lo farai con me. Sei distrutto, lo vedo, e non posso sopportare che stare così".
"Te l'ho detto, non voglio farti stare male".
"Senti, io non sono innamorata, okay? Non l'avrei mai potuto fare quando sapevo che tu non avresti mai ricambiato".
"Sei sicura?"
"Dai, dimmi tutto".
Il ragazzo scoppiò e per la prima volta scaricò quel fardello che aveva dentro. Raccontò di come si fosse innamorato del suo migliore amico, di come fra loro non si fosse mai capito cos'accadesse, di come le poche volte che si erano baciati, l'altro si fosse subito tirato indietro ed avesse negato tutto, delle volte che poi invece l'aveva ricercato ed erano finiti quasi a farlo.
"Okay... Ma tu gli hai mai parlato chiaramente dei sentimenti che provi per lui?"
"No... Ma è palese, dai".
"Sì, decisamente, ma devi mettere in conto una piccola possibilità che invece non sia stato così per lui. E poi, anche nel caso che avesse capito tutto, se non parli chiaramente, lui non si sentirà mai obbligato ad affrontare la cosa e ti farà stare di merda".
"Hai ragione..."
"Certo che ho ragione. Ora ti dico tu che farai: non appena lo vedi, gli dici chiaro e tondo che tu mi hai lasciata perché vuoi stare con lui e che lo ami. A quel punto, dovrà darti una risposta".
"E se mi dicesse di no?"
"A quel punto purtroppo dovrai fartene una ragione ed andare avanti".
"Ho paura..." ammise rosso in volto.
"Tesoro, lo so benissimo. Ma è la cosa migliore. Dai, vieni qui", e lo abbracciò forte.
"Grazie", sussurrò contro il suo collo.
"Per me sei importante, lo sai, e farei di tutto per farti stare meglio. Ed infatti ho una proposta da farti".
"Cioè?"
La ragazza sorrise maliziosa, prima di raggiungere la cassettiera che aveva in camera e recuperare uno strap on. Gli si bloccò il respiro in gola mentre l'erezione fra le gambe pulsava dolorosa.
"Allora? Se ti facessi godere così stanotte?" lo provocò.
"Oh, cazzo, sì", mugolò.
Lo raggiunse a letto e lo baciò lentamente, mentre era sempre più rilassato.
"Immagina che sia lui, gemi, urla il suo nome..." gli sussurrò all'orecchio prima di scendere con la punta della lingua lungo il suo collo.
Il ragazzo mugolò mentre stringeva le lenzuola fra le dita.
"Sei così sexy... Non vedo l'ora di scoparti", mormorò. Voleva farlo impazzire, sapeva che ne aveva bisogno.
"Ti... Ti prego..."
"Aspetta".
Lui mugolò mentre lei scendeva a mordergli e baciargli il petto.
"È così bello..."
Quando raggiunse la sua erezione e gli sfiorò la punta col naso, facendolo scattare in alto col bacino.
"Vuoi che te lo succhi? Che ti faccia venire in bocca?"
"Dio, sì".
Lo accontentò, facendolo urlare ed aggrappare alle lenzuola per il troppo piacere. Da quanto tempo non si sentiva così eccitato, accaldato? Forse da troppo. Il bisogno che aveva di venire era sempre maggiore, mentre lei lo succhiava, lo leccava, lo prendeva fino alla gola. Le urla ed i gemiti ormai non si contavano più, si spingeva nella bocca di lei immaginando un altro, il nome di lui che rimbombava fra le pareti della camera. Quando sentì un dito stuzzicargli la sua entrata, spalancò gli occhi e venne urlando fortissimo.
Quel cerchietto di muscoli pulsava per l'orgasmo, e la ragazza continuava a massaggiarlo mentre leccava via ogni goccia del suo piacere. Non parlava, non sarebbe stato giusto in quel momento, e lo fece girare, per poterlo preparare. Lui s'irrigidì appena, così si sentì obbligata a chiedergli: "Hai cambiato idea?"
"No, è solo che..."
"È la tua prima volta? Perché se è così, allora mi fermo subito. Non posso rubartela così".
"No no, tranquilla. L'ho già fatto altre volte, ma è passato tantissimo tempo..."
"Farò piano e ti preparo per bene, okay? Tu respira e resta rilassato. Se ti fa troppo male, me lo dici e mi fermo"
"Grazie", la ringraziò sollevato, poggiando la fronte contro il cuscino.
Si fidava ciecamente di lei. Come poteva essere altrimenti dopo che stava facendo tutto quello solo perché lui potesse immaginare il ragazzo che amava?
Il pompino che gli aveva fatto prima era stato incredibile, e si chiese come sarebbe stato con lui. A distrarlo dai quei pensieri, fu la lingua di lei sulla sua apertura. Un urlo gli lasciò le labbra e strinse il cuscino fra i pugni. Era da una vita che non lo faceva con un ragazzo, e tutto quello gli era mancato.
"Di... Di più..." ansimò.
Lei andava sempre più a fondo, lo stava scopando con la lingua, bagnandolo il più possibile. Poi, per farlo impazzire ancora di più, gli mise due dita davanti alle labbra in un chiaro invito a succhiargliele. Gemette forte prima di farlo. Aveva gli occhi chiusi, le guance rosse, il corpo teso per il piacere che non aspettava altro che avere di più. Succhiava ininterrottamente le due dita, simulava un pompino allo stesso ritmo della lingua di lei che lo stava facendo impazzire. Quando poi le estrasse dalla sua bocca, s'irrigirì appena, ma bastò un piccolo bacio sul collo affinché si rilassasse e poggiasse nuovamente la testa sul cuscino mentre respirava profondamente. A quel punto, sentì un dito premere e poco alla volta entrare in lui. Gemette forte e quando iniziò a muoverlo, e pensò di poter essere in paradiso per quanto era bello. Fino a quel momento non si era mai reso conto di aver così bisogno di farlo con un ragazzo, e soprattutto di quanto avesse di lui.
Le dita diventarono due e poi tre, sforbiciavano, puntavano alla sua prostata stimolandogliela, roteavano nel suo corpo ed il cazzo gli pulsava come non mai.
"Ti... Ti prego... Ba... Ah! Basta... Dammi di... Di più..." supplicò con la voce roca e gli occhi bagnati per il troppo piacere che cercava uno sfogo.
Un attimo e la sensazione di vuoto lo colpì quando estrasse le dita.
"A... Amore... Fai presto, non ce la faccio più", mugolò contro il cuscino.
La ragazza sapeva sin troppo bene che non parlava a lei, che nella mente e nel cuore c'era un altro, ma era felice di vederlo finalmente così libero e preso durante il sesso. Indossò lo strap on e recuperò il librificante dal cassetto. Non voleva in alcun modo fargli male, anche se il suo buco era aperto come non mai e aspettava solo di essere riempito, così si lubrificò, lo fece alzare sulle ginocchia e poggiò la punta alla sua entrata. Il ragazzo prese un respiro profondo e mugolò: "Vai". Poco a volta si sentì sempre più riempito, e nonostante il dolore, non poteva stare meglio. Si aggrappò al cuscino e ansimò sempre di più mentre lo sentiva muoversi lentamente.
"Ti... Ti prego..."
Le spinte erano sempre più forti, ruotava, stava impazzendo per il piacere, non aveva idea di quante volte aveva urlato il suo nome. Ad ogni movimento, gli colpiva con violenza la prostata facendo tremare e muovere il bacino in cerca di uno sfogo. "Basta... Sto... Sto per... Ah..."
Le spinte erano sempre più profonde, il letto sbatteva contro il muro e le sue mani gli stringevano i fianchi per tenerlo fermo. Urlava incontrollato, sentiva l'orgasmo montare sempre di più e quando gli prese una mano e gliela portò alla sua erezione, esplose schizzando il suo piacere sulle sue dita e fra le lenzuola. Aveva il respiro corto mentre gli ultimi spasmi lo attraversavano mentre crollava sul materasso.
"Sei stata fantastica..." mugolò a fatica.
"Penso di non averti mai visto così preso durante il sesso".
"Essere passivo dà sempre un piacere diverso".
"E penso che abbia influito anche il pensiero di lui".
"Già... Sei sicura che non sia stato un problema per te?"
"Tesoro, credo che sia stata una delle esperienze più erotiche della mia vita... Vederti così eccitato, essere io a scoparti mentre tu urlavi il nome di un altro... Cazzo, sai benissimo che amo le treesome e sarebbe stato fantastico se lui ci fosse stato davvero", ammise maliziosa.
"Dai, smettila. Lo sai benissimo che non lo farei mai".
"Certo, tranquillo, nemmeno io mi metterei mai in mezzo. Ma prima è stato bello".
"Già..."
"Ma avresti voluto che fosse davvero lui".
Il ragazzo abbassò lo sguardo ed annuì. "Scusami".
"Ma la vuoi smettere? Non puoi decidere tu chi amare".
"Lo so..."
"Quindi gli parlerai?"
"È la cosa migliore. Come hai detto tu mi merito una risposta".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 15, 2020 ⏰

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